tag:blogger.com,1999:blog-84369663124852313082024-03-05T07:12:14.437+01:00.Il ritrovo delle Muse.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.comBlogger188125tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-35554469516455485902019-12-06T18:42:00.001+01:002019-12-06T18:42:33.864+01:00Violet Evergarden - Kana Akatsuki, Akiko Takase<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDwgXJszdoW4WbkIZ5U_TkxizGsHQ4J1FGfc3WYLI5MYOuJYvGafVLIHgGCljFuzkM_tM2KU5tXmBWzY_S9HaQEWsZoAnoOeDqeI6Ut1NG1tiazgRs1cTZqTaPjW8KqsP_CLavZ-ONa8s6/s1600/Violet_Evergarden-cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="493" data-original-width="350" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDwgXJszdoW4WbkIZ5U_TkxizGsHQ4J1FGfc3WYLI5MYOuJYvGafVLIHgGCljFuzkM_tM2KU5tXmBWzY_S9HaQEWsZoAnoOeDqeI6Ut1NG1tiazgRs1cTZqTaPjW8KqsP_CLavZ-ONa8s6/s320/Violet_Evergarden-cover.jpg" width="227" /></a></div>
Avrei voluto parlare di <b><i>Violet Evergarden</i></b> tanto tempo fa, ma non avevo trovato il tempo di dedicarmi a questa piccola chicca dell'animazione.<br />
Non sono persona da storie "sdolcinate", ma devo dire che il caso di questo anime, di soli 13 episodi in streaming su <b>Netflix</b>, è stato particolare.<br />
Intanto il tema di fondo è la <b>corrispondenza </b>e l'esistenza di agenzie che offrono un servizio di<b> Auto Memory Doll</b>, ovvero di bambole di scrittura automatica, delle scrivane che, dopo aver ascoltato la tua storia e cosa si cerca di comunicare a qualcuno, sono in grado di scriverlo nel migliore dei modi, con le parole giuste, riuscendo anche a rendere palpabili sentimenti che la persona stessa non sa di provare in modo così palese.<br />
<b><br /></b>
<b>Violet Evergarden</b> è un'orfana, ritrovata in una zona sperduta e addestrata come arma micidiale. Diventa un'assassina a sangue freddo, in grado di eseguire gli ordini alla lettera e priva di qualunque sentimento. Sembra quasi un robot. Viene affidata a <b>Gilbert Bougainvillea</b>, che sarà molto dispiaciuto della sua condizione, tanto da darle per la prima volta un nome. Gilbert, durante una battaglia anni dopo, ferito gravemente, dichiarerà il suo amore a Violet, chiedendole di vivere e di scappare. Verrà dato per disperso e Violet resterà sola, priva anche delle braccia, distrutte irrimediabilmente nello stesso scontro.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgp5Q7TY0h-z4BOF_SjtDp3amEfi4nOVs0HyOj95uQuCOLx6VQYqLXvgH5-5aRKT5lGh55c1huABUwLcbFprUcupqWuBN0rXaqHpxaU9qaqEc7SpxxVffiHqoqICwEPqOj-vjGJJV8B28E/s1600/violet.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBgRugyqtSH2lKC2dNdhRxRkYSlPm6L3kzKAiU1OvLSJwdpeq1Ch-KzUof0JmqRYS14Ks00JN2N8w4YlHOZDHntgDFiH2RDfNhjzoGdhs89RCy-Kv5ZwqJP465QSRmHbymD_OA6BmeZjOJ/s1600/Violet-Evergarden-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="371" data-original-width="500" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBgRugyqtSH2lKC2dNdhRxRkYSlPm6L3kzKAiU1OvLSJwdpeq1Ch-KzUof0JmqRYS14Ks00JN2N8w4YlHOZDHntgDFiH2RDfNhjzoGdhs89RCy-Kv5ZwqJP465QSRmHbymD_OA6BmeZjOJ/s200/Violet-Evergarden-1.jpg" width="200" /></a>La vera storia inizia quando la ragazza viene presa in consegna da <b>Claudia Hodgins,</b> ex militare, che, a dispetto del nome, è un uomo che ha messo su un'agenzia di Auto Memory Doll e decide di darle una vita normale e un lavoro.<br />
<b>E' qui che il percorso di Violet alla scoperta dei sentimenti ha inizio.</b> Dovrà confrontarsi con tante situazioni differenti, alcune gioiose, altre tragiche e drammatiche che le insegneranno cosa vuol dire voler bene a qualcuno, essere arrabbiati, soffrire, ma nonostante tutto trovare una ragione per andare avanti. Comprenderà cosa vogliono dire le ultime e strane parole di Gilbert, <i>"ti amo"</i>. C'è un cattivo in questo viaggio dei sentimenti? Sì, possiamo dire che l'antagonista è il fratello maggiore di Gilbert, <b>Dietfried Bougainvillea</b>, che odia profondamente Violet, a causa delle sue abilità come assassina, ne è terrorizzato e sperava che morisse durante la guerra. Dopo aver perso il fratello avrà ancora più difficoltà a capire come Gilbert potesse provare pietà e affetto per quell'arma terrificante.<br />
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Il <b>character design</b> è molto bello e curato, pieno di dettagli, con grande attenzione agli abiti dei protagonisti. Ogni Doll ad esempio ha un suo stile: da quello più provocante di <b>Cattleya Baudelaire</b>, la principale bambola dell'agenzia, a quello più grintoso di <b>Iris Cannary</b>, per passare a quello decisamente retrò e romantico di Violet e al look androgino del postino dell'agenzia, <b>Benedict Blue</b>.<br />
Mi piace molto che in questo anime si sia posta attenzione alla <b>corrispondenza</b>, all'<b>importanza delle parole nella comunicazione di un messaggio</b>, bello o brutto che sia. In un mondo che corre a velocità supersoniche, fermarsi a scrivere, a spedire e a leggere una lettera può sembrare strano e antiquato, ma sapere che quella persona ha speso del tempo pensando a noi, cercando le parole giuste, che quel foglio sia passato tra le sue mani ha un sapore dolceamaro che dovremmo tutti riscoprire.<br />
<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-75544952980991447192019-12-03T12:45:00.000+01:002019-12-03T12:45:34.871+01:00Impressioni d'Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhc8rZ7HhTr7O9Op3idJMyQjrb9BIpfxBNxOjstLNQVWu9SO_xX6GqKWrezg1_L0pqU0GWDEhQi3cI5ySL-jnfqnlheIqgiahXsdJBrOLaXefqpdO0b0SMSKGRMhcpj4Hs4K2H1h8lmxa6/s1600/impressioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="268" data-original-width="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhc8rZ7HhTr7O9Op3idJMyQjrb9BIpfxBNxOjstLNQVWu9SO_xX6GqKWrezg1_L0pqU0GWDEhQi3cI5ySL-jnfqnlheIqgiahXsdJBrOLaXefqpdO0b0SMSKGRMhcpj4Hs4K2H1h8lmxa6/s1600/impressioni.jpg" /></a></div>
Dopo tanto penare, finalmente sono riuscita a prendermi qualche giorno di ferie per fare una puntata a <b>Milano</b>. Ci vado di tanto in tanto, visto che mia sorella abita da quelle parti. Ci divertiamo visitando <b>mostre</b>. Questa volta niente Palazzo Reale, ma <b>Mudec - Museo delle Culture</b> per la mostra <b><i>"Impressioni d'Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone". </i></b>Chi frequenta questo blog da un po' sa che per il <b>Giappone </b>e l'<b>Asia</b> ho una certa attenzione, se non una vera e propria passione, per cui questo particolare evento non potevo perderlo.<br />
La mostra sarà aperta fino al <b>2 febbraio 2020</b>, una bella data palindroma. Si tratta di una raccolta di opere proveniente dall'Italia e dall'Estero che raccontano le<b> influenze giapponesi nell'arte e nella cultura occidentali tra XIX e inizi del XX secolo</b>, in particolare in Italia e in Francia.<br />
In mostra ci sono oltre 170 opere: dipinti, stampe, oggetti d’arredo, sculture e oggetti di varia natura, dalle ceramiche alle armi, fino a una meravigliosa portantina.<br />
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In particolare la mostra prende in esame il giapponismo italiano, quindi il già citato Giuseppe De Nittis,<b> Galileo Chini</b>, artista profondamente affascinato dall’Oriente, <b>Vincenzo Gemito</b>, <b>Federico Zandomeneghi</b> e <b>Giovanni Segantini</b>, attivo interprete di immagini che facevano uso di questi stimoli.<br />
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Esempi di interesse per il Giappone e l'Oriente sono sicuramente due delle opere liriche più conosciute di <b>Giacomo Puccini</b>: la <b><i>Turandot</i></b>, ambientata in Cina, e <b><i>Madame Butterfly</i></b>, che racconta la tragica storia di Cho Cho-san. Di quest'ultima erano in mostra alcuni dei costumi di scena, kimono disegnati da <b>Giuseppe Palanti</b>, per la prima al Teatro della Scala nel 1904.<br />
Tra le opere che ho preferito ci sono quelle di <b>Hokusai </b>per la sua capacità di inserire un gran numero di dettagli mantenendo il disegno estremamente pulito. Caratteristica del disegno giapponese è quella di non avere ombre, ma una prospettiva ben chiara, con scorci anche molto audaci.<br />
Belli anche i <b>kakemono </b>(letteralmente: cosa appesa) realizzati da occidentali, tra l'altro firmati da personalità dell'epoca, tra politici, regine e attrici.<br />
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<b>Se siete appassionati di Giappone</b>, consiglio una visita alla mostra, perché capire come si sono <br />
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influenzati mondi così diversi tra loro è sempre affascinante. Si ha un assaggio di quanto l'Oriente abbia colpito l'immaginario occidentale e di come l'arte e l'arredo tra la fine dell'Ottocento e i primi 20 anni del Novecento abbia risentito dell'influenza delle stampe e dei tessuti che i mercanti e i collezionisti portavano in Europa.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm6DS-pNiVqiloIJf1AFgmtqEylPReRyUqF6ID1pPLuLLca77oEkNJ3gQ2SXjq-1xrqiUf__xwelQa87LoKpW1C_6xU1TjbKBg1gShiY-t3KSs7ZJEg_Vy6RbPg5WYKlO2UYiGzVKETsfg/s1600/IMG_20191123_125036.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm6DS-pNiVqiloIJf1AFgmtqEylPReRyUqF6ID1pPLuLLca77oEkNJ3gQ2SXjq-1xrqiUf__xwelQa87LoKpW1C_6xU1TjbKBg1gShiY-t3KSs7ZJEg_Vy6RbPg5WYKlO2UYiGzVKETsfg/s200/IMG_20191123_125036.jpg" width="200" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihs8s2YHmLokZ0MNJ3f6HMXvtMtiYW6xNweCZDgAowgTwUvccTuqQESZLdCqNMExrVGaekn3mHMgwwp4Q8GexykGGsSc6ZuufqaI75iKXDzRB9lPVBOR5VwdIRn6nMppRPTf_74Pl6EoDQ/s1600/IMG_20191123_121304.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihs8s2YHmLokZ0MNJ3f6HMXvtMtiYW6xNweCZDgAowgTwUvccTuqQESZLdCqNMExrVGaekn3mHMgwwp4Q8GexykGGsSc6ZuufqaI75iKXDzRB9lPVBOR5VwdIRn6nMppRPTf_74Pl6EoDQ/s200/IMG_20191123_121304.jpg" width="200" /></a></div>
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<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-56089460901348972512019-09-29T11:02:00.001+02:002019-09-29T11:02:55.041+02:00Diario di viaggio - Valladolid (18)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipprHaPcsoUhyGVLGNKG0VF8eJPq7gpi5v1PK0aR9F8soSeZCPM5lKcK8TvFMg-65HGhyphenhyphenEPkveurUddE-gTJriUZ1PiDalNdnGzzBOKU_RpANB3ScIvjEcUTTp8qJmELTSKo3M7WmJRrvf/s1600/IMG_20190314_212513.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipprHaPcsoUhyGVLGNKG0VF8eJPq7gpi5v1PK0aR9F8soSeZCPM5lKcK8TvFMg-65HGhyphenhyphenEPkveurUddE-gTJriUZ1PiDalNdnGzzBOKU_RpANB3ScIvjEcUTTp8qJmELTSKo3M7WmJRrvf/s320/IMG_20190314_212513.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Plaza Mayor, la prima costruita in Spagna</td></tr>
</tbody></table>
Se c'è una caratteristica ricorrente in questo blog, è l'<b>irregolarità nelle pubblicazioni</b> con due rubriche fisse: <b><i>Diario di viaggio</i></b> e <b><i>Gli Scacciapensieri</i></b>. Come io faccia a tenerle vive è un mistero anche per me. Come dice il titolo, prepariamoci ad un altro viaggio.<br />
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Avevo in mente di scrivere della mia toccata e fuga in <b>Spagna </b>da tempo, visto che ci sono stata a marzo, ma l'ho descritta talmente tante volte per le mie <b>corrispondenti </b>(sì, scrivo lettere a mano e uso quella cosa oscena che sono i servizi postali), che l'idea di riscrivere per l'ennesima volta tutta quanta la faccenda mi faceva venire i sudori freddi.<br />
Intanto in Spagna, a <b>Valladolid</b>, ci sono stata per lavoro, quindi lo spazio per il divertimento è stato limitato a qualche visita qui e là e alle cene, che erano di lavoro, ma <b>si mangia e si beve benissimo </b>nella penisola iberica.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUpIU0dV2RHChVXCiuaY9peffvqAet9w4boudZQfGIyH-PNT_2X5aqa8KwKQB1Nf2FR5SRjpR-uacVRyjJxtvwcKtcs_f5Q12lJS-FGJf6y9zOKM1bm5xhzjh6e_7_Zsr-nBM9a2S3NrIb/s1600/IMG_20190315_170926.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUpIU0dV2RHChVXCiuaY9peffvqAet9w4boudZQfGIyH-PNT_2X5aqa8KwKQB1Nf2FR5SRjpR-uacVRyjJxtvwcKtcs_f5Q12lJS-FGJf6y9zOKM1bm5xhzjh6e_7_Zsr-nBM9a2S3NrIb/s200/IMG_20190315_170926.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Santa Maria la Antigua</td></tr>
</tbody></table>
<b>Valladolid </b>è una provincia della <b>comunità autonoma di Castiglia e Leon</b>, si trova nel nord della Spagna. Ha un'origine molto antica, di popoli preromani e poi conquistata, come la maggior parte dell'Europa, dai discendenti di Romolo e Remo. Nel X secolo fu conquistata dai Musulmani e fu poi oggetto della famosa <b>Reconquista</b>. L'accenno a questo particolare fenomeno della storia è importante, perché, se è vero che a liberare il territorio dalla dominazione degli Arabi furono spedizioni di soldati e ordini militari, il territorio veniva presidiato da vari <b>ordini monastici</b>, gli unici con abbastanza coraggio da stabilirsi in luoghi non propriamente sicuri. Questo fece sì che i conventi di francescani e domenicani in particolare, diventassero estremamente ricci e potenti.<br />A Valladolid, proprio nel convento dei francescani, muore <b>Cristoforo Colombo </b>e qui visse anche <b>Cervantes</b>, alla corte di <b>Filippo III di Spagna</b>, anche perché Valladolid era la capitale del regno. Distrutta a causa di un massiccio incendio, la città era ancora in via di ricostruzione, quando i sovrani decisero di spostare la sede amministrativa e politica del regno a Madrid. Il segno più evidente di questa perdita di importanza della città sia ha nella <b>Cattedrale di de Nuestra Señora de la Asunción</b>, rimasta praticamente a metà della sua costruzione e rattoppata qui e là. Nell'operazione di costruzione di questa chiesa, sarebbe dovuta essere demolita la vecchia cattedrale gotica, che invece è giunta fino a noi, nota come <b>Chiesa di Santa Maria la Antigua</b>.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJekarTRp2vi_obl4zq8sTlXvQTSD9jQ0pBxpWOg-UJqyJrfNVBIeBnvWstfi877tSe5yJtRWtWQc01fZSdieGgPN-g13BJ_gI-3LkcrAuJ6BmRSlvMrGEEC3Fq6FzTJou-Ee38sbR1ufw/s1600/IMG_20190315_092259.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJekarTRp2vi_obl4zq8sTlXvQTSD9jQ0pBxpWOg-UJqyJrfNVBIeBnvWstfi877tSe5yJtRWtWQc01fZSdieGgPN-g13BJ_gI-3LkcrAuJ6BmRSlvMrGEEC3Fq6FzTJou-Ee38sbR1ufw/s320/IMG_20190315_092259.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiesa di San Pablo</td></tr>
</tbody></table>
Menzione d'onore per un'altra chiesa, quella di <b>San Pablo, </b>esempio di gotico isabellino di epoca quattrocentesca. Abbiamo lavorato per tre giorni davanti a questa chiesa, con una facciata imponente e completamente decorata da sculture e rilievi e da un caratteristico <b>recinto </b>davanti alla facciata che delimitava il territorio appartenente alla chiesa e, in caso di necessità di rifugio e asilo, bastava valicarlo per avere salva la vita. Lo stesso recinto si trova anche davanti all'<b>Università di Valladolid</b>.<br />
Accanto a San Pablo si trova il <b>Palazzo di Pimentel</b>, famoso perché qui nacque nel 1527 <b>Filippo II di Spagna</b>. Grande festa alla corte di... Spagna e con la festa nasce una <b>leggenda</b>: il fatto che il futuro sovrano fosse nato qui creò un piccolo problema: secondo la divisione parrocchiale, chi nasceva in palazzi che avevano l'ingesso in quella via dovevano essere battezzati nella <b>Chiesa di San Martín</b>, che però era considerata la chiesa dei poveri. Di conseguenza il re Carlo I di Spana pensò bene di far aprire un nuovo ingresso, allargando una finestra all'angolo della strada per raggiungere facilmente la Chiesa di San Pablo, Verità o leggenda una delle finestre è effettivamente stata manomessa e la grata che ora la protegge è caratterizzata da una catena a bloccarne "per sempre" l'apertura.<br />
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Ciò che caratterizza Valladolid, motivo anche del viaggio di lavoro, è la presenza del<b> Museo di Scultura Policroma</b>. Posso dire di non aver mai visto una concentrazione di statue in legno dipinte così elevata. Qui è stata raccolta quasi tutta la produzione della città, da <b>statue del periodo medievale</b> a <b>soffitti e cori lignei </b>di periodi successivi, senza dimenticare<b> pale d'altare </b>di dimensioni mastodontiche (ma musealizzate divise per questioni di conservazione e spazio). Non mancavano poi le <b>statue processionali della Settimana Santa</b>, perché Valladolid, come Siviglia, è conosciuta proprio per l'importante tradizione legata alla Pasqua. Il maggior autore, dalla produzione sterminata, è <b>Gregorio Fernández</b>, che si è spinto fino alla realizzazioni di intere scene della Passione di Cristo a grandezza naturale. Il tutto alla modica cifra di € 3,00.<br />
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Il viaggio è stato bello, nonostante il lavoro, il poco tempo per dormire e le corse contro tutto e tutti, pure contro le aperture posticipate dei negozi: alle 9.00 tutto ancora tace.<b> La rilassatezza degli spagnoli </b>è stata una forzatura per noi, ma alla fine ci siamo adattati benissimo anche al vino e ai salumi! Ottima l'<b>alta velocità</b> che in mezz'ora collega Madrid a Valladolid: 215 km in un battito di ciglia (se penso che 25 km era la distanza che nello stesso tempo percorrevo per l'università, mi viene da piangere).<br />
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Detto questo ci vediamo presto, spero, con altri post più leggeri: ne ho una lista intera!Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-46006515351258249682019-09-04T22:56:00.000+02:002019-09-04T22:56:01.947+02:00Simboli controversi: Zerocalcare e la bandiera imperialista giapponese<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjreCyBCPFPJAsFxXqP52SBzirToVG_DK-pfx99xttMfdWAGR2iCpr9KwbHfD2ox_9IblGMowo2Rss8KJBapLmqhnEPqJg6O4nQTQi6mMewGQxCKewJWQKBZ6r66GtFHbcXg1IuPFPs0o_X/s1600/70214857_10158895066692306_3451178119812087808_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="660" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjreCyBCPFPJAsFxXqP52SBzirToVG_DK-pfx99xttMfdWAGR2iCpr9KwbHfD2ox_9IblGMowo2Rss8KJBapLmqhnEPqJg6O4nQTQi6mMewGQxCKewJWQKBZ6r66GtFHbcXg1IuPFPs0o_X/s320/70214857_10158895066692306_3451178119812087808_n.jpg" width="320" /></a></div>
Sembra quasi una<b> lunga pausa estiva</b> fatta di proposito per spassarmela in vacanza; in realtà d'estate lavoro il triplo e trovare un momento per riflettere e scrivere su qualche argomento era difficile. Di argomenti da trattare ne ho un elenco lunghissimo, ma ad essere breve è il tempo che ho a disposizione.<br />
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<b>Zerocalcare</b>, fumettista romano, mi ha dato uno spunto interessante: il <b>misunderstanding</b>.<br />
In questi giorni ha dato alle stampe una sua nuova pubblicazione, <b><i>La scuola di pizze in faccia del professor Calcare</i></b>, una raccolta di sue vignette realizzate per il web, storie inedite e molto altro. Per la copertina ha chiesto il lavoro di un artista che si è occupato di realizzarle anche per altri suoi lavori, <b>Alberto Madrigal</b>.<br />
Come sempre Madrigal ha tirato fuori un bel disegno, ma qualcosa ha scricchiolato. Due fumettisti coreani della <b>Bao Publishing</b> hanno fatto notare qualcosa al fumettista, ovvero che <b>la copertina per come era fatta rievocava tristi momenti della storia del loro paese: l'imperialismo giapponese</b> che li ha dominati e repressi a lungo.<br />
<a name='more'></a><br />
Eh già. dietro un Zerocalcare ferito dalle pizze in faccia, si stagliava uno sfondo a raggiera rossa, per la precisione, 16 raggi rossi:<b> richiamava fedelmente la bandiera imperialista giapponese</b>. A questo punto<b> Bao Publishing ha scelto di cambiare sfondo</b>, considerando che non aveva un significato sostanziale. C'è chi ha trovato questa scelta opinabile e chi l'ha condivisa.<br />
<b>Io l'ho condivisa</b>, probabilmente perché conosco per motivi di studio quanto un simbolo possa avere accezioni completamente opposte da un lato all'altro del pianeta.<br />
<br />
So che la storia è sul podio delle materie più detestate a scuola, ma <b>gli attriti tra Corea del Sud e il Giappone sono più vivi che mai</b>. E' notizia di un mese fa che il Giappone ha tolto dalla White List Export lo stato con capitale Seul. Vuol dire che le esportazioni che la Corea compiva verso il Giappone, tendenzialmente di prodotti elettronici (la Samsung e la LG sono coreane, per esempio) da un mese a questa parte sono viste come potenzialmente pericolose e utilizzabili per fini militari contro il Giappone. Queste insinuazioni hanno creato un caso diplomatico in rapporti che non si sono mai distesi. Come mai?<br />
