sabato 18 dicembre 2010

La sindrome del Supereroe

Guardarsi intorno oggi non fa piacere. Dopo il fallimento di ribellione ad uno stato (o Stato?) che ci danneggia soltanto, viene da farsi alcune domande. Innanzitutto se sul serio vogliamo continuare a farci ridere dietro da mezzo mondo, quello "civilizzato", quello che non ha dittatori al comando, se vogliamo continuare a far demolire la Costituzione Italiana, quelle quattro garanzie che abbiamo, e peggiorare una situazione già tragica. Ormai siamo uno zimbello come Stato (questa volta la S maiuscola è d'obbligo), ma, e qui c'è la nota dolente, non siamo capaci di ribellarci e forse non ne abbiamo nemmeno voglia.
Voglia di cosa? Voglia di prenderci le nostre responsabilità. Siamo tutti molto bravi a giudicare chi ci governa, ma siamo vittime del nostro stesso lassismo, del non-fare, ma del troppo-dire e spesso del dire-sotto-copertura
In questo siamo vittime della Sindrome del Supereroe. Se ci pensiamo, Batman, Spiderman o Superman agivano sotto copertura: una falsa identità per non dover perdere il piacere della propria esistenza di imprenditore, fotoreporter e giornalista. In due casi su tre si tratta di persone maltrattate, remissive, finte imbranate. Eppure una delle frasi  più famose dell'Uomo Ragno sembra contrastare con questa visione della doppia identità: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità".

lunedì 8 novembre 2010

Il crollo di Pompei - Storia di ordinaria follia!

Questi giorni, una delle notizie che è rimbalzata nell'etere, è stato il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei. Un evento tragico, assurdo, che provoca una certa indignazione, oltre che al fatto che capita a fagiolo, giusto per farci capire come i tagli sulla cultura possano ridurci: in macerie
Io mi sono stupita delle reazioni di molti alla notizia. Essendo interessata al campo storico, archeologico e artistico, io ero perfettamente cosciente della situazione, e, purtroppo, per me non è stata una grande notizia, anche se mi fa star male il ridurre a cumuli di pietre un luogo che è stato una manna dal cielo per la ricostruzione della storia e dell'arte romana, oltre che per l'economia di una zona depressa. 
Ho detto che ero cosciente della situazione, mi aspettavo quasi che crollasse qualcosa prima o poi. A Pompei ci sono stata anni fa, andavo ancora a scuola, ma le anomalie di quel posto erano già chiare. Ricordo sacchi di plastica di reperti archeologici depositati vicino alla Basilica; ovviamente erano incustoditi, ovviamente erano stati aperti e, suppongo, qualche reperto aveva preso un'altra strada, chissà per dove. 
Molti altri problemi non li ho colti, non ricordo altri dettagli, un po' perché non mi occupavo io di pagare parcheggi e roba varia, ma ricordo che prendemmo la circumvesuviana.

giovedì 4 novembre 2010

Alexej von Jawlensky - L'arte intimista



Attraverso i miei studi, mi sono imbattuta in un artista che merita uno sguardo.
Si tratta di uno dei primi espressionisti, di origine russa, che è sempre stato offuscato dalla personalità di Kandiskij, decisamente più forte della sua. Nonostante questo, Alexej von Jawlensky mi ha colpita e non lo dico solo perché è stata una delle mie prime presentazioni su un pittore, ma perché i suoi dipinti hanno una malinconia, una visione interiore dell'emozione davvero interessante. “L’arte è nostalgia di Dio”, una citazione che riassume il suo pensiero sull’arte, il suo costante legame con la natura e tutto ciò che è tangibile. Jawlnsky non giunge mai all’astrattismo, anche se la carica spirituale, che verso la fine della sua carriera si trasformerà in meditazione quasi religiosa, farà sembrare molte sue opere assimilabili a questo genere. .
Alexej von Jawlensky nasce in Russia nel 1864. Proviene da una famiglia aristocratica, di origine tedesca. Suo padre era colonnello dell’esercito e lui e i suoi fratelli sono stati avviati alla carriera militare. Nel 1880 visiterà l’Esposizione Mondiale di Mosca e qui avverrà il suo vero primo incontro con l’arte. Jawlensky diventerà capitano delle guardie imperiali di San Pietroburgo, ma nel frattempo, nel 1882 inizierà anche a frequentare  l’Accademia di Belle Arti, dove studia pittura e disegno. Gli studi accademici, però, non lo soddisfano granché, tanto da affermare “Dieci anni di Accademia fanno di un artista un idiota”, frase esemplare!

