domenica 27 febbraio 2011

L'artista della domenica: William Holman Hunt - Il capro espiatorio

W.H. Hunt, Il capro espiatorio, 1854-58, olio su tela, 33,7 x 45,9 cm, City Art Galleries, Manchester 
Verità di natura. Tra i principi della Confraternita dei Preraffaelliti la verità di natura è stato forse il più importante. La fedeltà della rappresentazione di ciò che si osservava "dal vivo" era fondamentale. Essere sinceri, avere qualcosa da comunicare al pubblico era di vitale importanza. 
Lo scriveva William Michael Rossetti, lo ribadì con più forza John Ruskin, famoso critico, nonché tra gli intellettuali fondatori del restauro.
William Holman Hunt prese alla lettera questo principio. Legato alle Sacre Scritture cristiane, la Bibbia era la sua fonte letteraria preferita. I suoi temi pittorici derivano per la maggiore dagli episodi della vita di Cristo, ma non mancano riferimenti simbolici all'Antico Testamento. Per essere fedele al modo di lavorare della Confraternita, decise di compere un viaggio in Medio Oriente. Si recò in Palestina, a Gerusalemme, per dipingere i volti dei veri ebrei, per dipingere la decorazione del Tempio, per riproporre degli arredi attendibili, veri appunto.

domenica 20 febbraio 2011

L'artista della domenica: Paul Sérusier - Il talismano

Paul Sérusier, Il talismano, 1888, olio su legno, 27 x 21 cm, Musée d'Orsay, Parigi
"Come vedi tu questi alberi? Gialli, e allora mettici il giallo, il più bel giallo della tua tavolozza. Quest'ombra? Piuttosto blu, dipingila con l'oltremare puro, e queste foglie? Rosse, mettici del vermiglio." (citato da Maurice Denis, in ABC de la Peinture, Suivi d'une étude sul la vie ed l'oeuvre de Sérusier par Maurice Denis, Floury, Paris 1942)
Le famose parole di Gauguin sono entrate nella leggenda. Quando si parla della scuola di Pont-Aven, si cerca di valutare una prima vera sintesi visuale ed emozionale nell'arte. 
L'Impressionismo aveva insegnato a osservare in modo differente la realtà. Gli studi sull'ottica, il perfezionamento della fotografia avevano consentito un'analisi scientifica di essa. Si era compresa l'importanza della luce, del suo plasmare gli oggetti, si erano quasi del tutto demoliti i principi di composizione classica, l'uso del disegno prima della pittura.

sabato 12 febbraio 2011

Non era prevedibile

L'Italia si fa riconoscere. Sempre. 
In questi giorni sono aumentati gli sbarchi a Lampedusa. Il centro di permanenza temporanea pare non verrà riaperto. I clandestini sono aumentati a 3.000 e ce ne sono altri in arrivo. Non si sa dove sistemarli e, in attesa di comunicazioni da chi di competenza, attendono direttamente sul molo, in inverno. Maroni parla di "emergenza umanitaria" e si allerta la Protezione Civile. 
La domanda che mi viene da porre è: ma il Ministro degli Esteri e quello degli Interni parlano tra loro? Ma, soprattutto, si sono accorti degli stravolgimenti politici e sociali nel Magreb? Non dico che debbano aver letto le comunicazioni di ordine internazionale, perché pare di chiedere troppo, ma guardato un tg qualunque, sfogliato un giornale? Son ben tre settimane che, prima la Tunisia, con la Rivolta del Pane contro Ben Ali, poi l'Egitto contro Mubarak, dall'altra parte del Mediterraneo sta succedendo di tutto: contestazioni, gente riversata per le strade, esercito contro i manifestati, sparatorie, feriti, morti, ex dittatori che vorrebbero volentieri togliersi di torno prima di finire in luoghi poco gradevoli e l'Italia scende dal pero
Chiedo scusa, ma non era praticamente matematico che ci sarebbero stati disperati che da quel caos volessero fuggire? La geografia insegna, poi, che Lampedusa è la prima costa utile su cui approdare. Quindi perché siamo in "emergenza umanitaria"? Cosa c'è di così imprevedibile? Perché non si poteva essere pronti ad affrontare il problema, che non è un'emergenza? L'emergenza è una circostanza o eventualità imprevista. Questa situazione era imprevista?
A volte penso sul serio che i cervelli di questo Paese siano tutti fuggiti.

domenica 6 febbraio 2011

L'artista della domenica: Eugène Delacroix - La Libertà che guida il popolo

Eugéne Delacroix, La Libertà che guida il popolo, 1830, olio su tela, 235 x 260 cm, Louvre, Parigi
Eugène Delacroix propose un dipinto rivoluzionario nel 1831 al Salon di Parigi. Era stato ultimato l'anno precedente per celebrare la lotta per la liberà contro il re di allora, Carlo X. La Rivoluzione Francese era lontana ormai nel tempo, Napoleone era diventato imperatore ed era stato esiliato a Sant'Elena, dove nel 1821 aveva esalato l'ultimo respiro. 
Il popolo francese, però, ormai provato dai regimi assoluti, si era ribellato alla politica reazionaria dell'ultimo sovrano e dal 27 al 29 luglio del 1830 aveva messo in atto quelle che poi la storia ha consacrato le Tre Gloriose Giornate: la classe borghese, in particolar modo, riuscì nel fatidico intento di portare il re all'abdicazione.
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