<br />Dell'Oriente abbiamo spesso un'idea molto vaga, ma tutti noi pensiamo al <b>Giappone </b>come la terra dei samurai e dell'onore. In realtà <b>i samurai sono una delle espressioni del sistema feudale che ha dominato il paese del Sol Levante per secoli</b>, fatto di <b>shogun </b>e <b>daimyo</b>, signori che avevano a servizio guardie private, che giuravano loro fedeltà, i samurai appunto. Con l'avvento dell'<b>Era Meiji</b>, si restaura il potere dell'imperatore, che avvia anche la <b>modernizzazione </b>dello stato. E cosa c'era di più moderno a cavallo tra XIX e XX secolo se non la <b>colonizzazione </b>di territori vicini e lontani? Ecco che il Giappone e la Russia si accordarono per l'espansione nei territori limitrofi: Cina, Taiwan e, tra il 1095 e il 1910, <b>il Giappone estende il suo protettorato sulla Corea</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbJn_Paf7QiDs4_w8hKhGGb0u_Dcgajpt0C8AGdfFQCU9uIuXgf9aY692z7YqWNARrbsBDnJ2SlUjixNTg7rMaYgN2MV89babQvnyQxl09GQxL5YZgk28hRsCUwoaTnlis_fJWn-XGFKhc/s1600/gi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbJn_Paf7QiDs4_w8hKhGGb0u_Dcgajpt0C8AGdfFQCU9uIuXgf9aY692z7YqWNARrbsBDnJ2SlUjixNTg7rMaYgN2MV89babQvnyQxl09GQxL5YZgk28hRsCUwoaTnlis_fJWn-XGFKhc/s1600/gi.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un kamikaze della Seconda Guerra Mondiale<br />che indossa la bandiera del Sole Nascente</td></tr>
</tbody></table>
<br />Poco tempo dopo scoppia la Prima Guerra Mondiale, che fa sentire i suoi effetti anche in Asia, e negli anni '20 sale al trono <b>Hirohito</b>: sarà oggetto di caricature e cartoni animati americani, alla stregua di Hitler e Mussolini, anche perché con loro si alleerà.<b> L'Impero giapponese e i suoi domini oltre i confini nazionali nipponici cadranno con la fine della Seconda Guerra Mondiale, insieme alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. </b><br />
Per tutto questo tempo, la bandiera utilizzata è quella appartenuta originariamente alle forze militari, ma che con l'inizio dell'Era Meiji diventa la bandiera nazionale, quella che viene sventolata durante le conquiste e le invasioni. La<b> Bandiera del Sole Nascente</b> diventa per Corea, Cina e Taiwan una bandiera negativa, simbolo di <b>nazismo, militarismo e imperialismo</b>, tanto che tutt'ora viene sventolata da frange nostalgiche di quel periodo, un po' come i nostri neofascisti o i neonazisti tedeschi. Va da sé che <b>vedersela comparire su un libro a fumetti poteva creare qualche imbarazzo</b>, considerando che viviamo in una società multietnica e ciò che ci sembra lontano è invece vicinissimo.<br />
Quello che colpisce è che <b>in Giappone la bandiera utilizzata oggi,</b> che è quella con il semplice disco del sole disegnato su e chiamata <i>Hinomaru</i>, <b>è di uso controverso</b>, tanto che solo da vent'anni è per legge la bandiera nazionale. Un po' come l'inno nazionale tedesco, che per anni è stato privato delle parole perché veniva considerato troppo nazionalista e le ferite della Seconda Guerra Mondiale bruciavano ancora (<i>Germania, Germania, al di sopra di tutto, al di sopra di tutto nel mondo </i>in effetti non suona molto accomodante...)<br />
<br />
Sedici raggi rossi per noi sono uno sfondo dinamico senza nessuna caratterizzazione, mentre per qualcuno è un simbolo orribile. <b>Sta alla nostra sensibilità e cultura comprendere e adottare soluzioni condivise</b>, perché il mondo è diventato piccolo e la Corea e il Giappone non sono più così lontani.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-46132167333201107772019-06-21T16:29:00.000+02:002019-06-21T16:29:47.501+02:00Slam Dunk - Takehiko Inoue<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjneYYl8IYsVwvuXujowlkC_97jqOrtKbz0zUehyGtsR18n5VRLL2k7XDGeRhJdotwK1rRMUWOOo7sSZfuIzyDtqxSq87InQyAHWyRvmTDqdUfY3lAf1qnhJQZTZeMpAvct4CpjMP8zmeXz/s1600/ffD6vIm.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjneYYl8IYsVwvuXujowlkC_97jqOrtKbz0zUehyGtsR18n5VRLL2k7XDGeRhJdotwK1rRMUWOOo7sSZfuIzyDtqxSq87InQyAHWyRvmTDqdUfY3lAf1qnhJQZTZeMpAvct4CpjMP8zmeXz/s400/ffD6vIm.jpg" width="400" /></a></div>
Estate, tempo di giochi all'aperto per molti, per me di grandi ritorni.<br />
Questa volta l'attenzione cade su un manga che potremmo definire un cult degli <b>spokon</b>, quelli che preferisco in assoluto. L'ho citato l'anno scorso, quando ho parlato di <b><i><a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2018/06/haikyu-haruichi-furudate.html" target="_blank">Haikyuu!!</a></i></b>, ne ho parlato sei anni fa quando ho scritto di <b><i><a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2013/08/real-laltra-faccia-del-basket.html" target="_blank">Real</a></i></b>.<br />E' arrivato il momento di <b><i>Slam Dunk</i></b>.<br />
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31 volumetti, disegnati dal grande <b>Takehiko Inoue</b>, pubblicati dal 1990 al 1996. Sì, tanto tempo fa. All'epoca la pallacanestro non era per nulla uno sport seguito in Giappone, non esisteva nemmeno una lega professionistica (che è nata nel 2005 e soppressa nel 2016), e <b>Inoue decise di fare una scommessa con sé stesso. </b><br />
<a name='more'></a><br />
Aveva praticato questo sport alle superiori e aveva deciso che sarebbe stato il tema del suo primo fumetto serializzato.<br />
Veniamo così a conoscenza di <b>Hanamichi Sakuragi</b>, quindicenne teppistello dai capelli rossi e campione di due di picche ricevuti dalle ragazze della sua scuola media. Al liceo <b>Shohoku </b>la tradizione sembra ripetersi, con grande divertimento dei suoi amici. E' qui, però, che una ragazza, <b>Haruko Akagi</b>, lo nota per la sua altezza e gli chiede<i> "Ti piace il basket?". </i><br />
Questa semplice domanda sarà il motore di tutto quanto, perché Hanamichi farebbe qualunque cosa per conquistare il cuore di Haruko, compreso iscriversi al club di basket.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWyjg5X2w9wbuFm2fIKD9XLh3rpFHKdQoiml83WXNnqRXvM6LnA58LpDTD38j4l7KtR0Iket2gPhMi39TGuP-_VgxIoN5iVJ-VDLbkWjAXUUhyphenhyphenu4SaxhyVjpvS4XPNqavvwwXghhmkXpHQ/s1600/rukawa.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="936" data-original-width="1200" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWyjg5X2w9wbuFm2fIKD9XLh3rpFHKdQoiml83WXNnqRXvM6LnA58LpDTD38j4l7KtR0Iket2gPhMi39TGuP-_VgxIoN5iVJ-VDLbkWjAXUUhyphenhyphenu4SaxhyVjpvS4XPNqavvwwXghhmkXpHQ/s320/rukawa.jpg" width="320" /></a>Incontriamo il capitano, <b>Takenori Akagi</b>, nonché fratello maggiore della ragazza, solido centro della squadra, che ha come sogno quello di vincere i campionati nazionali. E' il vero collante della cinquina che scenderà in campo, quello su cui si può fare affidamento sempre, è il ragazzo serio, bravo nello sport e negli studi. Sakuragi lo ribattezzerà Gorilla. Conosciamo il fidato <b>Kiminobu Kogure</b>, vicecapitano, Quattrocchi per il rossino, quasi materno nel modo di gestire i rapporti tra i compagni di squadra, capace di grande coraggio e fermezza. Ad accompagnarli la manager, <b>Ayako</b>, che si rivelerà fondamentale nell'allenamento del protagonista e nella gestione di un altro paio di combinaguai che fanno parte della squadra.<br />
<br />
Uno di questi è il playmaker <b>Ryota Miyagi</b>, perdutamente innamorato di lei, nanerottolo, ma scattante e agile come un gatto, se la deve vedere con i grandi registi delle squadre avversarie, tutti irrimediabilmente più alti di lui. Abbiamo poi il mio preferito, <b>Hisashi Mitsui</b>, Michi per Sakuragi, tiratore da tre punti della squadra. La sua storia è quasi drammatica: nominato MVP alle medie, si iscrive al club con Akagi e Kogure, ma per via di un infortunio è costretto a lasciare la pallacanestro per un po', venendo sommerso da ansia e senso di inferiorità, quando la squadra va avanti senza di lui. Per questo motivo detesta Miyagi, nuova promessa del club, tanto da averlo mandato all'ospedale l'anno prima. Decide di irrompere nella palestra per scatenare una rissa e decretare lo scioglimento della squadra. Nel parapiglia generale, l'apparizione dell'allenatore <b>Anzai</b>, per lui un idolo, farà in modo di rimettere tutto a posto e riaccoglierlo in squadra.<br />
<br />L'ho lasciato per ultimo, ma è quasi un coprotagonista:<b> Kaede Rukawa</b>, matricola come Sakuragi, con la differenza che questi è un giocatore incredibile. Giocate strabilianti, poche parole, la maggior parte insulti per il rossino, nessun sorriso o quasi, ossessionato dal basket e dalla rivalità con i migliori. <b>Rukawa</b> <b>è ciò a cui inconsciamente tende Hanamichi</b>, che inizia a praticare questo sport considerandosi un genio, in realtà è una vera schiappa.<br />
<br />
<b>Il manga racconta il suo sviluppo come giocatore</b>, con alti e bassi, tanti bassi, per trovare infine un posto in quel mondo fatto di salti, palle e canestri. A differenza di altri <i>spokon</i>, <b>la vittoria non è scontata </b>e proprio questo fu il<b> problema della trasposizione animata, rimasta incompiuta.</b><br />
<b>Fino a questo momento nei manga e anime sportivi, il protagonista vinceva il campionato nazionale</b>, doveva necessariamente vincerlo. Era il coronamento degli sforzi e degli allenamenti estenuanti, il premio per aver battuto tanti rivali, che ricevevano anche loro una ricompensa: è vero, erano stati sconfitti, ma dalla squadra campione.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYsKpDNGxTh_9h0XnKHdD3m9rw7H30P3QbtQzs0gvb-yDEotG4qVzZA6SbYvDibS9Gg9N8kNNm5rvy2D_mrrKUUpL5YWAAVA9EvJRLslpnrn5A55KA9dZveSyVk_iJMPZnMlogjKagACBo/s1600/akagimistui.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="625" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYsKpDNGxTh_9h0XnKHdD3m9rw7H30P3QbtQzs0gvb-yDEotG4qVzZA6SbYvDibS9Gg9N8kNNm5rvy2D_mrrKUUpL5YWAAVA9EvJRLslpnrn5A55KA9dZveSyVk_iJMPZnMlogjKagACBo/s200/akagimistui.jpg" width="125" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPY0tS2rwHLBDpgJx1n01a8uaB07DnnQnr-1ai4ofMOvxLsNTna8UfwW0uuATZQK00ha1hKFM2sA-570zoEYWozFbrhWyhcxHWsdy-zNL_agkjR9iiiGShmMIJcWM2RlHH_yyWMA1YtIOK/s1600/mitsui.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="625" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPY0tS2rwHLBDpgJx1n01a8uaB07DnnQnr-1ai4ofMOvxLsNTna8UfwW0uuATZQK00ha1hKFM2sA-570zoEYWozFbrhWyhcxHWsdy-zNL_agkjR9iiiGShmMIJcWM2RlHH_yyWMA1YtIOK/s200/mitsui.jpg" width="125" /></a></div>
<br />
In 101 puntate dell'anime, si è potuto assistere alla trasposizione di due terzi del manga, ovvero fino a quando lo Shohoku si qualifica per partecipare agli agognati campionati nazionali. Il motivo è che <b>Inoue declinò la proposta della casa produttrice di modificare il finale da lui scritto e per questo motivo, nonostante il successo, si scelse di non realizzare una seconda serie animata</b>.<br />
<br />Nel manga lo Shohoku sarà protagonista di solo due partite nel campionato, la prima contro il <b>Toyotama</b>, una squadra non ha nulla da invidiare a una gang di teppisti, e la seconda contro il campione in carica, il <b>Sannoh</b>. L'ultima partita ha una durata di 7 volumi su 31. E' una partita in cui<b> lo Shohoku verrà smontato pezzo per pezzo</b>, dove tutti i componenti della squadra avranno un momento a loro dedicato per valutarne pregi e difetti e durante la quale Hanamici risponderà alla domanda di Haruko: <i>"Ti piace il basket?"</i><br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<i>"Mi piace da impazzire. Questa volta non è una bugia"</i></blockquote>
<b>Lo Shohoku vincerà contro il Sannoh</b>, dando fondo a tutte le sue energie, e sappiamo che perderà clamorosamente la partita successiva, perché stremato da quell'incontro impossibile.<br />
<br />
<b>Il disegno di questo manga è meraviglioso.</b> Lo so, so di essere di parte, ma <b>la crescita di Inoue dal primo volume alle battute finali è strabiliante</b> e in alcune tavole parla solo attraverso le immagini, non ci sono dialoghi a cui appellarsi, eppure il <b>coinvolgimento emotivo</b> nello sviluppo dei personaggi è qualcosa che prende nel profondo. Non sono mai mancati i momenti divertenti, per cui diventa piacevole leggere questo manga, con dei superdeformed davvero esilaranti.<br />
Qualche anno fa per i vent'anni della pubblicazione del manga, ha ridisegnato le copertine e sono dei disegni magnifici. <b>Io sono innamorata del suo tratto e per me è il più bello in assoluto</b>.<br />
<b><br /></b>
<b>In questa descrizione ho tralasciato tanto</b>, tantissimo, specie gli avversari che affrontano: il <b>Ryonan </b>di <b>Sendoh </b>e <b>Uozumi</b>, fondamentali per lo sviluppo di Akagi e Rukawa; lo <b>Shoyo </b>di <b>Fujima </b>che sarà il primo vero avversario di Miyagi; il <b>Kainan</b>, campione della prefettura di Kanagawa dove è ambientato il manga, con <b>Maki</b>, giocatore perfetto, <b>Kyota</b>, matricola rivale di Rukawa e Hanamichi, e <b>Jin</b>, tiratore da tre punti che rivaleggia con Mitsui.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzuMwr81mVhGC9DH5JrBNR9wQTB-3ekJHJ3cnwerKMkXZ8FgIidCgsczPFzoxdHRxM_j-Zq2Ci6cryE8iUsvoxDZMq5X20vLi82kdCWBVVIRPRZI8Ax1gN3ZLMtPg4jsSMG1XmY3fZVuCs/s1600/clap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1258" height="317" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzuMwr81mVhGC9DH5JrBNR9wQTB-3ekJHJ3cnwerKMkXZ8FgIidCgsczPFzoxdHRxM_j-Zq2Ci6cryE8iUsvoxDZMq5X20vLi82kdCWBVVIRPRZI8Ax1gN3ZLMtPg4jsSMG1XmY3fZVuCs/s400/clap.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Ci sarebbero tante curiosità da sviluppare, come il <b>doppiaggio italiano</b>, di quelli fatti bene, anche se con diverse licenze:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>il direttore del doppiaggio, Nicola Bartolini Carrassi dirige un cast di doppiatori, capitanato da Diego Sabre, Ivo De Palma (il Pegasus dei Cavalieri dello Zodiaco) e Federica Valenti, che diede voce a un adattamento che aggiungeva tutta una serie di termini e frasi volgari. Un tripudio di Vaccamaiala, ma-che-ficco-mi-ci-ficco, mezza-sega, in un clima totalmente anarchico, in cui i doppiatori si divertirono ad esagerare, andando a briglie sciolte e trasformando i protagonisti in una banda di maniaci sboccati. E se vi state giustamente domandando: “Ma nessuno si accorgeva della cosa?”, la risposta è “Sì, ma gli episodi venivano consegnati a MTV [a cui si deve la prima messa in onda] all’ultimo secondo”. Letteralmente. Pochissime ore prima della messa in onda, quando nessuno poteva più farci nulla.(<a href="https://blog.screenweek.it/2019/03/7-cose-che-forse-non-sapevate-su-slam-dunk-673611.php" target="_blank">link</a>)</i></blockquote>
Vi lascio con un video. Nel 2004, quando le vendite di<i> Slam Dunk</i> superarono i cento milioni, Takehiko Inoue ha organizzato una serie di iniziative uniche nella storia del manga tra cui un'esibizione di tre giorni nell'edificio in disuso di un liceo di una città di mare, durante la quale <b>ha disegnato l'ultimo inedito episodio del manga, direttamente sulle lavagne della scuola! </b><br />
<b><br /></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/6ZBExrZ9S7s/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/6ZBExrZ9S7s?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<b><br /></b>Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-62893662235649991692019-06-05T21:15:00.001+02:002019-06-05T21:15:05.459+02:00Innocenza violata e le sue conseguenze: "Io so' Carmela" <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgQtjsnCQZmpJTlQRpauhVSKNDuNQxfX7UggifP5044wa3i_BBtpctRfv4hFCVAJ68NqqIxDnIp_ynGkIj7mGLSvB0sm2RnnTmkzNarp4EX1Fu3FIPJVX5ebu_dJoHIZsK8rv2iM5vH8yz/s1600/io-so-carmela-570x570.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="570" data-original-width="570" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgQtjsnCQZmpJTlQRpauhVSKNDuNQxfX7UggifP5044wa3i_BBtpctRfv4hFCVAJ68NqqIxDnIp_ynGkIj7mGLSvB0sm2RnnTmkzNarp4EX1Fu3FIPJVX5ebu_dJoHIZsK8rv2iM5vH8yz/s320/io-so-carmela-570x570.jpg" width="320" /></a></div>
Il caso del <b>suicidio assistito di Noa Pothoven</b> sta facendo il giro del mondo. Quello che colpisce è che finora l'eutanasia e il suicidio assistito riguardavano persone con <b>malattie incurabili</b> che, prima di tutto, le debilitavano nel fisico, rendendo in senso pratico la loro vita difficile, provocando dopo sofferenza psicologica. Nel caso di Noa il disagio più che nel corpo era nello spirito, finita in una <b>spirale di depressione e anoressia </b>che le ha fatto desiderare la morte.<br />
Volendo, avrebbe potuto suicidarsi in tutti i modi possibili, però ha deciso di farlo in modo controllato dalle istituzioni.<br />
Non mi permetto di iniziare una discussione etica e morale, non sono in grado di valutare se sia giusto o sbagliato. Leggendo la sua storia, però, mi è tornato in mente un <b>graphic novel</b> che ho comprato diversi anni fa e che racconta una storia simile, <b>ispirato al diario di Carmela Cirella</b>, ritrovato dopo la sua morte.<br />
<b><i>Io so' Carmela </i></b>è stato scritto da <b>Alessia di Giovanni</b> e disegnato da<b> Monica Barengo</b>, pubblicato da <a href="http://www.beccogiallo.it/" target="_blank">Beccogiallo</a>, racconta la storia di una ragazzina di Taranto di soli 13 anni,<b> violentata tre volte in quattro giorni</b> da persone diverse. La violenza è solo l'inizio.<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Ho cominciato un diario. L'ho chiamato 'la storia più brutta della mia vita"<a name='more'></a></i></blockquote>
<b>Lo scrive di suo pugno, quando si trova in una comunità.</b> Sì, lei si trova in una comunità, non i suoi carnefici. Il suo diario è la fonte d'ispirazione del fumetto e ci guida in <b>una spirale di eventi traumatici.</b> Carmela era seguita dai servizio sociali del comune, dopo una segnalazione, un caso senza prove di molestie sessuali, archiviato, avvenuto davanti scuola. Era seguita anche la famiglia per via di una storia complicata.<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Continuo a piangere. Voglio morire. Non vedo l'ora di vedere i miei"</i></blockquote>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZknilPLXM56vZYtOqkJQG9AkVX9v-SaTh9CAtk4Afbr09PJRyGsQ13yo5eYgLC8ZdQhRgVEJH5-lNLYwzHF0kFN26-51Fb4HSm8xONZDB6xP8N_pmbNi5eNjhzW2BJZnlDUx5on8C4Ecm/s1600/io-so-carmela3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZknilPLXM56vZYtOqkJQG9AkVX9v-SaTh9CAtk4Afbr09PJRyGsQ13yo5eYgLC8ZdQhRgVEJH5-lNLYwzHF0kFN26-51Fb4HSm8xONZDB6xP8N_pmbNi5eNjhzW2BJZnlDUx5on8C4Ecm/s200/io-so-carmela3.jpg" width="200" /></a>Ma come ci è finita? Come inizia davvero questa storia? <b>Carmela scappa di casa</b> nel novembre del 2006. Quattro giorni durante i quali <b>Carmela viene stuprata tre volte</b>. Prima l'adesca un minorenne al mercato, che l'avrebbe poi consegnata a un altro uomo, un tossicodipendente. Carmela riesce a scappare e <b>chiede aiuto a un suo amico, </b>qualche anno più grande.<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Volevo restare abbracciata a lui"</i></blockquote>
Invece<b> con la forza la violenta.</b> Scappa ancora una volta e <b>viene fermata da due ragazzi di Acierale</b>, di 26 e 27 anni. Sono ambulanti, vendono statue, ed è sul loro camper che abusano contemporaneamente della ragazzina. E' a questo punto che, ritrovata da un conoscente, <b>Carmela torna a casa.</b> Al pronto soccorso comprendono cosa è successo e lei <b>denuncia, fa nomi e cognomi</b> e, per via della sua situazione pregressa, viene mandata in comunità. <b>Può sembrare un lieto fine, eppure qui iniziano gli interrogatori, le accuse, i dubbi.</b><br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"La cosa peggiore in questa situazione è non essere creduta. Lo leggo nei loro occhi, sulle loro facce, nei loro gesti. Dopotutto sono stata io a scappare"</i></blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVr1nnB8893AbujX9gDK7xR0LCU1YPFCd_nk4ZEBNfUu66htc9YvpxkhbaGuCVCWLwpDYFUjGyLhNzaGk0DmMdEcqm8sFgb1BXyDYCs9V80fF_aE8KG1VRGXA56PJ6hSM2Jcb1gchOKhgr/s1600/io-so-carmela7.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVr1nnB8893AbujX9gDK7xR0LCU1YPFCd_nk4ZEBNfUu66htc9YvpxkhbaGuCVCWLwpDYFUjGyLhNzaGk0DmMdEcqm8sFgb1BXyDYCs9V80fF_aE8KG1VRGXA56PJ6hSM2Jcb1gchOKhgr/s200/io-so-carmela7.jpg" width="200" /></a></div>
Le viene impedito di vedere i suoi genitori e, senza che questi ne sappiano niente,<b> le vengono prescritti psicofarmaci</b>. Carmela cambia comunità, ci sono regole meno ferree, può tornare ad avere contratto con la famiglia e<b> i medici interpellati si sorprendono della dose folle di medicinali che assume</b>.<br />
<br />Un finesettimana Carmela torna a casa. Quel 15 aprile del 2007 <b>Carmela decide di buttarsi dal settimo piano </b>di un condominio nel quartiere Paolo VI di Taranto.<br />