sabato 23 ottobre 2010

Julia Margaret Cameron


Non mi addentro mai in campi che non conosco bene, quindi dietro ogni post c'è sempre una ricerca, personale o fatta per necessità. In questo caso mi piacerebbe parlare di una fotografa dell'Ottocento. 

Julia Margaret Cameron è una donna vissuta tra l'India, l'Inghilterra e la Francia. La sua vita è agiata e tranquilla, nonostante i continui trasferimenti. Entra nel mondo della fotografia solo nel 1863, quando sua figlia Julia e suo marito le regalano una macchina fotografica e l'occorrente per mettere su una camera oscura. La Cameron si fa dare qualche lezione da John Herschel, lo scienziato che inventò il nome fotografia. Fu un suo privilegio, come quello di ritrarre uomini di grande fama, non solo in Inghilterra, ma in alcuni casi nel mondo. 
J. M. Cameron non era una fotografa tecnicamente ineccepibile, ma di certo fu estremamente energica, attiva e sapeva convincere la gente a posare per lei. 
Innanzitutto a quei tempi posare significava stare 3-4 ore sotto il sole (il flash non era ancora entrato in uso); molte frasi stralciate dai diari dei suoi soggetti parlano di un certo terrore dell'essere scelti come soggetto della giornata! Tutto sommato riusciva a trovare sempre qualcuno che, per piacere o per forza, posava per lei. 

martedì 5 ottobre 2010

La rivolta dei poveri

Siamo alle solite Calimero, ma davvero alle solite. 
I giornali e i telegiornali non parlano di quello che sta accadendo in questo momento nelle Università Italiane. Se non frequenti gli Atenei, se non stai aspettando che inizino le lezioni, non c'è modo di rendersi conto che queste sono state rimandate, che stanno iniziando con forte ritardo. Oddio, spesso nemmeno chi frequenta si rende conto e di esempi intorno a me ne ho fin troppi.
La ragione di questi ritardi è che i ricercatori sono in sciopero a causa della "Riforma" Gelmini. Non ho sbagliato le virgolette, ma questa più che una riforma è un tentativo di distruggere l'istruzione pubblica
I ricercatori non ci stanno. 
Da Il Fatto Quotidiano:
 E’ soprattutto l’abolizione della figura di ricercatore a tempo indeterminato a essere contestata da chi protesta. “Scaduto l’assegno di ricerca, un ricercatore potrà solo firmare un contratto di tre anni e poi ancora uno di altri tre”, dice Alessandro Ferretti, rappresentante di Rete29Aprile, il sito di riferimento per chi protesta. “Il precariato verrà così allungato di sei anni”. Se alla fine di questo periodo il ricercatore non riuscirà a ottenere l’idoneità per diventare professore associato, dovrà lasciare l’università. Per evitare questo, un ateneo magari preferirà assegnare il posto da associato a un precario, anziché a un ricercatore con più anzianità che ha firmato il contratto a tempo indeterminato prima della riforma. “Sarà una guerra tra poveracci”, dice Ferretti. “A guadagnarci da questo disastro non è certo l’università”.

