domenica 26 maggio 2019

La mafia è una montagna di merda: la strage di Via dei Georgofili

Quello che resta de "Concerto musicale" di Bartolomeo Manfredi
Oggi ricorre l'anniversario di un evento tragico, una strage di mafia avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993. Era l'anno delle stragi mafiose, quelle che avevano ucciso Falcone e Borsellino, quelle che vedevano Cosa Nostra agire nel peggiore dei modi per far guerra allo Stato.

Oltre alle vite delle persone, che si tratti di civili o di esponenti delle forze dell'ordine e della magistratura, politici (di quelli veri!) che mettevano la faccia nella lotta, le mafie hanno distrutto anche molte opere d'arte e proprio la strage di Via dei Georgofili è un esempio chiaro.
277 chilogrammi di esplosivo furono stipati in un Fiorino e l'auto parcheggiata in quella via, adiacente alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
All'una di notte un boato sveglia la città. E' crollata la Torre dei Pulci, dove è ospitata l'Accademia dei Georgofili, fondata nel 1753 e operante nel settore degli studi di agronomia, selvicoltura, economia e geografia agraria.

martedì 21 maggio 2019

La fontana di Ontani a Vergato e l'Arte Degenerata

La statua dello scandalo
Avevo seguito molto distrattamente la polemica esplosa su una fontana, intitolata RenVergatellAppenninMontovolO, opera in bronzo e marmo di Luigi Ontani, installata a Vergato, davanti alla stazione dei treni. Ancora di più mi veniva letteralmente da ridere quando Simone Pillon, che di mestiere fa l'avvocato, lanciava giudizi personalissimi, senza avere nessuna qualifica in merito. Si è arrivati addirittura a mettere in  scena un finto esorcismo, ma ancora mi facevano ridere. Poi, però, è bastato un aggettivo in un commento qualunque a far scattare la molla: degenerato.

In quel commento si diceva che gli artisti si definiscono acculturati, ma sono soltanto dei degenerati.
Non sono qui per difendere Luigi Ontani, che si difende benissimo da solo, semplicemente mostrando un curriculum di mostre in tutto il mondo nelle maggiori gallerie di arte contemporanea dagli anni '60 ad oggi, quanto per voler discutere della curiosa scelta dell'aggettivo fatta dal commentatore qualunque, perché fu utilizzato nel periodo più buio della storia europea e del mondo.

venerdì 17 maggio 2019

Il marito di mio fratello - Gengoroh Tagame

Nella Giornata Internazionale contro l'omofobia, bifobia e transfobia vorrei parlarvi di un manga che ho letto e comprato tempo fa.
Prima però è meglio chiarire come si pone il Paese nipponico davanti all'omosessualità. Il Giappone ha una cultura profondamente diversa in fatto di espressione della propria affettività e le effusioni in pubblico, sia che avvengano tra persone di sesso diverso che tra persone dello stesso sesso, sono profondamente limitate. Anche solo tenersi per mano non viene visto di buon occhio. A livello legale, ci sono tutele contro il bullismo omofobico e la discriminazione in base all'orientamento sessuale, ma allo stesso tempo a livello sociale si tende a nascondere la propria omosessualità. Al momento non sono permessi matrimoni o unioni civili tra persone dello stesso sesso.

Il marito di mio fratello di Gengoroh Tagame, pubblicato in Italia da Planet Manga, conta due volumi, da cui è stato tratto un live action, e tratta di omosessualità. Facciamo la conoscenza fin dalle prime pagine di Yaichi, un padre single, che vive con la figlioletta Kana. Ha la fortuna di vivere di rendita, grazie agli affitti di un condominio ereditato dai suoi genitori, per cui può prendersi cura di sua figlia a tempo pieno.
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