<br />
Quello che denuncia <b>Alfonso Frassanito</b>, papà di Carmela, quello che lei scrive nel diario ritrovato nella comunità, è <b>l'abbandono da parte delle istituzioni</b>, l'immobilità delle indagini, la mancanza di correttezza nelle procedure, <b>quasi che lo stupro di una ragazzina sia qualcosa di poco conto</b>.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxLAKVfvZAHuP7LKOPE2Y6EA6h6MwSQNqnLvedfS7Sm7XT3CsYQJ8NrZJqR19q5NzcdI3zF9MEpz9rKTSR2C2oZZU87QC4L0RYK1eE5S8HKezWqLuwqDmMvCP9X8azgmShjFK-ODfS8wYJ/s1600/io-so-carmela9.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxLAKVfvZAHuP7LKOPE2Y6EA6h6MwSQNqnLvedfS7Sm7XT3CsYQJ8NrZJqR19q5NzcdI3zF9MEpz9rKTSR2C2oZZU87QC4L0RYK1eE5S8HKezWqLuwqDmMvCP9X8azgmShjFK-ODfS8wYJ/s200/io-so-carmela9.jpg" width="200" /></a>Carmela si sente sola, si sente responsabile di quello che è successo e legge sui volti delle persone che <b>se l'è andata a cercare</b>: è lei che è scappata, è lei che è andata a casa dell'amico, è lei che è stata una ragazzina ribelle.<br />
<br />
Nelle tavole delicate di Monica Barengo, <b>Carmela è l'unica a vestire di un colore</b>, il rosso, forse perché il lettore non deve staccarle gli occhi di dosso, ma deve seguirla costantemente, vedere che fine fa quella ragazzina e come la trattano gli adulti che avrebbero dovuto proteggerla.<br />
<b>La vita può diventare insostenibile, quando qualcosa dentro si è rotto</b>, per questo, oltre ad un profondo dispiacere per due persone devastate dagli eventi, non me la sento di giudicare niente, perché non sono in grado di capire fino in fondo come Carmela e Noa si sentissero.<br />
<br />
Nota: Ad oggi i due minorenni coinvolti nelle violenze ai danni di Carmela sono stati condannati solo ad una "messa alla prova" e hanno la fedina pulita. Il tossicodipendente è stato assolto e solo i due siciliani hanno avuto nel 2014 una condanna a 10 anni e 9 anni e 6 mesi.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-60918632725149756992019-05-26T09:00:00.000+02:002019-05-26T16:05:14.742+02:00La mafia è una montagna di merda: la strage di Via dei Georgofili<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOGEzdPG08leO9Htqv1wcxFi5Ml0Yup3zb3fmxw7Yl_OqlZR4MBFVlFtEw7bvDJdlIwYPKB-0DyvuPB57IxTQVLRKwYyYc3jBXoNkuKSi0-8sTIsiuXSMDbe33i_TwrPLz6UmO5ukof_Vk/s1600/il+concerto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1100" data-original-width="1600" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOGEzdPG08leO9Htqv1wcxFi5Ml0Yup3zb3fmxw7Yl_OqlZR4MBFVlFtEw7bvDJdlIwYPKB-0DyvuPB57IxTQVLRKwYyYc3jBXoNkuKSi0-8sTIsiuXSMDbe33i_TwrPLz6UmO5ukof_Vk/s400/il+concerto.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quello che resta de "Concerto musicale" di Bartolomeo Manfredi</td></tr>
</tbody></table>
Oggi ricorre l'anniversario di un evento tragico, una strage di mafia avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993. Era l'anno delle <b>stragi mafiose</b>, quelle che avevano ucciso <b>Falcone e Borsellino</b>, quelle che vedevano Cosa Nostra agire nel peggiore dei modi per far guerra allo Stato.<br />
<br />
Oltre alle vite delle persone, che si tratti di civili o di esponenti delle forze dell'ordine e della magistratura, politici (di quelli veri!) che mettevano la faccia nella lotta, <b>le mafie hanno distrutto anche molte opere d'arte </b>e proprio la <b>strage di Via dei Georgofili </b>è un esempio chiaro.<br />
277 chilogrammi di esplosivo furono stipati in un Fiorino e l'auto parcheggiata in quella via, adiacente alla Galleria degli Uffizi di Firenze.<br />
All'una di notte un boato sveglia la città. E' crollata la Torre dei Pulci, dove è ospitata l'<b>Accademia dei Georgofili,</b> fondata nel 1753 e operante nel settore degli studi di agronomia, selvicoltura, economia e geografia agraria.<br />
<a name='more'></a><br />
<blockquote class="tr_bq">
<i><b>Crollano tre piani di storia</b>, lo scoppio risucchia la famiglia di Fabrizio Nencioni, ispettore dei vigili urbani, e di Angela Fiume, custode dell' Accademia. Abitano al terzo piano della Torre e scompaiono in un lampo di fuoco insieme alle due bambine, Nadia e Caterina. Ore 1.06 - Via dei Georgofili e via Lambertesca, strade strette che amplificano l' effetto dell' esplosione, sono un inferno senza luce. Il palazzo davanti all' Accademia prende fuoco. Al terzo piano c' è una giovane coppia. La ragazza riesce a scappare. Si chiama Francesca Chelli, 22 anni, spezzina, studentessa di architettura. E' coperta di ustioni. Dario Capolicchio, il suo fidanzato, invece sparisce nel rogo. Alcuni testimoni vedono una figura barcollare verso la finestra. E' avvolta dalle fiamme, tenta di sporgersi, alza le braccia, ma casca all' indietro. Più tardi troveranno solo un cadavere carbonizzato. (<a href="https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/05/28/hanno-colpito-firenze-al-cuore.html?ref=search" target="_blank">La Repubblica, 28 maggio 1993</a>)</i></blockquote>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAFcswVpQ_1fOREJPbMESxIuXz4w4IO-sSQrTanLpTSCfAtXbS8_tUwk8sVl1Br9Od2jcjVT7bhv6KjEuMRBrJR6aXEIeZigFvDn19Rt5WaIUGJg_kgnmALi8X5pFHgCsN9o7ES2pBAKPG/s1600/georgofili2-604x493.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="494" data-original-width="604" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAFcswVpQ_1fOREJPbMESxIuXz4w4IO-sSQrTanLpTSCfAtXbS8_tUwk8sVl1Br9Od2jcjVT7bhv6KjEuMRBrJR6aXEIeZigFvDn19Rt5WaIUGJg_kgnmALi8X5pFHgCsN9o7ES2pBAKPG/s320/georgofili2-604x493.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una prima immagine dei danni subiti dai dipinti</td></tr>
</tbody></table>
La deflagrazione con la sua onda d'urto ha coinvolto anche i palazzi vicini, che vengono evacuati. Una quarantina i feriti e poi la grande ferita dell'arte<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i><b> La gravità dei danni agli Uffizi è sotto gli occhi di tutti</b>. Porte scardinate, finestre divelte. La direttrice del museo, Anna Maria Petrioli Tofani, e il soprintendente Antonio Paolucci arrivano per un sopralluogo. Un giro da brividi: i<b>l Corridoio Vasariano è stato violentato dalla spinta della bomba. Mitragliate di vetri hanno squarciato alcuni quadri, sfregiato le statue, distrutto volte e lucernari</b>. </i></blockquote>
Danneggiati irreparabilmente sono il <b><i>Concerto musicale</i></b> e i <b><i>Giocatori di carte</i></b> di Bartolomeo Manfredi, l'<b><i>Adorazione dei pastori</i></b> di Gerrit van Honthorst, <b><i>Aquila </i></b>di Bartolomeo Bimbi e altri dipinti, <b><i>Avvoltoi, gufi e beccaccia</i></b> di Andrea Scacciati, <b><i>Scena di caccia</i></b> di Francis Grant e <b><i>Grande cervo in una palude</i></b> di Edwin Landseer.<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnYx6y7gAFHMA79tCrUVpiDDIqj24c2TykLSf3oVe2oMkj7GhZPvBCCfsD4RPkUOqWAaB4e7KFb3FzUx093wDPxT0VcTEfFmvaGpEnA7IRBgAWFahlUVqWtyyRq5dT_yc01oBWL9Aolwrg/s1600/gerrit-van-honthorst-adorazione-dei-pastori-prima-1993-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1136" data-original-width="1480" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnYx6y7gAFHMA79tCrUVpiDDIqj24c2TykLSf3oVe2oMkj7GhZPvBCCfsD4RPkUOqWAaB4e7KFb3FzUx093wDPxT0VcTEfFmvaGpEnA7IRBgAWFahlUVqWtyyRq5dT_yc01oBWL9Aolwrg/s320/gerrit-van-honthorst-adorazione-dei-pastori-prima-1993-1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Prima e dopo dell' "Adorazione dei pastori" <br />
di Gerrit van Honthorst, detto Gherardo delle Notti</td></tr>
</tbody></table>
I soccorsi furono tempestivi, anche quelli riservati alle opere danneggiate. La valutazione fu fatta in fretta e in tempi record sono stati avviati i restauri, che hanno recuperato quanto possibile, ma il danno resta. La paura resta. La consapevolezza che niente e nessuno fosse al sicuro dovunque in Italia in quegli anni era la norma. Non ho memoria di questa strage, come invece ho in mente le immagini del telegiornale della strage di Capaci.<br />
Quando si dice che <i>la mafia è una montagna di merda</i>, mutuando le parole di Peppino Impastato, si segue una logica ben chiara: <b>la mafia non guarda in faccia a nessuno</b>, non si preoccupa né di una bambina di 50 giorni, la piccola Caterina, morta nel crollo della Torre dei Pulci, né di opere d'arte custodite in uno dei più importanti musei al mondo. <b>Non esiste una mafia etica, non esiste una morale nella mafia</b>, esiste solo il profitto degli affiliati, niente di più.<br />
<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-85767800175325054462019-05-21T17:06:00.000+02:002019-05-21T17:09:30.733+02:00La fontana di Ontani a Vergato e l'Arte Degenerata<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0SmIKyWquQ4RpOsBnM05uWjouDjWFF9m3-DPe0ftWqFMoVjimhHkxaZRupmxZ97-FDOmTMJby9XLXApXTsikLIt9oX-UnAOkZuFvSmKXGw8K136GoHpjBdO0vQ7nZSIGG5xzruDIb7d_v/s1600/statua-ontani-vergato.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0SmIKyWquQ4RpOsBnM05uWjouDjWFF9m3-DPe0ftWqFMoVjimhHkxaZRupmxZ97-FDOmTMJby9XLXApXTsikLIt9oX-UnAOkZuFvSmKXGw8K136GoHpjBdO0vQ7nZSIGG5xzruDIb7d_v/s320/statua-ontani-vergato.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La statua dello scandalo</td></tr>
</tbody></table>
Avevo seguito molto distrattamente la polemica esplosa su una fontana, intitolata <i><b>R</b></i><span style="background-color: white; color: #010101; font-family: "merriweather" , "georgia" , "verdana" , sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px; text-shadow: rgba(0 , 0 , 0 , 0.01) 0px 0px 1px;"><b style="font-style: italic;">enVergatellAppenninMontovolO</b>,<i> </i></span>opera in bronzo e marmo di <b>Luigi Ontani</b>, installata a Vergato, davanti alla stazione dei treni. Ancora di più mi veniva letteralmente da ridere quando <b>Simone Pillon</b>, che di mestiere fa l'avvocato, lanciava giudizi personalissimi, senza avere nessuna qualifica in merito. Si è arrivati addirittura a mettere in scena un <b>finto esorcismo</b>, ma ancora mi facevano ridere. Poi, però, è bastato un aggettivo in un commento qualunque a far scattare la molla: <b><u>degenerato</u></b>.<br />
<br />
In quel commento si diceva che gli artisti si definiscono acculturati, ma sono soltanto dei degenerati.<br />
<b>Non sono qui per difendere Luigi Ontani</b>, che si difende benissimo da solo, semplicemente mostrando un curriculum di mostre in tutto il mondo nelle maggiori gallerie di arte contemporanea dagli anni '60 ad oggi, quanto per voler<b> discutere della curiosa scelta dell'aggettivo fatta dal commentatore qualunque</b>, perché fu utilizzato nel periodo più buio della storia europea e del mondo.<br />
<a name='more'></a><br />
<b>Di arte degenerata si parla già quando gli artisti iniziano a staccarsi dall'accademia.</b> Siamo nell'Ottocento e sovvertire le regole imposte dall'alto, rivoluzionare e ignorare l'<i>ipse dixit</i>, che faceva del <b>Raffaello </b>della <b><i>Trasfigurazione </i></b>l'esempio più alto di arte, <b>discutere il principio di autorità</b> <b>era visto come una degenerazione dell'arte. </b><br />
Ho scritto una tesi di laurea sul gruppo dei <b>Preraffaelliti </b>britannici e già lì, nel 1848, i <a href="https://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2011/04/una-critica-feroce.html" target="_blank">giudizi </a>che il gruppo di artisti ricevette furono molto duri e gli aggettivi si sprecavano: orrendo, disgustoso, spregevole.<br />
<b>A metà Ottocento fioriranno diversi filosofi e critici che parleranno della degenerazione dell'arte</b>, specie quando consideravano l'arte classica (che, ora lo sappiamo, non abbiamo potuto conoscere nella sua vera apparenza) il punto più alto che si sia mai raggiunto dall'uomo.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRzjT20E8vxkfepaHMRkcLr91Bi-xLQerWpuvG-2rX5ZG8C5bvkGNS3IcoWP6CUCx2YvlxyioWUnNpKQZzq0kluGUXLXnSc9krK1TZBaVQd_5PSPmID2YOQdK3bw1rOTAeQc2rZM-IAnag/s1600/degenerazione00nord.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="287" data-original-width="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRzjT20E8vxkfepaHMRkcLr91Bi-xLQerWpuvG-2rX5ZG8C5bvkGNS3IcoWP6CUCx2YvlxyioWUnNpKQZzq0kluGUXLXnSc9krK1TZBaVQd_5PSPmID2YOQdK3bw1rOTAeQc2rZM-IAnag/s1600/degenerazione00nord.jpg" /></a>Interessante è il pensiero di <b>Max Nordau</b>, ebreo ungherese, sociologo, tra i fondatori dell'Organizzazione Sionista Mondiale, una sorta di nazionalista ebraico, ma curiosamente antireligioso. Nordau pubblica nel 1892 <b><i>Degenerazione</i></b>, un libro che espone una teoria sull'arte moderna e contemporanea, che poneva le sue basi sulle tesi di <b>Cesare Lombroso</b>. Come molti sanno, Lombroso è l'ideatore della <b>fisiognomica</b>, secondo la quale l'aspetto fisico è uno specchio del carattere della persona. In particolare tramite il volto e le sue espressioni era possibile individuare quanto un individuo fosse corrotto, senza contare che l'ampiezza della fronte o la dimensione del naso dicevano, secondo il medico italiano, se una persona fosse intelligente o meno.<br />
Da qui partono le teorie del sociologo. Nell'introduzione del suo libro, Nordau afferma di voler <b>applicare per la prima volta le teorie di Lombroso agli artisti e agli scrittori</b> ed individuare e<b> dimostrare la loro imbecillità, demenza e insanità morale, prima che le nuove generazioni, che tanto li ammirano, possano essere corrotte</b>.<br />
<br />
La sua critica parte dalla considerazione della<b> fine dell'ordine sociale costituito</b>, operata dai movimenti artistici e letterali, passando per la moda, del<i> fin-de-siécle</i>: per lui c'è solo una abbandono della logica che ha tenuto a freno la depravazione e che ha permesso lo sviluppo della bellezza nelle arti. In prima battuta <b>Nordau nega l'esistenza di profondi mutamenti che porteranno alla nascita delle Avanguardie storiche</b>.<br />
Per la sua diagnosi riprende le teorie di Lombroso con una variante: si possono ignorare le fattezze degli artisti (per quanto anche quelle sarebbero rivelatrici) perché<b> ritrova nei loro lavori le stesse deformazioni</b>, associandole essenzialmente a due disagi mentali: <b>l'isteria </b>e la <b>degenerazione</b>, fino a considerare anche la <b>nevrastenia</b>. <b>Sono viste in modo negativo la sensibilità, l'emotività e anche l'associazione in scuole o movimenti</b>, perché il vero artista per Nordau opera da solo. Associarsi significa lasciarsi andare ad <b>allucinazioni collettive</b> che non possono essere definite arte e riscontra una pericolosa somiglianza con le<b> abitudini associative di banditi e criminali</b>.<br />
Il vero problema per lui resta comunque la <b>moralità</b>: essere un outsider significa <b>mettere in discussione l'ordine costituito</b>, compresa la morale, e questo per il medico è inaccettabile. Sintomo di questa mancanza di morale è anche l'<b>abbigliamento stravagante</b>, decisamente vietato.<b> Definisce gli impressionisti dei degenerati e reputa che il loro modo di dipingere sia dovuto a difetti della vista, conseguenza del disagio mentale di cui sono affetti. </b>Nel suo libro analizza i sintomi, ne cerca le cause e arriva alla diagnosi, con tanto di trattamento. La pubblicazione non ebbe molto successo all'inizio, ma qualcosa cambiò qualche decennio dopo.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsHBWtiggPozH5TXU_Jq5myIgdqjEc6eIpGEEvAkyZgMCVVRJP9rk9K_bpeoVUW4RMHVTsUliSnRPkOESvdpDPDdLSRrnEec1PuHaGkajzhJeqOrbVN4-A2p2yIAUz12aG3SZJSf72liyt/s1600/Entartete_Kunst_poster%252C_Berlin%252C_1938.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="572" data-original-width="800" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsHBWtiggPozH5TXU_Jq5myIgdqjEc6eIpGEEvAkyZgMCVVRJP9rk9K_bpeoVUW4RMHVTsUliSnRPkOESvdpDPDdLSRrnEec1PuHaGkajzhJeqOrbVN4-A2p2yIAUz12aG3SZJSf72liyt/s320/Entartete_Kunst_poster%252C_Berlin%252C_1938.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Locandina della mostra Arte Degenerata,<br />
in tedesco Entartete Kunst</td></tr>
</tbody></table>
<b>Hitler </b>prenderà alla lettera le posizioni di Nordau e <b>a partire dal 1937 mise in atto la grande epurazione dei musei da tutte quelle opere d'arte che il Nazismo considerava degenerate</b>. 650 furono le opere individuate, protagoniste di una <b>mostra itinerante</b>, che doveva chiarire a tutti cosa non si dovesse fare in arte.<br />
Ad essere maggiormente colpiti da questo rastrellamento furono gli <b>Espressionisti</b>, che in Germania, avevano ben due movimenti importanti, quello di Monaco di Baviera, capitanato da <b>Kandinsky </b>e quello di Dresda, di cui era maggior esponente <b>Kirchner, </b>che morirà suicida poco dopo.<br />
<b>Cubismo, Dada, Surrealismo </b>e anche <b>Impressionismo </b>furono messi all'indice accanto all'Espressionismo. In molti si adoperarono per salvare le opere sequestrate, proponendo scambi con quell'arte che i nazisti consideravano valida, quella medievale, ad esempio, perché simboleggiava la nascita della nazione tedesca. Così fecero i <b>coniugi Fohn</b>, che ne barattarono qualche centinaio, messe in salvo in Alto Adige.<br />
<br />
Delle opere sequestrate, una parte è andata perduta per sempre, altre, invece,<b> furono vendute dai Nazisti</b>, che compresero che potevano essere utili per finanziare la guerra. Questo ha permesso alle opere di essere salvate dalla furia cieca che caratterizzò il regime. L'<b>Università di Berlino</b> ha realizzato un <a href="https://www.geschkult.fu-berlin.de/en/e/db_entart_kunst/index.html" target="_blank">database </a>con le opere sequestrate dai nazisti con la loro storia e la loro attuale collocazione. Recentemente, nel 2012 sono state ritrovate 300 opere che si pensava fossero andate perdute nella proprietà di Cornelius Gurlitt, figlio di un collezionista che negli anni '30 e '40 li aveva acquistati forse dai nazisti.<br />
<br />
<b>Ecco perché il termine degenerato è oltraggioso quando si parla di arte.</b> L'uso di determinate parole probabilmente non è cosciente e questo è uno dei grandi problemi che viviamo, perché vuol dire che siamo pervasi da un'ignoranza pericolosa e strisciante. <b>E l'ignoranza, come il sonno della ragione, genera mostri.</b><br />
<b><br /></b>
<b>Che fine hanno fatto le teorie di Nardau? </b>Sono cadute, perché la teoria di Lombroso si è rivelata infondata scientificamente, quindi il libro <b><i>Degenerazione </i></b>resta come un documento sul pensiero che si sviluppò in quel periodo storico e come memoria di qualcosa che non dovrebbe accadere mai più.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-33059581342838846842019-05-17T19:27:00.000+02:002019-05-17T19:30:30.234+02:00Il marito di mio fratello - Gengoroh Tagame<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKb-NMru9XQEbZcGhys8WNV0CeOgkFI0Qe5ofRAvGOBqDBsFH5_ksMf28uL9WiyzNpjTWzTNwJfkuaPJZKzQmJgz2LARdNSp5VKoswJkYHtQlp6iKk8vcCtPMGseEQ2AqE_c-wcF10z-HG/s1600/il+marito.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="314" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKb-NMru9XQEbZcGhys8WNV0CeOgkFI0Qe5ofRAvGOBqDBsFH5_ksMf28uL9WiyzNpjTWzTNwJfkuaPJZKzQmJgz2LARdNSp5VKoswJkYHtQlp6iKk8vcCtPMGseEQ2AqE_c-wcF10z-HG/s1600/il+marito.jpg" /></a></div>
Nella <b>Giornata Internazionale contro l'omofobia, bifobia e transfobia</b> vorrei parlarvi di un manga che ho letto e comprato tempo fa.<br />
Prima però è meglio chiarire come si pone il Paese nipponico davanti all'omosessualità. Il Giappone ha una cultura profondamente diversa in fatto di espressione della propria affettività e le effusioni in pubblico, sia che avvengano tra persone di sesso diverso che tra persone dello stesso sesso, sono profondamente limitate. Anche solo tenersi per mano non viene visto di buon occhio. A livello legale, ci sono tutele contro il bullismo omofobico e la discriminazione in base all'orientamento sessuale, ma allo stesso tempo a livello sociale si tende a nascondere la propria omosessualità. Al momento non sono permessi matrimoni o unioni civili tra persone dello stesso sesso.<br />
<br />
<i><b>Il marito di mio fratello</b></i> di <b>Gengoroh Tagame</b>, pubblicato in Italia da Planet Manga, conta due volumi, da cui è stato tratto un live action, e tratta di omosessualità. Facciamo la conoscenza fin dalle prime pagine di <b>Yaichi</b>, un padre single, che vive con la figlioletta <b>Kana</b>. Ha la fortuna di vivere di rendita, grazie agli affitti di un condominio ereditato dai suoi genitori, per cui può prendersi cura di sua figlia a tempo pieno.<br />
<a name='more'></a><br />