martedì 28 settembre 2010

La giustizia a tutti i costi

Vi siete mai interrogati sulla giustezza delle vostre idee? Siete sicuri di essere sulla strada giusta? 
Da un po' rifletto sul caso Sakineh. Onestamente trovo ingiusto e sbagliato che si voglia imporre ad uno Stato di non seguire le proprie leggi. Non è importante se lo Stato in questione può essere considerato incivile da noi e dai nostri valori: ognuno decide per sé. 
Inizialmente il problema era scatenato dalla condanna alla lapidazione per adulterio. E' considerato da tutti qualcosa si estremamente incivile e terribile. Ok, può essere vero, ma se la legge prevede questo, bisognerebbe spingere per invitare i Paesi, che prevedono la tortura, a eliminarla dalle possibili pene previste per alcuni tipi di crimini
Tanto per la cronaca, noi italiani non dovremmo fare tanto i galletti su certe questioni legate al maschilismo (perché, chiaramente, se Sakineh fosse stata un uomo non avrebbe rischiato la lapidazione). 
Fino al 1968, non così tanto tempo fa, la legge penale italiana prevedeva il reato di adulterio punibile fino a 2 anni di reclusione solo per la moglie. Se era il marito a tradire occasionalmente non succedeva niente, non costituiva reato (a patto che non diventasse una vera e propria relazione e il quel caso il reato era di concubinato e anche lui poteva essere sbattuto in galera).

lunedì 27 settembre 2010

Kunst Komm

Torniamo a parlare di Arte. 
Ultimamente mi sono dilettata in una ricerca su Jürgen Klauke, fotografo e performer tedesco. E' un artista per certi versi interessante, nonostante all'inizio le sue opere spiazzino molto. Credo che sia la prassi per l'Arte Contemporanea, una sorta di "non comprensibilità", un difetto di comunicazione. Se dovessi aprire la parentesi della comunicazione, credo che scriverei un saggio; mi va di dire soltanto che, secondo la mia opinione, molto spesso gli artisti si muovano ancora oggi attraverso il meccanismo della Meraviglia. Vogliono meravigliare a tutti i costi, quasi fosse un'ostentazione di qualcosa: se prima si trattava di ostentazione di capacità manuali, come la resa di un perfetto ambiente in trompe l'oeil, ora si vuole mettere in atto il gesto sensazionale. Non è che questo non mi stia bene, più che altro spero che dietro certe dimostrazioni ci sia qualcosa, un'idea almeno (e nemmeno questo è scontato in chi si sente artista in questo Millennio). Quello che manca agli artisti di oggi, a mio parere, è l'incapacità di differenziare i livelli di lettura di un'opera. Se si analizza l'arte del passato, pensiamo ai dipinti dei grandi Maestri come Caravaggio o Michelangelo, tutti potevano riconoscere il soggetto senza difficoltà,

venerdì 17 settembre 2010

GAG e PUMP



Gag e Pump. Inquietante.

Io non so quanti di voi abbiano capito bene di cosa io stia parlando.
Gag e Pump potrebbero essere, per ipotesi, i personaggi di una barzelletta o di un racconto per bambini. Vallo a sapere. Roba del tipo: "Gag e Pump fanno una gara. Gag inciampa, chi vince?". Non è il massimo, ma sono ancora sconcertata.
Gag e Pump sono due termini del gergo da palestra, ecco svelato il mistero. Io ci manco da un po', lo ammetto, non sono mai stata costante per quanto riguarda la forma fisica, ma sono in un momento in cui mi rendo conto che, se non voglio diventare il primo esemplare di donna-sedia al mondo, devo ritornare a prendermi cura di me. Di certo c'è che non mi aspettavo un impatto di questo tipo.
Nel tempo che io sono stata via da quel mondo, molto è cambiato, a parte il rinnovo locali. Gag e Pump sono due pratiche ben precise, roba nuova che qualche anno fa, non nel Pleistocene, non esisteva qui dove vivo io, che non è il Burundi, con tutto il rispetto.
Gag è l'acronimo di Gambe Addominali Glutei. Si tratta di esercizi mirati per la tonificazione, esercizi semplici a suon di musica.

lunedì 13 settembre 2010

Alla follia non c'è mai fine




Ogni tanto mi chiedo quale follia si sia impadronita delle menti italiane.

Capisco che la Lega sia sempre stata a modo suo, eccessiva, esagitata, con delle idee a tratti interessanti, ma che nella pratica mi hanno fatto alzare un sopracciglio, ma gli altri? 
Parliamo dell'ultima idea geniale: una scuola padana. Dalla materna alle medie, tutto Made in Padania. 
A me non fregherebbe niente, ma la follia è stata a più livelli. Fosse che si son fatti la scuola per conto proprio, bene, fatti loro, ma che questa scuola sia stata costruita dal Comune di Adro (soldi pubblici), approvata dalla Gelmini (che chiamare Ministro mi pare una cosa troppo più grande di lei), fuori da qualunque iter burocratico che altra gente è costretta a rispettare, mi sembra troppo.
Ma non finisce qui, tanto amano stupirmi. 
Intanto, va ricordato che il sindaco che ha deciso tutto questo è il sindaco leghista Oscar Lancini, quello che negò ai bambini poveri la mensa scolastica. Ha già un bel curriculum alle spalle, è esperto in intolleranza. Ha comunicato che i crocifissi li ha avvitati ai muri per evitare che qualcuno potesse toglierli, ha detto che la mensa sarà solo per chi paga (il che è giusto, ma se ci sono situazioni di disagio, di povertà, il sindaco, che dovrebbe essere quello che si prende cura dei concittadini, specie dei più deboli, può provvedere per fare in modo che dei bambini poveri non restino affamati) e che il menu sarà padano: carne di maiale per tutti e, se per motivi religiosi non puoi mangiarla, resta a casa. 

sabato 11 settembre 2010

Reindirizzamento blog

Ok, come al solito ci si pone degli obiettivi, ma poi bisogna sempre muoversi in una specie di slalom.
Io volevo fare di questo blog un semplice appuntamento artistico, ma non riesco effettivamente a gestire dei blog tematici; in più i miei due altri blog (segnati nell'apposito riquadro) mi stanno facendo gonfiare le vene del collo: Myspace sembra essere stato infettato da Facebook a livelli da allarme rosso e Windows Live sembra essersi rimbambito.
Il problema più grande sono i commenti: non è possibile averli ridotti a 500 caratteri. Manco un sms... e già io con gli sms ho dei seri problemi, perché metto virgole, punti, non abbrevio le parole. E' questione di abitudine probabilmente, ma non riesco a diventare analfabeta di colpo. Con tutto il rispetto per chi attua certi meccanismi nella lingua moderma, ma io, scrivendo su blog e su siti di fanfiction, dove scrivere in italiano è necessario, e scrivendo e leggendo molto di mio, trovo la cosa particolarmente difficile.

lunedì 17 maggio 2010

I Preraffaelliti a Ravenna


Un gruppo di artisti "ribelli", tra i 19 e i 23 anni, nel 1848 fondò la Confraternita dei Preraffaelliti (Pre-Raphaelite Broterhood - PRB) con l'obiettivo di rinnovare la pittura inglese. Convinti del declino dell'arte, a causa della severità delle regole accademiche derivanti dagli artisti italiani del Rinascimento, proponevano di porre attenzione all'arte medievale per ritrovarne la vera essenza.
Nella breve fase originaria, durata fino al 1853, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e John Everett Millais presero a modello le incisioni di Carlo Lasinio che aveva riprodotto gli affreschi del Camposanto di Pisa, le tavole del Beato Angelico, di Duccio di Buoninsegna con una profonda attenzione ai dettagli naturalistici, nella maggior parte dei casi, presi dal vero. Le tematiche ricorrenti dei dipinti erano ispirate dalla letteratura italiana, soprattutto dalla Divina Commedia e dalla Vita Nuova di Dante Alighieri, ma anche dalle tragedie shakespeariane, dai racconti biblici ed evangelici. Famose le immagini femminili, diventate il simbolo del Movimento, a volte simboli virtuosi, a volte donne negative.
La mostra in corso a Ravenna, intitolata "I Preraffaelliti e il sogno del '400 italiano. Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones",
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