Yaichi aspetta la visita di <b>Mike Flanagan</b>. Chi è costui? Beh, è il vedovo di suo fratello gemello, <b>Ryoji</b>. Viene dal Canada, dove si era trasferito Ryoji dieci anni prima e dove si era anche sposato. Scopriamo che la piccola Kana non sapeva affatto di avere uno zio e tantomeno che un mese prima fosse deceduto.<br />
<br />
<b>Yaichi si pone una serie di problemi durante la permanenza di Mike</b> (anche perché a invitarlo a dormire da lui sarà la piccola Kana che, memore di altri parenti in visita restati lì per diverso tempo, trova logico che questo zio acquisito soggiorni da loro). Come deve rapportarsi con lui? Come deve arginare la curiosità di sua figlia?<b> Ha paura delle domande di Kana o delle risposte ipotetiche di Mike?</b><br />
Yaichi ricorda quando Ryoji fece <b>coming out</b>, rivelandogli di essere gay in modo abbastanza naturale. Per quanto non abbia respinto il gemello, Mike gli rivela che Ryoji aveva la sensazione che da allora Yaichi avesse evitato l'argomento.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRbuGvzikBD6C3gRT_eos6XSSRexp5Jz4_HkSJtTXmd3DDn9XC9yxP7rCd0Z0vnOfpkoc-979TCAod8EeFubYgyZEnOlrAsZnW8VS-42VivwLCPMF-OxhHh3AoTGpUIdfzX1GY6Ej5eDoz/s1600/OtoutonoOtto1-thumb.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="321" data-original-width="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRbuGvzikBD6C3gRT_eos6XSSRexp5Jz4_HkSJtTXmd3DDn9XC9yxP7rCd0Z0vnOfpkoc-979TCAod8EeFubYgyZEnOlrAsZnW8VS-42VivwLCPMF-OxhHh3AoTGpUIdfzX1GY6Ej5eDoz/s1600/OtoutonoOtto1-thumb.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da notare il triangolo rosa, il simbolo<br />
utilizzato dai nazisti per distinguere<br />
gli omosessuali nei campi di concentramento.<br />
Sì, anche loro sono stati uccisi e torturati<br />
durante la follia nazista. </td></tr>
</tbody></table>
Durante i volumi il papà dovrà <b>fare i conti con i suoi pregiudizi</b>, con quelli della società in cui vive, dove alcuni genitori degli amichetti di Kana non vorranno che la bambina presenti lo zio Mike ai loro figli per via di una presunta influenza negativa che l'uomo potrebbe avere su di loro. Yaichi nota come<b> la sessualità diventi predominante nei pensieri quando ci si riferisca agli omosessuali</b>, quasi che le persone etero non facciano sesso.<br />
<br />
L'episodio per me più commovente è quello di <b>Kazuya</b>, un ragazzino delle medie, che sapendo dell'omosessualità di Mike, è deciso a parlargli per confrontarsi con lui. Rendendosi conto della sua omosessualità, avendo timore a pararne con i suoi amici e i suoi genitori, Kazuya <b>ha cercato di rispondere ai propri dubbi cercando informazioni nel web</b>. Dopo una iniziale rassicurazione sul fatto di non essere solo, <b>si è però imbattuto in persone che scrivono cose orribili sui gay</b>, facendolo impaurire e pensare che fosse meglio nascondere il proprio orientamento e mentire. Nascondere un simile segreto diventa sempre più difficile e scoprire dell'esistenza di Mike a pochi metri da casa sua gli fa quasi fare un balzo dalla sedia per l'emozione! Il ragazzo farà coming out con lui e si sentirà finalmente sollevato per averlo detto a qualcuno che possa capirlo.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfA7PmWMPTC9N-27aXLXgi3qv2KCc3_hngtfs7w7pj79PjxK0Kk8s86XiTECW6MvHI4EtCKMfz_l6AMYFM3zV8LdrWiY8s-wwD-2HXJD_sKVUW3eQaDi3PInRoRZHwqtJwpVNvlPeoNEEq/s1600/01-locandina-serie.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="901" data-original-width="640" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfA7PmWMPTC9N-27aXLXgi3qv2KCc3_hngtfs7w7pj79PjxK0Kk8s86XiTECW6MvHI4EtCKMfz_l6AMYFM3zV8LdrWiY8s-wwD-2HXJD_sKVUW3eQaDi3PInRoRZHwqtJwpVNvlPeoNEEq/s200/01-locandina-serie.jpg" width="141" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il live action è identico!</td></tr>
</tbody></table>
<b><i>Il marito di mio fratello</i></b> è un confronto tra generazioni e una lotta contro il pregiudizio, dimostrando che è più difficile per un adulto, già con una mentalità costruita e quindi meno flessibile, accettare le differenze che per una bambina. Kana si concentra sull'essenzialità tipica della sua età: per lei Mike è suo zio dal Canada e si stupisce non del fatto che due uomini possano sposarsi, ma che lo possano fare in un Paese, mentre nell'altro no. Si analizza la quotidianità della vita di un omosessuale in Giappone, dove l'apparenza contra ancora troppo, senza inoltrarsi nella lotta per la legalizzazione dei diritti.<br />
Alla fine cadrà il velo dagli occhi di Yaichi e comincerà a capire suo fratello, anche se ormai non c'è <br />
più.<br />
<br />
<b>Nota sull'autore:</b> Gengoroh Tagame è un mangaka <b>apertamente gay</b> e il suo lavoro si concentra solitamente su <b>manga erotici gay a tema BDSM</b>. <b><i>Il marito di mio fratello</i></b> è un unicum nella sua produzione, il manga che ha sempre voluto disegnare, come scrive nel poscritto.<br />
<i>"A cancellare la matita in praticamente tutte le pagine è stato il mio compagno da 24 anni, Tochan"</i> scrive Tagame, lasciando così una nota dolce a margine del suo lavoro.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-70815375043282204542019-04-23T21:04:00.002+02:002019-04-23T21:04:52.468+02:00Gli Scacciapensieri (6) - Moschettieri del re: la penultima missione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmkz6Z0R_7vW7uKyQCoYKVsNWCkMloKauaYJZcmssJiXu1w0U5GL0CTLc5jTTUBxcEwD8-71bwElGbOtdb735EDrt4rPkpUhAeLjpQeLP7tDypIV9h5JkXsLqexdDYr6q45kS34DjdcZ9c/s1600/coverlg_home.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmkz6Z0R_7vW7uKyQCoYKVsNWCkMloKauaYJZcmssJiXu1w0U5GL0CTLc5jTTUBxcEwD8-71bwElGbOtdb735EDrt4rPkpUhAeLjpQeLP7tDypIV9h5JkXsLqexdDYr6q45kS34DjdcZ9c/s400/coverlg_home.jpg" width="400" /></a></div>
Torna la rubrica <b><a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/search/label/gli%20scacciapensieri" target="_blank">Gli Scacciapensieri</a></b>, iniziata parlando di <b>libri </b>che leggo per passatempo, <b>telefilm </b>che guardo per puro divertimento. Sono quelle produzioni che <b>non sono di alto </b><b>livello </b><b>culturale e qualitativo</b>, ma che hanno il loro perché, i loro motivi per essere apprezzate, diventando in parte un modo per rilassare le meningi.<br />
Questa volta si tratta di un <b>film</b>. Non è la mia amata animazione, ma è<b> una semplice commedia italiana</b>. La ragione per cui l'ho guardata è il soggetto, tratto e ispirato a <b><i>I tre moschettieri </i></b>di <b>Alexandre Dumas</b>. Chi mi conosce personalmente sa che<b> ho una smodata passione per questo libro</b>, tanto che ho guardato tutte le trasposizioni cinematografiche e animate che avevano come protagonisti D'Artagnan, Porthos, Athos e Aramis. Forse perché <b>non sono eroi perfetti</b>, forse perché sono una squadra, forse per la cappa e spada, ma io questi quattro li adoro da quando ero bambina.<br />
<a name='more'></a><br />
<i><b>Moschettieri del re - La penultima missione</b></i> è stato girato da <b>Giovanni Veronesi</b> in una location fantastica, quale la <b>Basilicata </b>(e in parte nei palazzi di Genova e Ariccia). Quando ho scelto di vedere questo film, non avevo idea di chi interpretasse chi: sapevo chi era nel cast, ma non avevo idea del ruolo che avrebbero coperto.<br />
<br />
La trama è piuttosto semplice e in linea con i libri: la regina Anna convoca i moschettieri, non più di primo pelo e fuori servizio, per poter risolvere l'annosa questione dello sterminio degli ugonotti da parte del cardinale Mazarino, che ha sostituito il vecchio acerrimo rivale della corona Richelieu. Ne seguiranno intrighi, rapimenti, personaggi secondari di tutto rispetto, come il <b>servo </b>che si porteranno dietro: le figure dei servi nei libri sono presenti e hanno anche ruoli fondamentali in certe vicende, ma non in tutte le trasposizioni cinematografiche sono stati inseriti. Un po' di duelli, cavalli, osterie, buon vino e situazioni ridicole che fanno parte delle atmosfere dei libri (perché quella dei Tre Moschettieri è una trilogia).<br />
<br />
Il punto è il <b>cast </b>e come ha interpretato i personaggi. Devo dire che vedere <b>Rocco Papaleo</b> nel ruolo di <i>Athos </i>è stato esilarante, ma di più è stato <b>Sergio Rubini</b> nel ruolo di <i>Aramis </i>e della sua intermittente vocazione, per non parlare di uno scoglionato <i>Porthos </i>interpretato da <b>Valerio Mastrandrea</b>. Quello che fa ridere è che <b>hanno conservato il loro accento regionale</b>, quindi uno parla con inflessione pugliese e con momenti che arrivano al dialetto puro, l'altro si lascia andare a un romanesco assurdo: sentir dire da Porthos "<i>daje</i>" è stato da morire. E poi c'era lui, <b>Pier Francesco Favino</b>, che ha dato vita a un <i>D'Artagnan </i>davvero deficiente, però che aveva il suo perché, specie messo a confronto con Athos: uno l'opposto dell'altro, che poi rispecchia benissimo i libri, visto che il più vecchio è un conte, colto, nobile d'animo, mentre D'Artagnan è il guascone, ignorante e che parla a sproposito.<br />
<br />
Qui il motto dei moschettieri porta sfiga: <i>Uno per tutti e tutti per uno</i> non si può dire manco per scherzo. Il re è un adolescente insopportabile e la regina Anna, interpretata da <b>Margherita Buy</b>, è una donna sola che deve gestire e salvare in qualche modo la reputazione del suo Paese.<br />
<b><br /></b>
<b>Per ultimo il finale a sorpresa. </b>E' stato un finale <b>commovente, evocativo</b>, che chi legge, specie questo tipo di storie di avventura, coraggio, nobiltà d'animo, che fa del cavaliere (in questo caso il moschettiere) un paladino di virtù, del bene, nonostante non sia perfetto, anzi, decisamente imperfetto e manchevole, trova fondamentale: lasciarsi trasportare in un altro mondo per vivere un'altra vita, per fuggire in quella realtà altra e dare un senso alla propria. Con la fantasia tutto è possibile!<br /><br /><b>Un giudizio che posso dare è che questo film è molto più bello, attendibile, coerente rispetto alle ultime accozzaglie prodotte sul tema</b>.<br />
Orribile il film di <b>Paul W. S. Anderson</b> del 2011, quello con Orlando Bloom per intenderci, osceno anche <b><i>D'Artagnan </i></b>di <b>Peter Hyams</b>, del 2001, che cadde nel tranello degli effetti speciali stile<b><i> La tigre e il dragone</i></b>.<br />
L'ultimo film ben fatto fu <i style="font-weight: bold;">La Maschera di Ferro </i>di <b>Randal Wallace</b> (1998) con degli strabilianti interpreti, <b>Leonardo Di Carpio</b> in testa.<br />
I miei preferiti sono due: un film del 1948, diretto da <b>George Sidney</b>, con <b>Gene Kelly</b> nel ruolo di D'Artagnan e altri grandi, tipo Angela Lansbury, e quello del 1973 di <b>Richard Lester</b>, che gira in realtà una trilogia, con un elenco di attori che hanno fatto la storia del cinema: <b>Oliver Reed, Richard Chamberlain, Christopher Lee, Geraldine Chaplin, Jean-Pierre Cassel</b> (sì, il papà di Vincent), <b>Faye Dunaway</b> e <b>Charlton Heston</b>.<br />
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E vi lascio al trailer!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/8zFFljgJt5U/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/8zFFljgJt5U?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-37177149820763347242019-03-11T22:42:00.001+01:002019-03-11T22:42:22.173+01:00Beck: Mongolian Chop Squad - Harold Sakuishi<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVDsPxli5SWEA7PTBusE9jujD41Fc0jpG7utgcQXMYVPR6p_oA3Hlrz9FcoDWjA2FixYuT_jxbqtHyfqKRHOYhct_CSMHmGXEgZUlzqxUNmVsRWWF92PbZQIbLpcz61d0lGYN45L9Zte6V/s1600/Beckvolume1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="299" data-original-width="207" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVDsPxli5SWEA7PTBusE9jujD41Fc0jpG7utgcQXMYVPR6p_oA3Hlrz9FcoDWjA2FixYuT_jxbqtHyfqKRHOYhct_CSMHmGXEgZUlzqxUNmVsRWWF92PbZQIbLpcz61d0lGYN45L9Zte6V/s320/Beckvolume1.jpg" width="221" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Questa è la prima copertina.<br />Le facce gigione diventeranno splendide.<br />Guardare le altre immagini sotto<br />per capire.</td></tr>
</tbody></table>
Facendo spazio nella mia libreria per sistemare alcuni fumetti, mi è ricapitata tra le mani una serie che ho acquistato usata un anno fa, ma che è un titolo ormai piuttosto datato. L'ho conosciuta prima come anime, poi ho scoperto il manga, dove la storia, come al solito, prosegue.<br />
<div>
Sto parlando di <b><i>Beck: Mongolian Chop Squad</i></b> di <b>Harold Sakuishi</b>. </div>
<div>
<br /></div>
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Pubblicata tra il 2000 e il 2008 (in Italia da <b>Dynit</b>), racconta le vicende di <b>Yukio "Koyuki" Tanaka</b>, un ragazzo delle medie, che fondamentalmente si annoia. Un giorno, mentre torna a casa, salva uno strano cane di nome <b>Beck</b> da dei ragazzini e fa la conoscenza con il suo proprietario, tale <b>Ryusuke Minami</b>, poco più grande di lui, chitarrista, appena tornato dagli Usa, dove ha suonato con i<b> Dying Breed</b>, gruppo grunge, il cui leader ricorda un famosissimo leader (ma non diciamo chi!). </div>
<div>
A questo punto Koyuki inizierà a interessarsi alla musica, visto che fino a quel momento aveva seguito qualche <i>idol </i>senza troppa convinzione, ma di musica non capiva un'acca. Prenderà lezioni di chitarra da un vicino molesto, il signor <b>Saito</b>, con un pappagallo ancora più molesto, conoscerà la sorella di Ryusuke, <b>Maho</b>, decisamente diversa dalle tipiche ragazze giapponesi, in virtù del suo essere di origine americana.</div>
<div>
Koyuki e Ryusuke decideranno di mettere su una rock band, che verrà chiamata <b>Beck</b>, come il cane. </div>
<div>
<a name='more'></a>Faremo la conoscenza del bassista, <b>Taira Yoshiyuki</b>, il più grande, patente-munito, che sarà un po' il fratello maggiore del gruppo, quello che cercherà di tenerlo unito nelle varie vicissitudini, ma che è anche quello più esigente e più maturo tecnicamente, tanto da essere corteggiato da altre band già abbastanza conosciute. E' modellato in parte su <i>Flea </i>dei RDCP. </div>
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Il più simpatico del gruppo è invece <b>Chiba Tsunemi</b>, rapper, che si occupa delle parti cantate nei brani più rockettari e vivaci, è quello che galvanizza il pubblico, quello che si lancia sulla folla, quello che ti fa ballare ed è chiaramente ispirato a <i>Zack de la Rocha</i>. </div>
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A chiudere il gruppo c'è il batterista, <b>Yuji "Saku" Sakurai</b>, coetaneo di Koyuki, che ha imparato a suonare grazie al fratello più grande ed è quello che dovrà impegnarsi di più, perché, come molti sanno, in una band un buon batterista fa la differenza. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjejnjdaSZ1EPat7wWLYm4BYJD3k8j4R8ea_5DnPxtr36y-rWs9tM0ualDIQNyXxn0RKEKFHO-S6Wj4rnePJwUJGLK2N2cEUi-MjQ7bJskPxnSnbt1leNN8Fs7zr_Nqii8af1ngR0i1xLi0/s1600/beck___mongolian_chop_squad_by_igor0899.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjejnjdaSZ1EPat7wWLYm4BYJD3k8j4R8ea_5DnPxtr36y-rWs9tM0ualDIQNyXxn0RKEKFHO-S6Wj4rnePJwUJGLK2N2cEUi-MjQ7bJskPxnSnbt1leNN8Fs7zr_Nqii8af1ngR0i1xLi0/s320/beck___mongolian_chop_squad_by_igor0899.jpg" width="320" /></a>I ragazzi inizieranno a scrivere canzoni, a provare insieme, a fare qualche concerto alle improbabili 6 del pomeriggio (in Giappone hanno una diversa concezione di "serate"), scopriranno il talento di Koyuki come cantante, che<b> lascia tutti a bocca aperta</b>, letteralmente, pubblicheranno timidamente qualche singolo. </div>
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Fin qui sembra la classica storia di adolescenti, invece no. Innanzitutto il motore di tutta quanta la faccenda è la chitarra di Ryusuke, <b>Lucille</b>, sì, come quella di <b>B.B. King</b>, rubata in America e appartenuta a tale <b>Sonny Boy Waters</b>, un blues man di tutto rispetto, anche qui ispirato probabilmente a un miscuglio di musicisti. La particolarità che fa sgranare gli occhi a tutti è che questa chitarra è <b>crivellata da fori di proiettile</b>. Si apriranno quindi <b>scenari inquietanti sull'industria della musica, rappresentata da Leon Sykes, </b>e della caparbietà di una band che sceglie la via indipendente, per quanto possibile. Non mancheranno vendette, rapimenti, scommesse, ricatti, rotture, sparatorie, morti sospette, complotti. </div>
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<b><br /></b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7UggUIkOw0Z-kw9rCn83qqea0Taes30k3pIIxEUPVMKiE4HEQj28iZ4tz5Q-QJbHd_5_clRFgvrzyTrzqMM51fVslq0PeW-aIaL66K_UcscLQbC6wsZxLbUj6zsKaRt5-wdp5GEEeMm9M/s1600/beck-c-102-koyuki-38-39.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="716" data-original-width="977" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7UggUIkOw0Z-kw9rCn83qqea0Taes30k3pIIxEUPVMKiE4HEQj28iZ4tz5Q-QJbHd_5_clRFgvrzyTrzqMM51fVslq0PeW-aIaL66K_UcscLQbC6wsZxLbUj6zsKaRt5-wdp5GEEeMm9M/s320/beck-c-102-koyuki-38-39.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>Il manga conta 34 volumi e si divide in due parti </b>e la prima termina dove si è fermata la trasposizione animata. Purtroppo, arrivando fin lì, restano in sospeso tante sottotrame e non si capisce il perché del sottotitolo: <b>Mongolian Chop Squad</b>. Per spiegarlo posso dire che, come recita la sigla di apertura dell'anime, <b><i>Hit in the Usa</i></b>, ad un certo punto arriveranno negli Stati Uniti e, siccome di band che si chiamano Beck ce ne sono già due, per distribuire il loro album sono costretti a scegliere un nome aggiuntivo, che creerà una serie di equivoci esilaranti.<br /><br /><b>Il disegno migliora tantissimo</b>, diventa fluido, meno gigione, i personaggi acquistano espressività rispetto alle facce gommose dell'inizio. Divertenti le <b>copertine degli album più famosi reinterpretate</b> o le magliette dei gruppi rock con una lettera cambiata per motivi di copyright, ma riconoscibili, per non parlare dei ritratti di leader quali <b>Kurt Cobain</b>, <b>John Lennon</b>, <b>Freddie Mercury</b> e aneddoti, locali famosi dove hanno suonato o studi di registrazione. L'unico vero <b>difetto </b>è che l'inizio è un po' lento e con inizio intendo i primi 3-4 volumi almeno. Passato lo scoglio, si naviga veloci. </div>
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Uno dei meriti dell'anime è quello di aver creato una <b>colonna sonora ben fatta</b>, chiamando a raccolta i gruppi musicali di <b>j-rock</b> e questa è una caratteristica tutta loro: già le sigle di apertura e chiusura degli anime non sono mai bambinate, per quanto si possa amare Cristina D'Avena, ma sono brani veri che vengono passati in radio, in questo caso tutto è dello stesso livello. Va tenuto conto che il rock giapponese strizza molto l'occhio agli Stati Uniti, ma li perdoniamo.<br /></div>
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Insomma, se ne avete la possibilità, vi consiglio di partire in tour con i Beck e ora, sigla!</div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/p1URzwlqOL0/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/p1URzwlqOL0?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-48513358951337498322019-02-05T12:58:00.000+01:002019-02-05T12:58:09.497+01:00Diario di viaggio - Istanbul, Parte Terza (17)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0fQzuwpRXZZbAM4TmEWbGI_kRhEIjlNkQ_6PaRuA6ZZVxNpMgSEbFj1X05RGTtfd5ZHwYMJ864DN0aEB1VfRt_ZxL-af38nzI7CMwFajjze0u3kx-nZP34Jm_BiHxiLqPBrXZq2eFjtQ3/s1600/IMG_20190101_115456.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0fQzuwpRXZZbAM4TmEWbGI_kRhEIjlNkQ_6PaRuA6ZZVxNpMgSEbFj1X05RGTtfd5ZHwYMJ864DN0aEB1VfRt_ZxL-af38nzI7CMwFajjze0u3kx-nZP34Jm_BiHxiLqPBrXZq2eFjtQ3/s320/IMG_20190101_115456.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tipiche case turche, in legno.</td></tr>
</tbody></table>
E veniamo così all'ultima giornata passata per le vie di <b>Istanbul</b>. Si respirava già <b>aria di fine viaggio</b>, fine scoperta di un luogo nuovo e diverso.<br />
I quartieri che la guida ha scelto per noi sono quelli di <b>Fatih</b>, <b>Fener </b>e <b>Balat</b>. Sono quartieri ricchi di storia anche questi, nella zona interna del Corno d'Oro, e sono conosciuti per essere dei <b>quartieri conservatori</b>. Passeggiando per queste strade <b>non ho incontrato nessuna donna senza il velo islamico</b>, che invece ho incrociato in tutti gli altri quartieri fino a quel momento visitati. Anche le architetture sono diverse. Qui si trovano ancora le<b> tipiche abitazioni turche</b>, costruite in legno, con dei caratteristici vani aggettanti: invece di un classico balcone, è come se il balcone fosse stato ricoperto di pareti per la religiosa necessità delle donne di non mostrarsi senza velo in pubblico, ma allo stesso tempo dando loro la possibilità di osservare cosa accade in strada e di comunicare tra loro da una casa all'altra. Mi ha ricordato molto le finestre che ho potuto osservare a <b><a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2013/04/diario-di-viaggio-malta-1.html" target="_blank">Malta </a></b>qualche anno fa.<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjpnvMr26rTss2Jc6Aj0YMThKjrgBBIY2jm3td17mw8VaKtfSMVTYZvdrDwx8x4iNWOOj5EbBNXeYdfmJ66KvrqaxsbIvAzZFbg3-Dexfpp4P1G1Tmct8YrXI-n0SWocLLOQlZWaxVwpMd/s1600/IMG_20190101_113354.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjpnvMr26rTss2Jc6Aj0YMThKjrgBBIY2jm3td17mw8VaKtfSMVTYZvdrDwx8x4iNWOOj5EbBNXeYdfmJ66KvrqaxsbIvAzZFbg3-Dexfpp4P1G1Tmct8YrXI-n0SWocLLOQlZWaxVwpMd/s200/IMG_20190101_113354.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Moschea di Fatih</td></tr>
</tbody></table>
Il primo quartiere è quello di <b>Fatih</b>, dove si trova una immensa <b>Moschea</b>, accompagnata dal suo complesso. Le Moschee sono dei comprensori fatti da tanti edifici a vario uso, come mense, hammam, scuole, cimiteri. In questo caso sopravvivono la <b>scuola coranica</b>, <b>l'ospizio</b>, la <b>biblioteca</b>, il <b>caravanserraglio</b>, mentre risultano perdute l'ospedale, l'hammam, le cucine e il mercato: ogni moschea aveva il suo bazar che finanziava le attività della moschea stessa. E' un edificio di culto veramente grande e credo sia <b>il più bello visitato</b>. Tra l'altro aveva delle zone moderne, tipo la zona dei bagni pubblici (perché fanno anche questo servizio) con scale mobili!<br />
<b>L'aria che si respira è un po' più tranquilla rispetto al centro che pullula di turisti.</b> Si trovano ancora dei veri <b>caffè turchi</b>, per soli uomini e sono dei luoghi dimessi, senza insegna, senza nulla di particolare, delle stanze con tavoli e sedie dove si prende il caffè turco e si chiacchiera. Ce n'era qualcuno moderno, aperto anche alle donne, e alcuni decisamente per un pubblico femminile.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2O84Xy3HNdOpG4wFmfRAH5skENxw7Ye8-p0aqYsDuiyY0BR21UB68EKTSuBd99QTYnGTyGydV6WZYU5TG01Ut-kONvLBoxaq14ee5V5AxOZbSc0l9NYlomQfk8PqpEKKa4KB8EhcwxwBY/s1600/IMG_20190126_174818.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1564" data-original-width="1564" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2O84Xy3HNdOpG4wFmfRAH5skENxw7Ye8-p0aqYsDuiyY0BR21UB68EKTSuBd99QTYnGTyGydV6WZYU5TG01Ut-kONvLBoxaq14ee5V5AxOZbSc0l9NYlomQfk8PqpEKKa4KB8EhcwxwBY/s200/IMG_20190126_174818.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gatti, gatti, gatti!</td></tr>
</tbody></table>
I tre quartieri erano connessi tra loro, difficilmente si capiva dove finisse uno e dove iniziasse l'altro. Quello che mi ha colpito è che <b>ovunque</b>, per tutta Istanbul, ma in particolare in questo quartiere più tranquillo, f<b>osse pieno di gatti, <i>kedi </i>in turco</b>. Sono belli e tranquilli e sono ovunque, dormono ovunque, tutti lasciano loro un cuscino, una coperta, una scatola e, se dormono sui tappeti che dovresti vendere o in un cesto di souvenir, nessuno si sogna di cacciarli. Sono parte integrante della comunità, si può dire, tanto che è stato realizzato un <a href="https://www.youtube.com/watch?v=m2hYHw6G96c" target="_blank">documentario </a>tempo fa.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQacuqORyyToGHzQwOKMdhMf1ogiGCCupDlYyzClsk2UEV9cesx6-4WeNiKdGIlo1SukWWUxb4Xv-NEPMuB5t-zIXvHWlCyi2cXEmCMWWhvMHM3gS750KLrPJZx4a3OZ0WicWu5vGBmUR3/s1600/IMG_20190101_123448.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQacuqORyyToGHzQwOKMdhMf1ogiGCCupDlYyzClsk2UEV9cesx6-4WeNiKdGIlo1SukWWUxb4Xv-NEPMuB5t-zIXvHWlCyi2cXEmCMWWhvMHM3gS750KLrPJZx4a3OZ0WicWu5vGBmUR3/s200/IMG_20190101_123448.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dormitio Virginis</td></tr>
</tbody></table>
Da qui siamo arrivati al <b>Museo di San Salvatore in Chora</b>. Si tratta di una <b>chiesa ortodossa</b>, trasformata in moschea e poi riscoperta consacrandola come museo. All'interno, in particolare nei due <b>nartece decorati a mosaico con le storie di Cristo e con quelle di Maria</b>. Sono raffigurate scene che non avevo mai visto o che sono diventate rare nell'iconografia. Una caratteristica che mi ha colpito è che Gioacchino, padre della Madonna, la porta in braccio coprendosi le mani, affinché non la tocchino direttamente, in quanto la bambina è l'essere più puro al mondo. Il gesto verrà ripetuto dallo stesso Cristo che, nella <i>Dormitio Virginis</i>, regge l'anima di sua Madre in formato di infante. Non mancano scene di intimità famigliare e la presenza dei figli di Giuseppe, al suo secondo matrimonio.<br />
Ci sono anche degli <b>affreschi</b>, anche questi con iconografia davvero particolare.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtEpFAlLmMc9S8KRnsZTbHHkZ5o9tk1-4nL5SzJIg8X5e5TuZ3MbXbj07uRKT3Rn8vcnE_mEt4DYEHU1vkUxx2e4q4DjY91lMN2M4F4l4HwGCOEMhlKvVe4kAIE1kfgfxWHtBddAL7vtaT/s1600/IMG_20190101_133933.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtEpFAlLmMc9S8KRnsZTbHHkZ5o9tk1-4nL5SzJIg8X5e5TuZ3MbXbj07uRKT3Rn8vcnE_mEt4DYEHU1vkUxx2e4q4DjY91lMN2M4F4l4HwGCOEMhlKvVe4kAIE1kfgfxWHtBddAL7vtaT/s200/IMG_20190101_133933.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Iconostasi della Cattedrale<br />
di San Giorgio</td></tr>
</tbody></table>
Da qui sia passati nel quartiere di <b>Fanar </b>al <b>Patriarcato di Costantinopoli</b>, sede della Chiesa ortodossa e luogo in cui si manifestò il Grande Scisma. Qui la porta d'ingresso della <b>Cattedrale di San Giorgio</b> è molto bassa ed è stata costruita così per evitare che delatori e soldati potessero entrare a cavallo e profanare questo luogo: <b>Costantinopoli era una zona sempre un po' calda per le questioni religiose</b>, per quanto si conviva da secoli più o meno pacificamente. All'interno della chiesa sono conservate alcune reliquie importanti, tra cui un f<b>rammento della colonna della flagellazione</b>. Imponente la <b>iconostasi</b>.<br />
<br />
<b>La spiritualità di questa giornata</b>, il silenzio che in qualche modo ci ha accompagnati alla fine, forse anche perché era la fine del viaggio, è stata interrotta sul finale, perché nel pomeriggio ci aspettava la meta più mondana di tutte: il <b>Grand Bazar</b>!<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtiMUvEUEUXehn4uCJkSwmQMtEonAmQeHbutZ-CBvfRGXoUCdjysEbejaPrDGNr0aInY_4J-NIhZzm5rCJV1glmu5eFve5wI5v5k2yf3eOxGF0sswRS57avn34SOD2YkR9QHIg5bjvAw3b/s1600/IMG_20190101_154824.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtiMUvEUEUXehn4uCJkSwmQMtEonAmQeHbutZ-CBvfRGXoUCdjysEbejaPrDGNr0aInY_4J-NIhZzm5rCJV1glmu5eFve5wI5v5k2yf3eOxGF0sswRS57avn34SOD2YkR9QHIg5bjvAw3b/s200/IMG_20190101_154824.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Grand Bazar</td></tr>
</tbody></table>
Come dice il nome, è un luogo enorme, fatto di mille e mille negozietti, alcuni sono veramente minuscoli e sono dei locali di servizio con un centralino dove possono chiamare i vari negozianti del Bazar per farsi portare del <b>tè nero da offrire ai clienti</b>, amici, conoscenti che passano a trovarli. Si trova di tutto, dai souvenir più comuni a oggetti di valore, come gioielli in oro, fino a oggetti di antiquariato, spezie, dolci, vestiario, tappeti, porcellane.<br />
Io ho fatto incetta di pensierini da portare a qualche amico, <b>lokum </b>(ovvero dei blocchetti gelatinosi aromatizzati con spezie, frutta e frutta secca) e ho comprato i loro caratteristici bicchieri per il tè.<br />
<br />
<b>Con questi pensieri, dolci, dolcissimi, il viaggio si è concluso.</b> Io posso solo consigliarvi di fare un salto a <b>Istanbul </b>perché è un luogo particolare, <b>dove Oriente e Occidente si incontrano</b>, forse si scontrano anche, ma che hanno trovato un modo per convivere in questa città così ricca di storia, di cultura, di fascino.<br />
<br />
<a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2019/01/diario-di-viaggio-istanbul-parte-prima.html" target="_blank">Diario di viaggio - Istanbul, Parte Prima (15)</a><br />
<a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2019/01/diario-di-viaggio-istanbul-parte.html" target="_blank">Diario di viaggio - Istanbul, Parte Seconda (16)</a>Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-13092470029268850482019-01-27T09:00:00.000+01:002019-01-27T09:00:14.054+01:00L'artista della domenica: Joel Peter Witkin - Face of a woman<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYJaUVMOBOtPnC6xX7sxSYxRRD8IrbmPaFQm42k3R91Px4DQMg9c4jBM1kcW1F-JNMOedZSDwTQBZpgFWq6CRPMOOHKkLmW4pSdvLLcSaYwD4WMQ55hYaZGwYEpEtOfDwUJ0d65d-jcW4I/s1600/JOEL-PETER-WITKIN-FACE-OF-A-WOMAN-2004-h.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="573" data-original-width="855" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYJaUVMOBOtPnC6xX7sxSYxRRD8IrbmPaFQm42k3R91Px4DQMg9c4jBM1kcW1F-JNMOedZSDwTQBZpgFWq6CRPMOOHKkLmW4pSdvLLcSaYwD4WMQ55hYaZGwYEpEtOfDwUJ0d65d-jcW4I/s400/JOEL-PETER-WITKIN-FACE-OF-A-WOMAN-2004-h.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Face of a woman<br />
2004</td></tr>
</tbody></table>
Mi rendo conto che iniziare così la domenica mattina, ma io trovo questo fotografo decisamente fuori dall'ordinario.<br />
<b>Joel Peter Witkin </b>è un fotografo statunitense contemporaneo. Il suo lavoro si muove sul <b>grottesco </b>e affronta un tema particolare, quello della <b>morte</b>.<br />
In diverse interviste ha raccontato di un particolare agghiacciante della sua infanzia:<br />
<a name='more'></a><br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Successe di Domenica quando mia madre, io e il mio fratello gemello stavamo scendendo le scale del palazzo in cui abitavamo. Stavamo andando in chiesa. Mentre camminavamo lungo il corridoio verso l'ingresso del palazzo, abbiamo sentito uno schianto incredibile insieme ad urla e grida in cerca di aiuto. L'incidente ha coinvolto tre vetture, tutte e tre con famiglie complete dentro. In qualche modo, nella confusione, non stavo più tenendo la mano di mia madre. Nel punto in cui mi trovavo sul marciapiede, ho potuto vedere qualcosa che rotolava da una delle auto rovesciate. Si fermò sul marciapiede dove mi trovavo. Era la testa di una bambina. Mi chinai a toccare il viso, per parlargli - ma prima che potessi toccare qualcuno mi ha portato via"</i></blockquote>
Fatto sta che nelle sue fotografie <b>manipola cadaveri o parti di questi</b>, utilizza anche macchine sceniche e manichini e organizza la scena quasi si trattasse di<i> tableau vivant,</i> anche se di vivo non c'è nulla.<br />
Alcune delle sue opere ricalcano quelle di grandi artisti, reinterpretate a suo modo, pensiamo a <i><b>Las Meninas</b></i> di <b>Velasquez </b>o a <b>La Zattera della Medusa</b> di <i><b>Géricault</b></i>.<br />
<br />
<b>L'impatto con questo fotografo è inizialmente contraddittorio</b>. All'inizio non sapevo collocarlo innanzitutto sull'asse temporale: i suoi lavori mi ricordavano quelli di <b>Diane Arbus</b> e i suoi <i>Freak</i>, visto che anche con Witkin non mancano nani, giganti, donne barbute, fisicità particolari a popolare le sue immagini, per non parlare delle composizioni. E' quando si osservano le nature morte, però che qualcosa comincia ad emergere, perché inizialmente sembra utilizzi dei manichini fatti davvero bene o che sia un fotomontaggio di quelli fatti ancora meglio. Invece no, <b>a un certo punto la consapevolezza ti colpisce e scopri che quelli sono cadaveri messi a punto apposta per la fotografia. </b>A quanto pare per manipolare i cadaveri si sposta in <b>Messico</b>, visto che la pratica negli Stati Uniti è illegale.<br />
<br />
Sicuramente lo <b>shock emotivo</b> è la prima cosa che colpisce del suo lavoro, ma quello che fa è <b>smantellare i nostri preconcetti di bellezza e sensualità,</b> perché far interpretare la <i>Venere </i>del <b>Botticelli </b>a un ermafrodito fa questo ed altro! E' una critica sociale e forse politica alla nostra società.<br />
<br />
Spero di avervi fatto conoscere qualcosa di nuovo, certamente di insolito!Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-17965023729802389022019-01-26T13:23:00.000+01:002019-01-26T13:23:21.436+01:00Diario di viaggio - Istanbul, Parte Seconda (16)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCLLJtXQpK55INzP7nhKmAmaotiS6ByFIN4QExMU1oRaNPOSzX3iKmaBzj2m5ueu6_1XdAqmpPtcMxom6c8ctO78vhKElfHpDAod-iZ8qPH0-cuS8qW8XaMXNS-zchyphenhyphenK5NvaaNf21gbADx/s1600/IMG_20181231_114407.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCLLJtXQpK55INzP7nhKmAmaotiS6ByFIN4QExMU1oRaNPOSzX3iKmaBzj2m5ueu6_1XdAqmpPtcMxom6c8ctO78vhKElfHpDAod-iZ8qPH0-cuS8qW8XaMXNS-zchyphenhyphenK5NvaaNf21gbADx/s320/IMG_20181231_114407.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una sala del Pera Palace Hotel</td></tr>
</tbody></table>
Il secondo giorno di viaggio a Istanbul è stato il più faticoso, con <b>15 km percorsi interamente a piedi</b>, andando di qui e di là. Se il primo giorno siamo rimasti in zona centro storico, nella seconda tappa di questo viaggio, abbiamo scelto<b> l'altra sponda del Corno d'Oro</b>, dove poi c'era anche il nostro albergo.<br />
<br />
Eravamo tra i quartieri <b>Karakoy</b>, <b>Galata </b>e <b>Beyoglu </b>e abbiamo respirato un po' di Italia. Ebbene sì! La prima tappa è stata nella <b>Moschea Kiliç Alì Pascià</b>. Sì, sembra un nome finto, ma è verissimo, soprattutto il caro Alì Pascià era di origine calabrese! Rapito da ragazzo, viene messo al remo su una nave ottomana. Da qui parte la sua carriera, fino a diventare corsaro e ammiraglio ottomano. Combatte nella <b>battaglia di Lepanto</b>, sbaragliando Giannandrea Doria e insidiando la flotta della Lega Santa, nonostante la sconfitta finale. La sua Moschea è completa della sua tomba, della scuola coranica e dell'hammam, ovviamente tutto funzionante.<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglz_3OgYQWuHtFS3deEqgJA21IQvc3oi7JdAwyTavTbqVoyg4Fna8k71ooJ0_Q3GPc6TiuiKTbqMr1LDOEtgkisKB32jqDoSCu_WeiUSAZhHmCwq71MA-DwrDEGkhIYiHpBt_3areBTLvh/s1600/IMG_20181231_092259.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglz_3OgYQWuHtFS3deEqgJA21IQvc3oi7JdAwyTavTbqVoyg4Fna8k71ooJ0_Q3GPc6TiuiKTbqMr1LDOEtgkisKB32jqDoSCu_WeiUSAZhHmCwq71MA-DwrDEGkhIYiHpBt_3areBTLvh/s200/IMG_20181231_092259.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cimitero della Moschea di<br />Alì Pascià</td></tr>
</tbody></table>
Altri italiani li incontriamo a <b>Galata</b>, dove si trova la famosa <b>Torre</b>, fatta costruire dai <b>Genovesi </b>nel 1348. Qui avevano dominio i Doria sulla piccola cittadella di Galata. In questi quartieri c'è molta più varietà a livelli di edifici religiosi. Si può dire che la parte storica è monopolizzata dai sultani dell'Impero Ottomano e dalle loro Moschee, mentre la zona oltre il Corno d'Oro è più frequente trovarci l'influenza europea in molti più edifici.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghnkGf6zd3h7duDt2ly8DcUdJVyt0okGsas9UO_sjZ8NlEFNc_Dhgl3g-elVLFX0Q4AhHp5n85AelBc8Sg_7U4ss4lHW_3ghBivivNPPlCM0-Dhs08LjCwN4dBetJJfR2bf86Dp_P6vcAP/s1600/IMG_20181231_110537.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghnkGf6zd3h7duDt2ly8DcUdJVyt0okGsas9UO_sjZ8NlEFNc_Dhgl3g-elVLFX0Q4AhHp5n85AelBc8Sg_7U4ss4lHW_3ghBivivNPPlCM0-Dhs08LjCwN4dBetJJfR2bf86Dp_P6vcAP/s200/IMG_20181231_110537.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Torre di Galata</td></tr>
</tbody></table>
Dalla Torre di Galata in poi abbiamo attraversato quello che è il <b>Viale dell'Indipendenza</b> (Istiklal Caddesi), una delle strade centrali, costruite tra Settecento e Ottocento, la via dello shopping internazionale. Qui si trovano molti c<b>onsolati, chiese, sia ortodosse che cattoliche, scuole e istituti di cultura di varie nazioni</b>, tra cui quello italiano. Lo stile <b>Liberty</b>, quello <b>Neogotico </b>e <b>Neoclassico </b>abbondano, si vede che è una via che potremmo definire chic.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMYYFhbnWCjzooDKA_EJj1aNcL59aemsa0erVfg2Wg5q2mkWSg4mCqpQae0bJbNC9di6p4ujGShdoKiyNlx689l_4YLMfuR19IyHIzer76s_Eocqy40auAoxQk4fU-phpjvg6ZL_sAgluM/s1600/IMG_20181231_113849.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMYYFhbnWCjzooDKA_EJj1aNcL59aemsa0erVfg2Wg5q2mkWSg4mCqpQae0bJbNC9di6p4ujGShdoKiyNlx689l_4YLMfuR19IyHIzer76s_Eocqy40auAoxQk4fU-phpjvg6ZL_sAgluM/s200/IMG_20181231_113849.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pera Palace Hotel</td></tr>
</tbody></table>
E tra le chicche che la nostra guida ci ha fatto visitare c'è lui, il<a href="https://www.perapalace.com/" target="_blank"> <b>Pera Palace Hotel</b></a>, ovvero l'hotel dove si fermavano i viaggiatori dell'<b>Orient Express</b>. E' stato come entrare nel libro di <b>Agatha Christie </b>e il suo libro l'ha scritto proprio qui, tanto che c'è una stanza a lei dedicata. Ho una passione per l'arredamento Art Nouveau e qui il viaggio nel tempo è stato reale. Il primo ascensore di Istanbul è qui ed è funzionante, c'è ancora la portantina che si utilizzava per andare a prendere gli ospiti dal treno. Gli spazi comuni erano pieni di libri e beh, credo sia stato il mio luogo preferito in assoluto del viaggio. La camera 101 è dedicata ad Atatürk, musealizzata, dato che era qui che si fermava quando era a Istanbul.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOZEiLvNb7oUdtN_7Xgglbi1eCjsjzmR7Mau31M9HDoL-osIG_NBWJhL2YXHcsrwESt38Q0DvyFVUnIabP5OhG7GeSQaNRtqDfUqBuk-xXwDnWV0_ipvxb0Bkujm9BGVuO9KZ-IGS0er1B/s1600/IMG_20181231_122206.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOZEiLvNb7oUdtN_7Xgglbi1eCjsjzmR7Mau31M9HDoL-osIG_NBWJhL2YXHcsrwESt38Q0DvyFVUnIabP5OhG7GeSQaNRtqDfUqBuk-xXwDnWV0_ipvxb0Bkujm9BGVuO9KZ-IGS0er1B/s200/IMG_20181231_122206.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uno dei passaggi</td></tr>
</tbody></table>
Sono caratteristici, lungo tutto il Viale dell'Indipendenza dei <b>passaggi</b>, di solito strette stradine voltate e dove si affacciano negozi e locali, che permettono di tagliare perpendicolarmente il viale e sbucare bella parallela, evitando così di dover percorrere tutta la via o tutto l'enorme isolato. Sono piuttosto caratteristici e alcuni hanno degli ingressi anonimi per poi ritrovarsi, quasi per magia in uno spazio completamente diverso.<br />
<br />
A questo punto un saluto lo devo a <b>frate Antonio</b>, che si trova nella <b>Chiesa di San Pietro e Paolo</b>. E' un domenicano che si occupa di una ventina di fedeli al massimo. Non ci sono sacerdoti a Istanbul, dove tutto sommato c'è una certa tolleranza religiosa, ma sono solo loro a gestire quella piccola comunità, dipendendo formalmente dalla Diocesi di Milano. Si autosostengono, niente fondi di alcun genere arrivano loro. E' stato un bel momento di condivisione, con atmosfere natalizie. Qui è conservata una icona della Madonna, quello che ne resta.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpdNTyHRwijWnebPsU7JPbr_6Zp7o_zMdVIHn6UnJJeI8Y6isC-0XHprIOqGGgC-PjbvTCMO02sgudr35i9hyphenhyphen74TdHRsS8gPcPmSoIPYaD7ctC_eiue0jqRkHWMQWUX4k8Hey3fyWsX00V/s1600/IMG_20181231_105136.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpdNTyHRwijWnebPsU7JPbr_6Zp7o_zMdVIHn6UnJJeI8Y6isC-0XHprIOqGGgC-PjbvTCMO02sgudr35i9hyphenhyphen74TdHRsS8gPcPmSoIPYaD7ctC_eiue0jqRkHWMQWUX4k8Hey3fyWsX00V/s200/IMG_20181231_105136.jpg" width="150" /></a>Alla vine dell'Istiklal Caddesi, si arriva a<b> Piazza Taksim</b>. E' il centro della vita moderna della città, con i suoi negozi, cinema, ristoranti, ed era la piazza della distribuzione dell'acqua. Qui infatti si trova un'altra cisterna, più moderna, dove partiva la distribuzione dell'acqua. Al centro si staglia il <b>monumento alla Repubbica</b> (di un altro italiano, Pietro Canonica), qui si svolgono le maggiori manifestazioni turche, qui ci sono state le proteste contro il governo di Erdoğan e da allora la polizia presidia la piazza.<b> C'è un enorme dispiegamento di forze dell'ordine in tutta Istanbul.</b><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwXhcW0Q_7v64kp_ce_093Xlt1iMego3zRnVnrSx9PkZbO0HH0mlJfka6zFmIRm_KvA3Xw9xpB32iOodN2eKwvTvV580AcXePKEM9yJrjth26Qo7J_ANykxR31QN9RE8R92a1vJc-Ph3B8/s1600/IMG_20181231_124752.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwXhcW0Q_7v64kp_ce_093Xlt1iMego3zRnVnrSx9PkZbO0HH0mlJfka6zFmIRm_KvA3Xw9xpB32iOodN2eKwvTvV580AcXePKEM9yJrjth26Qo7J_ANykxR31QN9RE8R92a1vJc-Ph3B8/s200/IMG_20181231_124752.jpg" width="150" /></a>Il pomeriggio di questa giornata è stato speso in parte per una <b>crociera in battello sul Bosforo</b>. Il panorama è decisamente bello e diversificato. Le costruzioni della riva europea sono diverse da quelle della sponda asiatica. Ci sono molte residenze ottomane, appartenenti al sultano e alla sua numerosa famiglia, tenendo conto che gli harem di ogni sultano, alla sua morte, lasciavano palazzo Topkapi per lasciare posto alla nuova corte.<br />
<br />
E siamo giunti così alla <b>sera del 31 dicembre</b>, passato in un locale tipico per una cena veloce, anche qui con mille antipasti iniziale e salse di tante tipologie diverse, non è mancato il montone e una specie di purè di castagne ad accompagnare veramente delizioso. Ad animare la serata<b> ballerine e ballerini di danza del ventre</b>. Sì, per la prima volta ho visto un ballerino di danza del ventre e pure bravo. In questo locale gli alcolici era permessi e quindi si onora l'oriente con il <b>raki</b>! La musica era ovviamente orientale tranne, ad un certo punto, ecco sbucare Xdono di Tiziano Ferro e una versione in turco forse di un brano di Laura Pausini. Signori, è stato bellissimo!<br />
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<a href="http://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2019/01/diario-di-viaggio-istanbul-parte-prima.html" target="_blank">Diario di viaggio - Istanbul, Parte Prima (15)</a><br />
Diario di viaggio - Istanbul, Parte Terza (17)<br />
<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-52455290885127128122019-01-17T18:33:00.000+01:002019-01-17T18:33:19.373+01:00Diario di viaggio - Istanbul, Parte Prima (15)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUVhbZNxcUe2Y2NQynIHM5CzTMXb0uY_-BuNbSBgAUXVphZkOKkvlP-CRIa1dUSREmJVTZLv3GckhywblkwPxZLaJv-X98XSHcS-oVeH0vFgO4s7P5SlsRKnT72E0GrEs4Mm5fSCtlpKxV/s1600/IMG_1162.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUVhbZNxcUe2Y2NQynIHM5CzTMXb0uY_-BuNbSBgAUXVphZkOKkvlP-CRIa1dUSREmJVTZLv3GckhywblkwPxZLaJv-X98XSHcS-oVeH0vFgO4s7P5SlsRKnT72E0GrEs4Mm5fSCtlpKxV/s320/IMG_1162.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Moschea Blu</td></tr>
</tbody></table>
Bentrovati e buon 2019! Passato delle belle vacanze? Io sì (salti di giubilo!) e il titolo di questo <b>Diario di viaggio</b> lo dimostra.<br />
Ebbene, quest'anno la fine dell'anno vecchio e l'inizio di quello nuovo li ho trascorsi all'estero. Era un po' che non succedeva, è stata una bella novità. Questa volta, <b>insieme a mio padre</b>, abbiamo deciso per questa particolarissima città, dalla storia complessa e dalle vicende davvero particolari: <b>Istanbul</b>.<br />
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<b>Istanbul è l'unica città al mondo a trovarsi divisa tra due continenti:</b> da un lato del Bosforo la vecchia <b>Europa </b>e dall'altro l'<b>Asia.</b> La parte europea è divisa a sua volta in due porzioni dal Corno d'Oro, una insenatura che corre per chilometri e divide la zona del centro storico dalle altre espansioni.<br />
<b>Istanbul ha 15 milioni di abitanti</b>: prendete Bari, Napoli, Palermo e moltiplicate il tutto per 8 e avrete la formula perfetta per capire che tipo di città è. Siamo sinceri e queste tre città sono una sorta di <b>caos organizzato (e disorganizzato),</b> amichevoli sicuramente, complicate pure, variegate, dove si parlano tante lingue, dove la presenza del mare ha mescolato tutto il mescolabile. Così è Istanbul. Dico la verità, <b>mi sono sentita piuttosto a casa, </b>ho trovato molti più punti in comune rispetto a una qualunque città del nord Europa.<br />
<a name='more'></a><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOewWJNafzYglXFFTfxc7bfJIOHg5pLXoR-XG3uHOulqUi6LeAggHj1RPbwxLejijfLkSuqiDf7aLumGKlSPO9w6w0aeCgrg80UgzW-dyaYBN3GedMBro3GZiy7riLq2zfCk-IKRWpeGAl/s1600/IMG_20181230_155607.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOewWJNafzYglXFFTfxc7bfJIOHg5pLXoR-XG3uHOulqUi6LeAggHj1RPbwxLejijfLkSuqiDf7aLumGKlSPO9w6w0aeCgrg80UgzW-dyaYBN3GedMBro3GZiy7riLq2zfCk-IKRWpeGAl/s200/IMG_20181230_155607.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Santa Sofia</td></tr>
</tbody></table>
Veniamo al viaggio. Un saluto va di certo alla guida, <b>Yildirim</b>, turco che parla non so quante lingue, maratoneta per davvero e con una pazienza che gli invidio.<br />
Dopo un saluto all'Ippodromo e all'<b>obelisco di Teodosio</b> (bella la sensazione di vedere dal vivo qualcosa che hai studiato ai tempi dell'università), la prima tappa della giornata è stata la famosa <b>Moschea Blu</b>, che, purtroppo non era molto visitabile, visto quanto era impacchettata per via dei restauri. Certo è che il mio gruppo, una quarantina di persone, ha dovuto fare i conti subito con la storia delle<b> scarpe da togliere e con le teste da velare</b>: inutile pensare di scamparla, le regole sono regole e lì c'è la polizia direttamente a farle rispettare. Questo ha un po' stupito tutti, ma dal colpo di stato fallito di tre anni fa, <b>la polizia e i metal detector sono praticamente ovunque.</b><br />
<br />
Da qui abbiamo fatto un salto alla <b>Cisterna Basilica</b>. In un luogo circondato dal mare, ma privo di acqua dolce, l'approvvigionamento idrico era uno dei problemi più impellenti, quindi i Romani, maestri di acquedotti e cisterne, posero rimedio. Questa è opera di Giustiniano I ed è famosa per via delle<b> teste di gorgone </b>utilizzate come basamento di due colonne. Anche questo sito era in restauro, quindi niente acqua e niente selva infinita di colonne.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWaJzQZgSyWRAGDzS2mVpMialVvtm3dpyohJeCxWUDt8hBlKWbSDQTxgPTPlLTxXaAJ5MTwaTzOVbZLptLIXDISeyrwmicCzcnqaUxZovH7DHVuxfNO3Rp0IA9zpiP5o3CF49b8dM3b9Cv/s1600/IMG_1202.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWaJzQZgSyWRAGDzS2mVpMialVvtm3dpyohJeCxWUDt8hBlKWbSDQTxgPTPlLTxXaAJ5MTwaTzOVbZLptLIXDISeyrwmicCzcnqaUxZovH7DHVuxfNO3Rp0IA9zpiP5o3CF49b8dM3b9Cv/s200/IMG_1202.JPG" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Biblioteca di Palazzo Topkapi</td></tr>
</tbody></table>
Un posto interessante è stato sicuramente il <b>Palazzo Topkapi</b>. Enorme è la parola giusta, con tantissimi ambienti diversi: dalla<b> Sala del Divano</b>, ovvero dove il consiglio prendeva le sue decisioni prima di andare dal Sultano, alle cucine, tantissime, dalle enormi canne fumarie, fino a una piccola biblioteca, alle mostre di <b>orologi </b>e di <b>armi</b>, alla sala privata del Sultano con tanto di fontanella fuori che si apriva per far rumore e non permettere di origliare (rimedio della nonna!) e al panorama con i due continenti sullo sfondo. E' molto interessante pensare alla schiera di persone che abitavano in quel luogo, tra servitori e membri della corte, davvero c'era un'infinità di umanità a popolare il palazzo.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRP5fr9WCDSUs08uGUGiVRSEmP_wyGe6yazSG4FZjPk7ApwfU6Njsd8Csu61ivYok5AoLqyFNudAtVeV_OryNf129QvqnTfIv53NndwlkGoy7EyUZXllwu22PKTmOKSiLCN6UzK23xj8oD/s1600/IMG_20181230_211902.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRP5fr9WCDSUs08uGUGiVRSEmP_wyGe6yazSG4FZjPk7ApwfU6Njsd8Csu61ivYok5AoLqyFNudAtVeV_OryNf129QvqnTfIv53NndwlkGoy7EyUZXllwu22PKTmOKSiLCN6UzK23xj8oD/s200/IMG_20181230_211902.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il tè, servito a fine cena</td></tr>
</tbody></table>
La <b>cena </b>si è svolta in un locale tipico dove <b>non si servivano alcolici</b>. E' una situazione molto comune, per cui, se per voi è irrinunciabile, pensateci bene. Non so esattamente cosa ho mangiato, ho riconosciuto solo qualcosa in comune con la cucina greca e quella albanese. Per esempio so di aver mangiato <b>humus</b>, <b>tzatziki</b>, molti piatti a base di melanzane, farro e cous cous. Tipico di quella zona è l'agnello, il <b>montone</b> e pollame, visto che difficilmente mangiano anche animali più grandi. Di sicuro ho mangiato delle interiora, ma non voglio saperlo per certo. Diciamo che io meno ci capisco, più mangio, ma non devo sapere esattamente cosa oppure è la fine. Hanno portato anche un<b> pollo in crosta di sale,</b> ripieno di riso, legumi, frutta secca e speziato. <b>E' tutto speziato o piccante</b>, anche qui consiglio di pensarci bene prima. A fine pasto <b>kunefe</b>, un dolce a base di formaggio, e<b> tè nero, che qui bevono a tutte le ore. TUTTE!</b> I dolci turchi sono dolci per davvero, spesso a base di miele e frutta secca.<br />
<br />
Questo primo giorno è stato un giro classico, quello che visitavano anche i croceristi, quando le navi da crociera attraccavano a Istanbul. <b>Il bello è venuto il giorno seguente, con tante curiosità</b>.<br />
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Diario di viaggio - Istanbul, Parte Seconda (16)<br />
Diario di viaggio - Istanbul, Parte Terza (17)Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-82461662551111949282018-12-17T11:03:00.000+01:002018-12-17T11:03:27.303+01:00La forma della voce - Naoko Yamada <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZIja666tZGXuplhPxmRrZzddBf2z_979gvr3e2QXfirzmal2F8rIZhh0-VnJ130muQ3FowccCT2wmBjz9wNvPphko13rmLwgQSiNEI-75XLf2irRhMzuTyhZkBrvT146JAd4IUBwt9NNu/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZIja666tZGXuplhPxmRrZzddBf2z_979gvr3e2QXfirzmal2F8rIZhh0-VnJ130muQ3FowccCT2wmBjz9wNvPphko13rmLwgQSiNEI-75XLf2irRhMzuTyhZkBrvT146JAd4IUBwt9NNu/s320/locandina.jpg" width="224" /></a></div>
Chi mi conosce sa che, per quanto riguarda i <b>manga</b>, leggo sempre quelli di genere <b>shonen </b>e <b>seinen</b>, roba da maschiacci. Eppure, giusto in questi giorni, mi sono lasciata prendere dalla trasposizione cinematografica di uno <b>shojo</b>, <b><i>A silent voice</i></b>, manga in sette volumi di <b>Yoshitoki Ōima</b>.<br />
<b><i>La forma della voce</i></b> è diretto da un'altra donna, <b>Naoko Yamada</b>, che ha dovuto condensare tutto in due ore, esperienza non facile, ma che con qualche espediente narrativo cinematografico è riuscita a realizzare un'opera intensa.<br />
Leggendo qui e là recensioni e paragoni con il manga, ha tralasciato qualche argomento affrontato sulla carta, ma <b>il film è incredibilmente godibile ed emozionante</b> e forse è proprio l'emozione che suscita a salvarlo da quelle incongruenze che chi ha letto il manga ha notato.<br />
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<b><i>La forma della voce</i></b> è uno shojo atipico, nel senso che l<b>a storia d'amore fa da sfondo</b> a problematiche complesse: <b>bullismo, suicidio, diversamente abili</b>.<br />
<a name='more'></a><br />
Il film si apre con il protagonista, <b>Shoya Ishida</b>, liceale all'ultimo anno, che mette in atto una serie di azioni programmate: si licenzia dal lavoro part-time, ritira i soldi guadagnati fino ad allora dalla banca, vende tutto quello che ha e dona tutto il ricavato a sua madre perché <b>ha deciso che il 15 aprile sarà il suo ultimo giorno di vita</b>. E' pronto a saltare da un ponte ed è già lì quando pensa, all'ultimo momento, di cercare <b>Shoko Nishimiya</b> per chiederle scusa.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXTiQ6JOpRTfpSRE8mxGSijzZS4aMW20uNq_uHhcr5xAxGj0CQYBL37m9u6-pp3c3cpSiboMf0tdy_q1Pqy2GVMPOSD6D5bwS2W0k3_yJG7Kqer1CiUgJ6J48eLMVG_d8BG3m3aDhIg2ey/s1600/La-Forma-della-Voce.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="1344" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXTiQ6JOpRTfpSRE8mxGSijzZS4aMW20uNq_uHhcr5xAxGj0CQYBL37m9u6-pp3c3cpSiboMf0tdy_q1Pqy2GVMPOSD6D5bwS2W0k3_yJG7Kqer1CiUgJ6J48eLMVG_d8BG3m3aDhIg2ey/s320/La-Forma-della-Voce.jpg" width="320" /></a><br />Shoko è u<b>na ragazza sorda</b> che ha frequentato con lui un anno delle elementari ed è stata la sua vittima. <b>Ishida ha bullizzato la bambina fino a ferirla fisicamente e psicologicamente</b>. Il copione, purtroppo, è tipico. L'arrivo di questa bambina diversamente abile è prima una novità per la classe, poi per tutti, insegnante compreso, <b>diventa un peso</b>, una scocciatura, perché bisogna aiutarla, scrivere sul suo quaderno per comunicare con lei e <b>Ishida interpreta il ruolo del cattivo che tutti vorrebbero ma non osano</b>: ridono tutti quando lui le fa i peggiori dispetti possibili, arrivando a rompergli diversi apparecchi acustici.<b> L'insegnante lascia correre</b>, ogni tanto elargisce rimproveri blandi, pur sapendo che quello messo in atto dal ragazzo è bullismo allo stato puro. Quando la madre di Shoko decide di farle cambiare scuola per le vessazioni subite, chiede anche che vengano trovati i colpevoli e tutti in classe sanno che il bullo è Ishida, insegnante compreso. <b>Il ragazzino fa notare che gli altri hanno riso ed erano complici delle sue malefatte, ne fa addirittura i nomi, ma il risultato delle sue azioni è tragicomico: da bullo diventa vittima</b>, perché nessuno vuole avere a che fare con lui, mai più.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiETuruxJoTziSuIlapzQF9ozdT2FZMXLdikf6PjkKz7IKAHUW849k0T4f2IVyR8BcXt5AObMKVW8WEWd-EbomzxQ-YUJFlBTZY6kdoNA-qvVMkDM7zPKio3jfbApSaBHoW3RnUX8WJfcqR/s1600/la.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="465" data-original-width="990" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiETuruxJoTziSuIlapzQF9ozdT2FZMXLdikf6PjkKz7IKAHUW849k0T4f2IVyR8BcXt5AObMKVW8WEWd-EbomzxQ-YUJFlBTZY6kdoNA-qvVMkDM7zPKio3jfbApSaBHoW3RnUX8WJfcqR/s320/la.jpg" width="320" /></a><b>Ishida non ha amici e non riesce a vedere i volti delle persone che lo circondano</b>, ci vede su una bella X. <b>Non riesce a sentirne i veri dialoghi</b>, ma continue critiche verso di lui, accuse, cattiverie che pensa di meritare, perché si considera una persona malvagia e dannosa per gli altri, un mostro che non merita nulla. <b>Il suo è un percorso verso il perdono e l'accettazione di sé stesso</b>, prima di tutto, ma il suo essere stato bullo è uno stigma che si porterà fino alla fine del film, con risvolti che sono stati un colpo al cuore.<br />
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<b>Ci sono tanti bei personaggi</b>, ma tutto ruota intorno a questo ragazzo e anche questo è un po' atipico per uno shojo, dove spesso il punto di vista è quello femminile.<br /><b>Ho provato grande dispiacere per questo ragazzo</b>, perché è vero che è stato un bullo, ma ha capito profondamente i suoi errori, non è stato coperto da sua madre che, anzi, lo costringe a scusarsi con Nishimiya, ma continua a vivere in un isolamento punitivo davvero sconcertante.<br /><br />
Non ho voluto raccontare la trama, molto complessa nell'interazione con gli altri personaggi, perché merita di essere visto. Vi lascio il trailer.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/6w1BtaepE_4/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/6w1BtaepE_4?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-3405172109790500112018-12-14T19:43:00.000+01:002018-12-14T19:43:30.548+01:00Diario di viaggio: MArTa di Taranto (14)<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhkqyL8yVxis1QYBauxWrngMRZ8_I2o-AUnijSULAr_nroDHT5IFTAznd5G5WkTv3BkVN8exPBy2pyg5LUClUS7ZwUYLmRvW-bvUi220nESE7T_aKOH7kuBh7u1ByjGCIglwr1Lv1K9hkr/s1600/taranto+orecchino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="414" data-original-width="417" height="317" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhkqyL8yVxis1QYBauxWrngMRZ8_I2o-AUnijSULAr_nroDHT5IFTAznd5G5WkTv3BkVN8exPBy2pyg5LUClUS7ZwUYLmRvW-bvUi220nESE7T_aKOH7kuBh7u1ByjGCIglwr1Lv1K9hkr/s320/taranto+orecchino.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Orecchino a navicella in oro</td></tr>
</tbody></table>
Vista la scarsità di aggiornamenti, così dilazionati nel tempo, si può pensare che non abbia argomenti da affrontare. Non è così: avete presente l'agenda del post precedente? Ecco, ho una sezione dove appunto <b>argomenti su argomenti</b>, riguardanti libri che leggo, luoghi che visito, personaggi che scopro. Purtroppo la verità è che, nonostante il desiderio, <b>non sono molto organizzata </b>nelle mie cose, ma piuttosto <b>anarchica</b>. Spero che il nuovo anno, pieno di cambiamenti, mi faccia diventare costante.<br />
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Detto questo, alla fine di un'estate caratterizzata da tanto lavoro, niente mare e qualche divertimento sparso, ho finalmente fatto un salto al <a href="http://www.museotaranto.beniculturali.it/web/index.php?area=1&page=home&id=0&lng=it" target="_blank"><b>MArTa</b></a>, il <b>Museo Archeologico Nazionale di Taranto</b>. I Poli museali nazionali in Puglia non sono tanti, ma questo è di sicuro il fiore all'occhiello. Dal 2016 sono state inaugurate nuove sezioni e il materiale che raccoglie è veramente notevole.<br />
<a name='more'></a><br />
<b>Taranto è una città con una storia estremamente antica e dettagliata.</b> E' un insediamento che si è distinto già a partire dal Paleolitico e il Neolitico, ma è il <b>periodo magnogreco</b> quello più noto, con la fondazione leggendaria della città nel 706 a.C. da parte da esuli spartani, in particolare da <b>Falanto</b>, nobile discendente da <b>Ercole </b>in persona. Tenta di contrastare l'ascesa di <b>Roma</b>, alleandosi con <b>Annibale</b>, ma verrà punita qualche anno più tardi e saccheggiata.<br />
L'insediamento primigenio si trova proprio sui promontori dove sorge tutt'ora il <b>centro storico</b> e l'espansione ottocentesca e, proprio mentre si scavava per costruire alcuni dei palazzi, avvennero una <b>serie di ritrovamenti archeologici di notevole interesse</b>. Tutt'ora scavare nella città di Taranto e nei dintorni porta alla luce nuove evidenze e reperti che riscrivono la storia della città e della Puglia. <b>Purtroppo non ho trovato nel bookshop del museo un catalogo degno di tale nome</b>, che racchiudesse tutti gli infiniti e nuovissimi pannelli che mi hanno accompagnata durante la visita e spero che presto risolvano questo increscioso problema.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDl4RZ6Ux4yB_Dd6fAERsHGQBnhRZcF3teaMH-0U8sHkByWOGy53jn7rK-Pe-5NjCcOqouHF89T2Q8DVf1AVBpc-DbgDAozyEGGbT1EETZMhT2SmsaFRtLxs1ZUGm5iDe4gEq-SUUNIQb4/s1600/taranto+schiaccianoci.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="667" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDl4RZ6Ux4yB_Dd6fAERsHGQBnhRZcF3teaMH-0U8sHkByWOGy53jn7rK-Pe-5NjCcOqouHF89T2Q8DVf1AVBpc-DbgDAozyEGGbT1EETZMhT2SmsaFRtLxs1ZUGm5iDe4gEq-SUUNIQb4/s320/taranto+schiaccianoci.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Schiaccianoci. <br />Come riscrivere la storia del design</td></tr>
</tbody></table>
<b>Il MArTa merita una visita,</b> e forse più di una, perché si scopre la storia di una regione di confine, dagli esordi a <b>vette culturali, sociali ed economiche di tutto rispetto</b>. Il Museo non è solo la storia di Taranto, ma anche di altri centri rilevanti dello stesso periodo come <b>Egnazia, Canosa, San Paolo Civitate e Carbonara</b>, oggi decisamente prive dell'importanza che avevano in passato. Si scopre così il <b>mondo apulo</b>, quello della <b>Magna Grecia</b> e quello <b>Romano</b>, passando dai riti funerari, all'abbigliamento, <b>all'oreficeria</b>, che è quella che stupisce maggiormente, ma non manca nulla, compresi i mosaici romani e i templi.<br />
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<b>Il Museo viene fondato alla fine dell'Ottocento</b> e i vari direttori hanno lasciato il loro contributo all'allestimento e allo studio della storia della città di Taranto. Oggi è diviso in <b>due piani </b>e la visita parte dal secondo piano in un tripudio di reperti e di pannelli scientifici, corredati anche da touch screen che aiutano il visitatore a muoversi tra le epoche storiche. Alcuni pezzi sono di una finezza davvero strabiliante, come un particolarissimo <b>schiaccianoci </b>o i famosi <b>orecchini</b>, per non parlare della statuaria e di vasellame in vetro: non ne avevo mai visto tanto nello stesso posto.<br />
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Se fate un salto in Puglia, visitare il MArTa è una tappa importante per comprendere la storia della regione.<br />
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<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-79425272890681558122018-11-18T12:23:00.001+01:002018-11-18T12:23:47.871+01:00Planner Addict - Realizzo la mia agenda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglJPjnNCeMxVUGucXC1mmsOi-DG-J7TsZfGFBLkSreDEN7zeX9n5FVoD6VECHkEFayPrBuEBOTAM_XDseLvUp51laW9X5dZv9fBkMCz_UuwjeWIeLI92-eYda7qRR5jZUIIjMlqrLFcvuN/s1600/IMG_20181118_115808.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="692" data-original-width="922" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglJPjnNCeMxVUGucXC1mmsOi-DG-J7TsZfGFBLkSreDEN7zeX9n5FVoD6VECHkEFayPrBuEBOTAM_XDseLvUp51laW9X5dZv9fBkMCz_UuwjeWIeLI92-eYda7qRR5jZUIIjMlqrLFcvuN/s320/IMG_20181118_115808.jpg" width="320" /></a></div>
Tra le tante caratteristiche del mio quotidiano, c'è quella di fare uso di un'<b>agenda </b>ad anelli, una <b><a href="https://it.filofax.com/saffiano-personal-organiser-filofax.html" target="_blank">Filofax Saffiano Personal</a>. </b><br />
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Sì, sono tra quelle persone che scrive, prende appunti, appuntamenti e segna usando carta e penna tante e tante informazioni. E' vero che esistono tante belle app per smartphone che permettono di sincronizzare tutta la famiglia (per esempio <b>Google Calendar</b>, consigliatissimo!), però <b>il fascino della carta</b> per me resta immutabile, oltre ad aiutarmi a ricordare. </div>
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Ho scelto un'agenda ad anelli perché <b>posso organizzare le sezioni come pare a me</b>, nell'ordine che trovo più adeguato alle mie esigenze e perché posso aggiungere e togliere sezioni a seconda di quello che mi serve in un dato periodo o in un dato anno. Sono arrivata a questa soluzione, dopo che avevo iniziato a incollare pagine nelle normali agende giornaliere da borsetta, perché mi serviva qualcosa in più che non c'era.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1jjlsIaoTj-8MZ0WR8UqXZlS7xuwLZ9cM4DWIGAz-nWsxkPaFK1B1hS6BWBPTDERX0cXe1nVoL48Scgw9OWm7rYdBytPwawMp0pVvMbXi2rlcETpe4ms9x5muxfyt3mfsXvpSfWVBf75M/s1600/IMG_20181118_115840.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="692" data-original-width="922" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1jjlsIaoTj-8MZ0WR8UqXZlS7xuwLZ9cM4DWIGAz-nWsxkPaFK1B1hS6BWBPTDERX0cXe1nVoL48Scgw9OWm7rYdBytPwawMp0pVvMbXi2rlcETpe4ms9x5muxfyt3mfsXvpSfWVBf75M/s200/IMG_20181118_115840.jpg" width="200" /></a>Ho scelto una <b>Filofax </b>per via della <b>solidità delle agende</b> e della lunga esperienza in materia del marchio: realizza agende ad anelli da quasi un secolo nel Regno Unito. Molti pensano che sia un marchio recente, visto che è negli ultimi dieci anno che ha assunto una popolarità interplanetaria, ma non è così.<br />
Curiosità sul nome Filofax: derivante da “file of facts” ossia “archivia i fatti”.<br />
Sicuramente troverete agende ad anelli anche da <b>Tiger</b>, alla modica cifra di € 7,00, sul web ce ne sono di tutti i tipi, ma se dovessi cambiare agenda, sceglierei sempre una Filofax. E' con me quotidianamente in borsa da quattro anni e solo ora gli angoli iniziano a perdere colore, è fatta per durare, insomma. Considerando che Filofax non mi paga per questa <i>recensione</i>, vi potete fidare, dato che è dopo tutto questo tempo in cui l'ho testata che ve la consiglio.<br />
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A parte la prima volta, tutti gli altri <b>refill</b>, ovvero le ricariche con i fogli del nuovo anno, li ho realizzati da me, utilizzando semplicemente <b>Word </b>di Office e aiutandomi con qualche tutorial reperibile facilmente sul web.<br />
Quest'anno sono particolarmente soddisfatta del risultato, quindi metto a disposizione quello che ho creato: è tutto scaricabile e stampabile facilmente, senza doversi registrare. Dovete armarvi poi di taglierino, righello e tappetino per tagliare il tutto nella giusta dimensione.<br />
Buon divertimento!</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3qINuiTpjTj8sI1AG_FYJBKzsFvZrDCXynWbFVCrpM60r6yJZWug0yhl6-dnAL9Vbym2C3ti4BkzNFbqjciYI6bgtycGzcsUA6wQ065v-YD3WLgEuqANBsZfi_PM7i6CmprfuUl2gVX0P/s1600/IMG_20181117_121012_874.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1276" data-original-width="1276" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3qINuiTpjTj8sI1AG_FYJBKzsFvZrDCXynWbFVCrpM60r6yJZWug0yhl6-dnAL9Vbym2C3ti4BkzNFbqjciYI6bgtycGzcsUA6wQ065v-YD3WLgEuqANBsZfi_PM7i6CmprfuUl2gVX0P/s320/IMG_20181117_121012_874.jpg" width="318" /></a></div>
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Per scaricare i file, clicca il link sottostante</div>
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<a href="https://drive.google.com/open?id=1DXaAX-OrG6l5EM4n3rd8OWsNFiCV1y7E" target="_blank">Agenda 2019</a></div>
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Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-7031389185975318932018-10-11T22:03:00.000+02:002018-10-11T22:03:43.007+02:00Gli Scacciapensieri (5) - Il seggio vacante<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJy6s6chZgPLG-w_AYBP_x1o3RRiuIa1KFPbV_Fdv6oz1K9tG_hBFdTkv_7xwzAaEjg4CkxparydjD6CsEldj7r1DDGlsjSP7E4rBOPzKx7nDbREnqXcDJ6mzvODcW6wwTJmdqoHULjihe/s1600/711O8xFXvZL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1575" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJy6s6chZgPLG-w_AYBP_x1o3RRiuIa1KFPbV_Fdv6oz1K9tG_hBFdTkv_7xwzAaEjg4CkxparydjD6CsEldj7r1DDGlsjSP7E4rBOPzKx7nDbREnqXcDJ6mzvODcW6wwTJmdqoHULjihe/s320/711O8xFXvZL.jpg" width="203" /></a></div>
E proviamo a stare senza pensieri... Questa <b>rubrica </b>era stata derubricata, però non ho mai smesso di dedicarmi per diletto e relax a qualcosa di leggero.<br />
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A primo sguardo, tenendo conto delle recensioni e del nome dell'autrice de <b><i>Il seggio vacante</i></b>, tale <b>J.K. Rowling</b>, il libro lo avevo preso per qualcosa di <b>divertente </b>e <b>rilassante</b>. Lei è nota per la saga di <b><i>Harry Potter</i></b>, dove si viaggia con la <b>fantasia</b>, non mancano i siparietti comici, oltre a una trama di fondo anche <b>drammatica</b>, però questo libro non è affatto così.<br />
Lo ammetto: fino a metà delle 550 pagine che lo compongono<b> l'ho trovato un libro noioso</b>, ma noioso a livello 8 su una scala da 1 a 10. Troppo.<br />
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La <b>trama</b>, in breve, racconta di un piccolo borgo, <b>Pagford</b>, della campagna inglese, dove un consigliere comunale, tale <b>Barry Fairbrother</b>, muore all'improvviso nel parcheggio del ristorante dove si stava recando con la moglie Mary per festeggiare il loro anniversario. Il consiglio deve occuparsi di decidere cosa fare con un <b>quartiere popolare</b> della città, denominato <b>Fields</b>, e del centro per tossicodipendenti <b>Bellchapel </b>ad esso connesso. Si deve discutere se questo quartiere deve restare nella giurisdizione di Pagford o passare in quella della vicina <b>Yarvil </b>e se rinnovare o meno l'affitto dell'edificio comunale dove ha sede il centro.<br />
<a name='more'></a><br />
Come in tutti i paesi che si rispettano, <b>ci sono due fazioni </b>in lotta tra loro e Fairbrother apparteneva a quella che considera i Fields parte della città e quindi lottava per tenerli nella giurisdizione di Pagford. Capo della parte avversa è <b>Howard Mollison</b>, che presiede il consiglio comunale.<br />
<b>La prima metà del libro ci presenta i tanti personaggi che prenderanno parte ai giochi delle elezioni, i tanti possibili candidati e le loro famiglie.</b> Salta da una casa all'altra, spiando dalla serratura quello che succede e in particolare <b>mette l'accento sugli adolescenti di Pagford e dei Fields</b>, che frequentano tutti la scuola superiore di Yarvil, la Winterdown.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitbQGglRK_e6IY8n3BnxfmDXtgUTSdAtrZ6Vg0w0DrlTI8_itsxjY3uh_KWiEcJGAmU7q6lIOfeE_wKVukL8mvlHsJrdoUG4hnm_r7brjM4CnNvK8X7MSl1ltVjkbxC_OnTGGdsu3ozMOV/s1600/IlSeggioVacante.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="680" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitbQGglRK_e6IY8n3BnxfmDXtgUTSdAtrZ6Vg0w0DrlTI8_itsxjY3uh_KWiEcJGAmU7q6lIOfeE_wKVukL8mvlHsJrdoUG4hnm_r7brjM4CnNvK8X7MSl1ltVjkbxC_OnTGGdsu3ozMOV/s320/IlSeggioVacante.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I nostri adolescenti nella serie prodotta da HBO</td></tr>
</tbody></table>
<br />Purtroppo questa parte è lunga e mortalmente noiosa a livello di trama, quindi <b>ho avuto molte difficoltà a leggerla</b>. E' chiaro che la Rowling voleva farci conoscere per bene le <b>ipocrisie </b>di queste famiglie, i problemi, gli attriti, farci comprendere <b>i contrasti tra ricchi e poveri</b>, genitori e figli, mogli e mariti, insegnanti e studenti, assistenti sociali e famiglie seguite perché affrontare il problema della gestione dei Fields è solo la punta dell'iceberg.<br />
<br /><b>La seconda parte prende il via in modo pazzesco per mano degli adolescenti</b>, che fanno capire a tutti che <b>il re è nudo.</b> Sono loro che svelano le macchinazioni, gli <b>scheletri nell'armadio</b>. Sono i piccoli a fare da <b>coscienza </b>ad adulti che hanno perso la bussola. A volte ci riescono e qualche personaggio cambia in meglio o trova la forza di cambiare, in altri casi invece non riescono a sortire l'effetto sperato. Fatto sta che <b>questa catarsi passa attraverso un evento tragico</b> ed emblematico allo stesso tempo, una personificazione di quella voglia di liberarsi del quartiere popolare dei Fields, popolato da ladruncoli, spacciatori, tossici, famiglie con troppi figli, sporcizia per le strade e prostituzione, eppure <b>figlio di quella stessa società</b>, ma il fatto di essere sporco e fonte di guai rende facile volerlo allontanare e fare finta che non esista.<br />
<br />
<b>Il finale mi ha molto commossa</b>, lo ammetto, e mi ha fatto rivalutare il libro, perché è stato per me facile<b> simpatizzare con gli adolescenti</b>, anche quelli più problematici, quelli che non sanno ancora cosa vogliono essere, quelli che vivono il confronto con dei fratelli perfetti, quelli che sono vittime e quelli che sono bulli, quelli che hanno dei genitori difficili, quelli che sono vittime di violenza fisica e psicologica da parte di quegli stessi genitori.<br />
Forse è questo che salva<b><i> Il seggio vacante</i></b>, l'abilità di J.K. Rowling di <b>spiegare l'adolescenza e di assumerla a punto di vista</b>. Credo che un 7 1/2 sia un voto appropriato.<br /><br />
Qualche anno fa è stata prodotta dalla <b>HBO </b>una serie in tre puntate tratta dal libro. In Italia è andata in onda su <b>Sky</b>, ma è stata più brava la nostra scrittrice nella caratterizzazione degli adolescenti, mentre gli adulti qui sono degli attori con dei curricula davvero impressionanti. Nell'immagine spicca la colorata <b>Krystal</b>... da tenere d'occhio.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-58916058040316879282018-09-27T13:57:00.000+02:002018-09-27T13:57:37.315+02:00Banana Fish - Akimi Yoshida<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJkNOjvnp0HzSsz492RT9qAiWcHQF-uvRoQkXOj9cOWtCXfl963U9Ht-_r2SfqYB6_t04qNRR2PFDZGTBZyycC1uIivYmtlWMvGtDhBKpfpD8fxyG_eNc2Tq9vy0hxB7TSYSFjBwMV4T7L/s1600/199px-Banana_Fish_Copertina_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJkNOjvnp0HzSsz492RT9qAiWcHQF-uvRoQkXOj9cOWtCXfl963U9Ht-_r2SfqYB6_t04qNRR2PFDZGTBZyycC1uIivYmtlWMvGtDhBKpfpD8fxyG_eNc2Tq9vy0hxB7TSYSFjBwMV4T7L/s1600/199px-Banana_Fish_Copertina_1.jpg" /></a></div>
Avevo programmato di scrivere su qualcosa di diverso rispetto ad anime e manga, addirittura su un <b>documentario </b>molto bello <b><i>I Am Not Your Negro</i></b> (lo farò a breve), ma in questo periodo ci sono dentro con tutte le scarpe. <b>Era da tanto che non leggevo così tanti manga e non guardavo così tanti anime.</b> Sono tornata a 20 anni fa, quando ho iniziato a ficcarci il naso.<br />
<br />
In notturna ho finito di leggere il manga <b><i>Banana Fish</i></b>, pubblicato in 19 volumi in Giappone, tra il <b>1985 e il 1994</b>, opera della mangaka <b>Akimi Yoshida</b>. E' tornato alla ribalta per via della<b> serie animata </b>che solo quest'anno è stata portata sugli schermi.<br />
E' difficile classificare questo manga, viene spesso definito <b>shojo</b>, ma a mio parere è un <b>pulp </b>che vira verso un ipotetico e mascherato<b> shonen ai.</b><br />
Per capirci, gli <i>shojo </i>sono i manga per ragazze, tendenzialmente con storie d'amore, gli <i>shonen ai</i> trattano letteralmente di <b>amore omosessuale </b>(shonen = ragazzo, ai = amore) in senso <b>romantico</b>. Il <i>pulp </i>invece è quel genere poliziesco con risvolti molto efferati, crimini violenti, pensiamo al cult di Tarantino,<i><b> Pulp Fiction.</b></i><br />
<a name='more'></a><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge-V3lUdFtkbCQOm-gSJYJnLXSBw1pzWi7XGDdRS6rFcg501h2O-l-gu9qPP50rrHmDV-m2As5PuEqc5qmtVaBG-O215B9OLROK_aMnxS9TaCUk25FW1yjGUreuhOF2HI4GMm_bd04z-qB/s1600/317795b841025e660877fc4d58867cf6ca8399fd950522d5717e537d.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1551" height="247" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge-V3lUdFtkbCQOm-gSJYJnLXSBw1pzWi7XGDdRS6rFcg501h2O-l-gu9qPP50rrHmDV-m2As5PuEqc5qmtVaBG-O215B9OLROK_aMnxS9TaCUk25FW1yjGUreuhOF2HI4GMm_bd04z-qB/s320/317795b841025e660877fc4d58867cf6ca8399fd950522d5717e537d.jpg" style="cursor: move;" width="320" /></a><b>La trama è lunga e complessa</b>. Tutto parte nel 1973, in <b>Vietnam</b>, quando un soldato americano, mentre tutti sono rilassati in una delle pause tra una devastazione e l'altra, impazzisce letteralmente e finisce per sparare ai suoi compagni, uccidendone qualcuno. Riusciranno a fermarlo per il rotto della cuffia e le uniche parole che escono dalla sua bocca sono ”<i>Banana Fish</i>”. Dodici anni dopo ci spostiamo a <b>New York</b>, dove la polizia sta indagando su una serie di strani suicidi. Qui veniamo sorpresi da un uomo ferito a morte che, prima di morire, consegna ad un giovane criminale, di nome <b>Ash, </b>una strana capsula, ancora una volta accompagnata dalle parole “<i>Banana Fish</i>”.<br />
<br />
<b>Ash è il nostro protagonista</b>, americano, 17 anni, biondo, occhi verdi, con un QI da far impallidire Einstein, è a capo di una gang con un passato devastante, ha subìto e subisce diversi stupri, è stato introdotto nel mondo della prostituzione minorile e suo malgrado è stato vittima di pedofili. <b>Partiamo subito con colpi allo stomaco, insomma.</b> Co-protagonista è <b>Eiji</b>, diciannovenne giapponese, ex saltatore con l'asta che ha perso la gioia del salto, arrivato a New York al seguito di un fotografo suo amico, che deve realizzare un r<b>eportage sul fenomeno delle gang giovanili americane</b>.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsdyCPC_pjkm16Kv0ogb6xj5fiO_DgxVHVlCj-l7Xsg1Rlgi5cJGZXwdwtLVcf4HWqlXlPq5JP8q-GCyLJ4ws8w0GkLMIhcaJiiLJUy3AkMw5744fusewtxZ8J0MSnWStwnDjRZmv1nZUI/s1600/518021d4f830bb36aaf94be56d9035dc.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1462" data-original-width="1102" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsdyCPC_pjkm16Kv0ogb6xj5fiO_DgxVHVlCj-l7Xsg1Rlgi5cJGZXwdwtLVcf4HWqlXlPq5JP8q-GCyLJ4ws8w0GkLMIhcaJiiLJUy3AkMw5744fusewtxZ8J0MSnWStwnDjRZmv1nZUI/s200/518021d4f830bb36aaf94be56d9035dc.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sono molte le immagini<br />fuori trama che ritraggono i<br />due nel quotidiano</td></tr>
</tbody></table>
I due, a causa di vari episodi, finiranno per indagare sul mistero di Banana Fish, per scoprire cosa o chi è. <b>Conosceremo la mafia corsa</b>, capitanata da <b>Golzine</b>, pappone di Ash in passato e che ha un debole per il ragazzo. Non mancherà Chinatown e la <b>mafia cinese</b>, governata dalla <b>famiglia Lee</b>, di cui seguiremo le vicende dell'androgino <b>Yut Lung</b> e del ribelle <b>Sing</b>, quindicenne in competizione con Ash, non mancheranno poliziotti corrotti, scienziati pazzi, mercenari, killer professionisti, trafficanti d'armi, conditi da sparatorie, agguati, inseguimenti, avvelenamenti, squartamenti. <b>Un sacco di roba!</b><br />
<b><br /></b>
E lo shonen ai? Beh, il punto è questo. <b>Negli anni '80 parlare esplicitamente, specie in Giappone, di amore omosessuale era praticamente impossibile</b>, difficile, impopolare, quindi per tutta la serie <b>Ash e Eiji continueranno a riferirsi uno all'altro come migliori amici, </b>ma il lettore, che cretino non è, nota gli sguardi, il trasporto, il legame che si crea tra i due, tanto che<b> Ash ha un bisogno spasmodico di avere Eiji vicino a sé</b>, pur nella consapevolezza di mettere in pericolo la sua vita. Per la prima volta però ha incontrato qualcuno che si prende cura di lui, senza volere nulla in cambio e gli costa fatica lasciarlo andare.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS63620Y9rosofReiS1fl_FFoBOe2YgjC579BltyQK8fqDPz93J3Ow1pszRqSDXQxFqpkiF5VF2UjB-FyZC1bKacKjYjU69Tr5eSBDeyKI2VZcTEn2-UH1Sg6E42AocFD2kTFJaz1dWs5J/s1600/Banana_Fish-cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="887" data-original-width="610" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS63620Y9rosofReiS1fl_FFoBOe2YgjC579BltyQK8fqDPz93J3Ow1pszRqSDXQxFqpkiF5VF2UjB-FyZC1bKacKjYjU69Tr5eSBDeyKI2VZcTEn2-UH1Sg6E42AocFD2kTFJaz1dWs5J/s200/Banana_Fish-cover.jpg" width="137" /></a><b>Nella versione animata hanno attualizzato la storia di base</b>, quindi il Vietnam è diventato l'Iraq, hanno introdotto i cellulari e abbandonato le cabine telefoniche.<br />
<b>Fondamentalmente è un poliziesco</b>, quindi può piacere a una larga fascia di pubblico, tanto che spesso i critici si sono riferiti a questo manga come ad uno <i>shojo </i>che anche i ragazzi potevano leggere senza remore. Per certi versi è anche parecchio duro, perché anche personaggi importanti finiscono per lasciarci la pelle, come avviene ed è avvenuto sia per manga cult, come <b><i>Rocky Joe</i></b>, che oggi per manga quali <b><i>Attack on Titan</i></b> e <i><b>Berserk</b></i>.<br />
<b>Il vero problema è il finale</b>. Ve lo metto in bianco, se volete, selezionate la parte di testo in basso e leggete che succede.<br />
<br />
Da qui <span style="background-color: white;"><span style="color: white;">Ve lo dico secco: <b>Ash muore</b>, ma la sua morte è talmente stupida da lasciare sgomenti. Non muore per le mille volte che viene rapito ed è in balia di questo o quel potente di turno, non muore nemmeno nello scontro finale contro dei mercenari, con tanto di esplosione di un elicottero, bombe a mano e compagnia. No, muore<b> per mano di un personaggio secondario che tutti avevamo dimenticato, che porta avanti una vendetta personale</b>. Ash abbassa la guardia mentre legge una lettera di Eiji, in partenza per tornare in Giappone, e che lui ha deciso con sofferenza di lasciar andare e non vedere mai più, perché la sua vicinanza ha messo in pericolo di vita l'amico/amore. Distratto, non si accorge della presenza del nemico e viene pugnalato, pur se non vengono colpiti organi vitali. A questo punto<b> è stata palesemente una scelta dell'autrice farlo morire dissanguato nella biblioteca di New York, mentre si lascia cullare dalle parole di Eiji</b> <i>"Puoi cambiare il tuo destino. Non sei solo, Ash. Io sono con te. La mia anima sarà sempre con te."</i>.</span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="color: white;">In realtà lo vediamo 'addormentato' nella biblioteca, il finale poteva quasi considerarsi aperto per i più speranzosi (tipo me). Peccato che ci tolga ogni dubbio con un<b> detestabile capitoletto ambientato 8 la vicenda</b>. Veniamo a sapere che Ash è morto lì per davvero (quando poteva chiamare un'ambulanza, pur facendosi arrestare, cercare aiuto da parte dei suoi uomini, niente, si lascia morire e nessuno nota una pozza di sangue per terra e nemmeno il tavolo e la lettera macchiati di rosso), che <b>Eiji si è trasferito a New York,</b> è un fotografo e organizza una mostra. <b>Con lui vive Sing</b>, che lavora per Yut Lung, è diventato un ragazzone e si sente in colpa perché è stato il suo fratellastro a uccidere Ash. Si sente in colpa per lo stato perennemente depresso di Eiji, che da allora non è mai più stato felice. <b>Sing vorrebbe che Eiji lasciasse andare il ricordo di Ash, perché se Eiji non è felice, nemmeno lui, Sing, può esserlo</b> (e pure qui io ci vedo un po' di BL). Sing mette l'accento sulla capacità di Eiji di 'sentire' le richieste di aiuto di chiunque: così è stato con Ash ed Eiji ammette di ignorare la richiesta di aiuto di Sing, il suo senso di colpa, perché sa in cuor suo che è stata la sua lettera a distrarre Ash, tanto da renderlo una facile preda. <b>Eiji non dimenticherà mai Ash, non vuole farlo</b> e questo non vuol dire che non è o non potrà mai più essere felice. <b>Nessuno può sostituire Ash, come nessuno può sostituire Sing, ognuno di noi è unico.</b> Eiji aveva nascosto tutte le foto di Ash, come se questo potesse fare la differenza, per cui si mette comodo e guarda le diapositive che ritraggono l'amore della sua vita e, alla fine, ne sceglie una per la sua mostra. </span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="color: white;">Sembra un capitolo commemorativo di cui io non sentivo il bisogno, come non sento mai il bisogno dei detestabili "tot anni dopo": non fatelo, lasciate tutto all'immaginazione, per favore!</span></span> A qui!<br />
<b><br /></b>
<b>Tutto sommato è un bel manga</b>, il disegno diventa via via più curato e l'edizione italiana e giapponese condividono la scelta di stamparlo su <b>carta gialla</b>. E' godibile tutto sommato fino a quella che è la conclusione effettiva, <b>vi consiglio di lasciar perdere il capitolo che racconta quello che succede 8 anni dopo</b> e di cui ho parlato nello spoiler. Però se proprio volete leggerlo, padroni di farlo!<br />
E ora, sigla!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/SwXSqv63iUA/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/SwXSqv63iUA?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-90885457785925293462018-09-09T16:10:00.000+02:002018-09-09T16:10:43.504+02:00Gantz: lo sdoppiamento dell'eroe e Gantz 0<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyhX7GBg-ninJl2r_H01Dqm-hRqDtlWtFUCKSzZHxoWyL0q_85DA57n0HfzpJLs3w1IOJK98hSc8SE7Ak65BgDtse_SgnvE7Gx_tEt52nDXa_xNbpScR5eXp5Tg7fpJmMgDeplnX5iYUQM/s1600/gantz+0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyhX7GBg-ninJl2r_H01Dqm-hRqDtlWtFUCKSzZHxoWyL0q_85DA57n0HfzpJLs3w1IOJK98hSc8SE7Ak65BgDtse_SgnvE7Gx_tEt52nDXa_xNbpScR5eXp5Tg7fpJmMgDeplnX5iYUQM/s320/gantz+0.jpg" width="213" /></a></div>
<b>Ho sempre pensato che i fumetti siano cultura e letteratura</b>. Spesso, purtroppo, vengono ancora associati ai bambini, ai ragazzini, passatempo dell'estate sotto l'ombrellone, dopo pranzo, quando il bagno non puoi farlo e devi stare quieto ad aspettare.<br />
In realtà così non è e ho parlato di quanto anche nei fumetti e nei manga più conosciuti le ispirazioni possono essere elevatissime: pensiamo a <i><b>Saint Seya</b></i> o a <i><b>Dragon Ball</b></i>, con riferimenti alla <b>mitologia </b>greca il primo e a quella buddista il secondo.<br />
<br />
Ci sono tanti spunti che possono venire fuori da un manga (perché io leggo manga giapponesi, più che fumetti). Tra i miei preferiti di qualche anno fa c'era <b><i>Gantz </i></b>di <b>Hiroya Oku</b>. E' un<b> manga davvero duro</b>, morti a destra e a manca, ma soprattutto tanta, tantissima incertezza. Per farla breve due ragazzi, <b>Kei Kurono</b> e <b>Masaru Kato</b>, vengono investiti da un treno nel tentativo di salvare un ubriaco caduto sui binari. <br />
<a name='more'></a>Credono di essere morti, invece si ritrovano in una stanza con una enorme sfera nera in compagnia di altri ignari come loro, che ricordano di essere deceduti giusto qualche attimo prima di trovarsi lì dentro. La sfera dà loro indicazioni, armi e tute per combattere quelli che definisce alieni e portare a casa la pellaccia. E' un gioco a tempo e sono costretti a portare a termine la missione, perché non possono scappare dal perimetro indicato dalla mappa, pena esplosione della testa, dentro la quale è comparsa misteriosamente una bomba. <b>Decisamente una distopia e decisamente una lotta contro sé stessi</b>, che porta all'accettazione di diventare degli assassini, perché, per quanto siano alieni quelli che combattono, a volte mostrano dei sentimenti chiari di paura e disperazione, nonostante parlino lingue differenti e la comunicazione sia difficile.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQg7QYIGTcNRoJZ4uKhUnUoXsSYrOl0hdLGUvXOuKZ9kRVNggW-jnxPaAb1e9gutmZal4c0qHiPOJgJf5uHp2XLD3lIiOKh62U5wbuR9zcYvP2H-nT6At7UEoJpEW4yS0NgAKllNUOkQfZ/s1600/gantz-01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="854" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQg7QYIGTcNRoJZ4uKhUnUoXsSYrOl0hdLGUvXOuKZ9kRVNggW-jnxPaAb1e9gutmZal4c0qHiPOJgJf5uHp2XLD3lIiOKh62U5wbuR9zcYvP2H-nT6At7UEoJpEW4yS0NgAKllNUOkQfZ/s320/gantz-01.jpg" width="320" /></a><br />
<b>La particolarità di questo manga è quella di aver sdoppiato la figura dell'eroe</b>. <b>Kei Kurono </b>è il protagonista principale, quello che seguiamo fin dall'inizio, <b>un po' egoista e imbranato</b>, ma che nel mondo di Gantz <b>si rivela essere il più forte</b>, impara subito come servirsi delle armi e della tuta nera, che si adatta a ogni situazione e li protegge, rispondendo alla volontà dell'ospite. Come ho scritto, però, è egoista e questo non lo fa essere un buon leader.<br />
<b>Masaru Kato </b>invece <b>è il buono, quello che ammira la forza di Kurono</b>, vorrebbe essere come lui, ma è anche<b> quello che vorrebbe salvare tutti</b> e, quando scopre che si possono riportare in vita le persone che sono morte durante le battaglie, vorrebbe resuscitarli tutti. E' quello che si preoccupa di coordinare la squadra, quello che resta indietro e aiuta il più lento, quello che nei momenti di pericolo si fa avanti per combattere. <b>Non è un supereroe, non è minimamente figo come Kurono, è umano</b>, si preoccupa per gli altri, nonostante sia uno di quelli che ha da perdere più di tutti: ha un fratellino, Ayumu, che senza di lui dovrebbe tornare a vivere da una zia che li ha maltrattati per anni.<br />
<br />
<b>Eppure in Gantz lo sdoppiamento non è finito.</b> A un certo punto della storia, la sfera nera, in un moto di follia resuscita<b> un secondo Kei Kurono</b>, facendo sì che ora che ne siano due in circolazione. Il primo resterà l'egoista che conosciamo, perché nello stravolgimento distopico finale la sua fidanzata, Tae Kojima, sarà in pericolo e lui correrà a salvarla. Per fortuna il secondo Kei, invece, <b>decide, insieme a Kato e compagni, di salvare quanti più esseri umani possibili</b>. La <b>leadership </b>viene quindi condivisa con Kato e con <b>Reika</b>, una idol che fa molta presa sugli altri in virtù della sua fama.<br />
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<b>Kato diventa protagonista di <i>Gantz 0</i></b>, un lungometraggio in CGI, che ripercorre una delle missioni più terrificanti, quella di Osaka, dove una squadra simile alla loro, ma di persone molto instabili mentalmente e molto forti si diverte a torturare gli alieni che deve uccidere. Se assistiamo alle remore di Kato di far fuori degli esseri viventi, preferendo un'arma che dovrebbe trasferirli altrove e non ucciderli, questo gruppo gode della sofferenza altrui e poco si interessa dei nuovi arrivati. <b>E' difficile non empatizzare con Kato</b>, non essere alla sua parte e non mettersi nei suoi panni. <b>Kato è l'amico che tutti vorremmo </b>ed è l'unico che poteva essere protagonista in un episodio così tragico della saga, perché <b>controbilancia la follia di questa distopia</b>, è il Samvise Gamgee che ci guida nella valle di Mordor, solo che non è una spalla, ma un vero e proprio protagonista.<br />
<br />
<b>Tutto questo in un solo eroe non ci stava</b>, perché sarebbe entrato in conflitto con sé stesso e i suoi desideri e non potevano nemmeno essere dei compagni di squadra un po' più costruiti, perché dovevano essere in grado di convincere e trascinare gli altri, essere dei leader. Non per niente nella trama originale, a un certo punto, con la scomparsa di Kurono diventa necessario nominarne uno e tutti si chiedono chi dovrebbe essere: se Reika, non esperta, ma in grado di trascinare tutti, o un certo <b>Nishi</b>, che ne sa più di tutti, perché è da più tempo nella stanza della sfera nera, ma è un tale stronzo che non ha la fiducia di nessuno. La scelta ricade su Reika, anche perché Nishi, da outsider qual è, non ha la minima intenzione di prendersi alcuna responsabilità.<br />
<br />
Vi consiglio vivamente sia il manga che questo film. Ce ne sono altri, ma questo credo sia il più riuscito di tutti.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-85953967820424403852018-08-26T12:40:00.000+02:002018-08-26T12:51:52.657+02:00Diario di viaggio - Giuggianello, i Massi della Vecchia (13)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWQpe9F1iHScWZsrlmiN8cemNMWd3ZOnoVBESmnHtt8HDIzczQzh76tUE82x5b8ajKaDfExG0Gqy7zPgR9jfcodq_gq872RPiPpDWezOkV-E3Nk76eqtxdlK8G908XTxobE_OJ9frr89CQ/s1600/IMG_1045.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="864" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWQpe9F1iHScWZsrlmiN8cemNMWd3ZOnoVBESmnHtt8HDIzczQzh76tUE82x5b8ajKaDfExG0Gqy7zPgR9jfcodq_gq872RPiPpDWezOkV-E3Nk76eqtxdlK8G908XTxobE_OJ9frr89CQ/s320/IMG_1045.JPG" width="320" /></a>In attesa di partire per mete consistenti, tra cui il viaggio della vita in <b>Giappone </b>e una puntata a <b>Gerusalemme</b>, una delle esperienze dello scorso anno mi ha portato a fare un giro in <b>Salento</b>. Il Salento non è solo <i>mare, sole e ientu</i>, ma ha altre <b>bellezze </b>interessanti.<br />
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Nell'interno, nel territorio di pertinenza del comune di <b>Giuggianello</b>, tra gli uliveti c'è una zona chiamata i <b>Massi della Vecchia</b>. Si tratta di<b> enormi lastre di calcare</b>, probabilmente erose e lavorate dalla pioggia e dal vento, che sono la spina dorsale di una serie di<b> leggende e fantasie</b>.<br />
A quanto pare la leggenda vuole che fondi “<i>tenenti</i>” e “<i>cisterna longa</i>”, in contrada “<i>Visilie</i>”, sulla collina delle <b>Ninfe e dei Fanciulli </b>fossero un luogo di fate, folletti, fattucchiere e un numero imprecisato di creature fantastiche. La zona pare sia famosa per il <b>gran numero di leggende e di favole</b>, che sono nate a partire dalle conformazioni della terra.<br />
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<a name='more'></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7zCi8x7RaNoV_iSJ_LP89FhleCeUkVJT_G5-tHQPXg-Wh6KE7Mor72PJj_WRDVtT8Fk8zKLtIP5KUDz0wXDvOkTnlUsRKCEOz89x0wI3xTZm0u4b_a6d3fga3Ulx9XfoyzCMBkBgmSyZK/s1600/IMG_1046.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="864" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7zCi8x7RaNoV_iSJ_LP89FhleCeUkVJT_G5-tHQPXg-Wh6KE7Mor72PJj_WRDVtT8Fk8zKLtIP5KUDz0wXDvOkTnlUsRKCEOz89x0wI3xTZm0u4b_a6d3fga3Ulx9XfoyzCMBkBgmSyZK/s200/IMG_1046.JPG" width="200" /></a>Qui sul masso rotondo, detto il <b>letto della vecchia</b>, una strega, pare pure moglie di un orco mangia bambini, dormiva e custodiva sotto di esso una <b>gallina con sette pulcini d'oro</b>: se tu fossi riuscito a sollevare con un dito il masso, senza che la vecchia si svegliasse, i pulcini d'oro sarebbero stati tuoi, altrimenti indicibili disgrazie ti avrebbero perseguitato per anni. In alternativa, si poteva scegliere di <b>rispondere a tre domande della vecchia</b> senza esitazione e senza distogliere lo sguardo da lei, una sorta di Sfinge più inquietante. Le tre domande, però, dovevano essere poste il <b>24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni Battista. </b>Questa conformazione rocciosa <b>ha tanti legami con l'acqua</b>, sicuramente di origine pagana, ma che con il Cristianesimo hanno finito per intrecciarsi con l'acqua purificatrice del battesimo.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf4hFajdiyALO2h-w0Q7h3sn7rwXTB7XEWBjxydndLabCG0HaQWuu5tC7jWgTm9f3HcT2OUh4TbfyE9KE6jwlmeFwkY72Hio8RKtDDerxonV0piShXB9OAqQb5M0l6hEtcjfYsmc0OhcUw/s1600/IMG_1049.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="864" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf4hFajdiyALO2h-w0Q7h3sn7rwXTB7XEWBjxydndLabCG0HaQWuu5tC7jWgTm9f3HcT2OUh4TbfyE9KE6jwlmeFwkY72Hio8RKtDDerxonV0piShXB9OAqQb5M0l6hEtcjfYsmc0OhcUw/s200/IMG_1049.JPG" width="200" /></a><br />
L'altra conformazione rocciosa è detta il <b>fuso</b>, che la vecchia utilizzava per <b>tessere il destino dei suoi compaesani </b>e degli abitanti della zona. Può essere un riferimento alle <b>Parche </b>e i collegamenti con le <b>leggende e le storie di origine greco romana</b> si sprecano, essendo questa terra di confine e colonizzazione di queste grandi civiltà. Addirittura pare sia stato <b>Ercole </b>a posizionare, secondo alcune versioni, lì quei massi, tanto che, un'altra conformazione poco distante è detta <b>piede di Ercole</b>. Altre leggende parlano degli ulivi che in passato erano pastori, tramutati in alberi dalla strega.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXvSodxjcHrboLWYv5W7pu-x88xnH3bp9r626DFVGz2kQP605lfJCnZ-jTRhYqpf79pH3Cqgji7qWSyLG2OnPqsI6tjukBGaG9ne-narwytaneiJbJx51Avk5yD5Sybk_ocDWGBm7KBqrF/s1600/IMG_1051.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="864" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXvSodxjcHrboLWYv5W7pu-x88xnH3bp9r626DFVGz2kQP605lfJCnZ-jTRhYqpf79pH3Cqgji7qWSyLG2OnPqsI6tjukBGaG9ne-narwytaneiJbJx51Avk5yD5Sybk_ocDWGBm7KBqrF/s200/IMG_1051.JPG" width="200" /></a><br />
Che sia fantasia o realtà, non è dato saperlo. Certo è che il<b> patrimonio culturale è fatto di elementi diversi</b>, come curiosità naturalistiche e un'infinita raccolta di storie, leggende e favole, di personaggi misteriosi, a volte addirittura mitologici, altre volte forse reali abitanti di queste terre che poi strani eventi e la fantasia di chi raccontava le loro storie si sono tramutati in orchi, streghe e folletti.<br />
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<br />Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-76661691839001289622018-07-01T08:00:00.000+02:002018-07-05T11:33:34.217+02:00Le perle ai porci - Storie ordinarie di maleducazione<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyewAf3M5E4l9xxsYqhIcfeEO55MT_36JwWDepOH7qGV1wv3ZsnKXg8WEliItNzWjLfU6h9mB9xsm7lz2CO5CheUpqttItZsI1xgp_L1byv9pWfnMbFIrArHgR3zWb4AZIZo9t7mo-iIr/s1600/scritte+colosseo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="563" data-original-width="998" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyewAf3M5E4l9xxsYqhIcfeEO55MT_36JwWDepOH7qGV1wv3ZsnKXg8WEliItNzWjLfU6h9mB9xsm7lz2CO5CheUpqttItZsI1xgp_L1byv9pWfnMbFIrArHgR3zWb4AZIZo9t7mo-iIr/s320/scritte+colosseo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Colosseo è vittima, oltre che di scritte, di vandali che<br />
ripropongono scene di Assassin's Creed all'interno (<a href="http://www.lastampa.it/2017/01/17/italia/arrampicarsi-sul-colosseo-come-in-un-videogioco-e-altri-atti-vandalici-jskjKXn95GJqpUDMx1kkfM/pagina.html" target="_blank">La Stampa</a>)</td></tr>
</tbody></table>
Come saprete, se seguite questo blog, <b>non sono una gran sostenitrice delle giornate gratuite nei luoghi dell'arte</b>. Sono giornate in cui frotte di gente, non sempre armate di buone intenzioni, si riversa nei luoghi culturali italiani, che siano musei, parchi archeologici, chiese o palazzi. Li vedi all'arrembaggio all'ingresso, tra spintoni e gomitate. Fosse tutto qui il problema beh, chiuderei pure un occhio:<b> non tutti quelli che amano l'arte e la bellezza, hanno buona educazione, ma amare l'arte e la bellezza, la cultura di sicuro non produrrebbe certi tipi di comportamento. </b><br />
Un esempio eclatante e disgustoso è quello delle<b><i> feci nella sala del Trono della Reggia di Caserta</i></b>. Sì, avete letto bene e la notizia completa è <a href="https://www.anteprima24.it/caserta/immagini-disgustose-reggia/" target="_blank">qui</a>.<br />
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<blockquote class="tr_bq">
<i>Complice la calca, la presenza di un unico addetto alla vigilanza degli spazi, e la prospettiva di attendere ore di fila prima di raggiungere la più vicina destinazione WC, hanno offerto il fianco ad uno dei gesti più offensivi che, forse, il monumento abbia mai meritato.</i></blockquote>
Un problema di fila a causa della grande affluenza? Insufficienza dei servizi? Mancanza di vigilanza adeguata? Tutti questi possono sicuramente essere problemi reali, che ci indicano ancora una volta quanto le giornate gratuite e senza limiti di numero di visitatori gestibili dalle caratteristiche del sito può creare. Però, e devo dirlo,<b> dubito che una persona veramente interessata possa aver messo in atto un gesto così spregevole</b>. Io non posso credere che una persona veramente interessata possa <b>camminare sui mosaici di Pompei</b> (con tanto di cordino da scavalcare) o <b>abbandoni rifiuti </b>incastrandoli negli anfratti di uno scavo archeologico.<br />
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Se si dovesse voler continuare con le giornate gratuite, con la scusa che tutti devono usufruire della cultura (ma possono farlo comunque, ci sono mille tipi diversi di sconto, gratuità, agevolazioni per età, indirizzo di studi, residenza, per gruppi, per famiglia, per disabilità) allora <b>deve essere posto un limite massimo</b>, in relazione anche ai servizi igienici, alla capienza, al numero degli addetti alla vigilanza in servizio. Qui<b> si aprirebbe un capitolo a parte sul personale impiegato</b>, insufficiente, mal pagato o non pagato affatto, impreparato più spesso di quanto vorremmo e la <b>piaga atroce dei volontari </b>posti a tamponare le mancanze dell'amministrazione. A volte sono proprio i contenitori ad essere inadeguati: mancanza di adeguate misure di sicurezza, mancanza di porte, finestre rotte, condizionatori non funzionanti, con tanto di finestre aperte e luce diretta su dipinti.<br />
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<b>Il settore dei beni culturali potrebbe essere il volano dell'economia italiana</b>, mentre ora ci ritroviamo, tra le altre cose, con una divisione tra il Ministero dei Beni e Attività Culturali e quello del <b>Turismo, accorpato all'Agricoltura</b>, così, a cacchio, distruggendo una delle poche scelte decenti dei governi precedenti.<br />
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Finire parlando di politica non è il massimo, ma<b> è scelta politica anche ridurre le ore di storia dell'arte nelle scuole</b>, specie nei licei, dove si sta finendo per dare maggiore importanza a saperi tecnici, dimenticando di formare le menti. E, come si vede in questa breve disamina, le menti hanno necessità di essere formate, urgentemente!Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-9197284939719715802018-06-26T19:58:00.001+02:002018-06-27T12:29:32.935+02:00Haikyū!! - Haruichi Furudate<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEuMakxmDgG9_QI1DHaoTaw4h036IDsIZD4I0jMbmBFJQMkyblninZvAa4hwlYiBrZ-5ZDRq081bs4Ad4l4TzuKchvFT9ezzP-6X4TolmKYu5nbb1dsLJ_tDmhgs27RipTD4Z-U43itn3L/s1600/Karasuno_Uniform.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="471" data-original-width="1000" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEuMakxmDgG9_QI1DHaoTaw4h036IDsIZD4I0jMbmBFJQMkyblninZvAa4hwlYiBrZ-5ZDRq081bs4Ad4l4TzuKchvFT9ezzP-6X4TolmKYu5nbb1dsLJ_tDmhgs27RipTD4Z-U43itn3L/s400/Karasuno_Uniform.jpg" width="400" /></a>Quando cala la notte o mentre faccio colazione, tra le cose che mi piace fare c'è<b> guardare nuovi anime</b>. Per un po' ero rimasta lontana da questo mondo, perché ne vengono fuori tanti ogni mese e stare dietro a tutti è difficile. Ci sono però delle scoperte che si fanno per caso e questa è una di quelle.<br />
Sono appassionata di <b>spokon</b>, ovvero manga e anime ad ambientazione sportiva. Tra i più famosi e che adoro per diverse ragioni c'è <b><i>Capitan Tsubasa</i></b>, conosciuto in Italia come <b><i>Holly e Benji</i></b>, per intenderci, ma ce ne sono veramente tanti che vale la pena leggere e guardare, anche se lo sport in questione non è tra i nostri favoriti. Di recente, ad esempio, ne ho scoperto uno sul pattinaggio di figura e ne ho parlato <a href="https://ilritrovodellemuse.blogspot.com/2017/12/yuri-on-ice-mitsuro-kubo-sayo-yamamoto.html" target="_blank">qui</a>.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpngVW9lW0snosxEvBKEAWuODgzDyGL09cGmm141pQI2eLv7F2OGLrmDQywJjAb3p7gSSF4i-JtdxoVqtTBZY8nkWM4aUcTNWjr5WLxX7VTGPOwkrzf_zIt64w5T_wKz8Vd2k4affnt98U/s1600/51QYurfmL0L_large.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="324" data-original-width="480" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpngVW9lW0snosxEvBKEAWuODgzDyGL09cGmm141pQI2eLv7F2OGLrmDQywJjAb3p7gSSF4i-JtdxoVqtTBZY8nkWM4aUcTNWjr5WLxX7VTGPOwkrzf_zIt64w5T_wKz8Vd2k4affnt98U/s320/51QYurfmL0L_large.jpeg" width="320" /></a>Ho scoperto per caso, nella tranquillità di una mattinata libera: <i><b>Haikyū!!</b></i> di <b>Haruichi Furudate</b>. Haikyū significa <b>pallavolo </b>in giapponese e questo ci apre scenari conosciuti al fianco di Mila Azuki e Mimì. In questo caso assistiamo alle partite e agli allenamenti di ragazzi del liceo, seguendo le vicende del <b>Karasuno</b>, <b>una squadra un po' sgangherata</b>, a cui si unisce il protagonista dai curiosi capelli arancioni, secondo me omaggio alla Mila già citata, alto poco oltre il metro e sessanta: <b>Shoyo Hinata</b>. Viene da una scuola media in cui ha dovuto lottare con i denti per tenere insieme i pochi membri del club di pallavolo, sei in tutto, utili a iscriversi al campionato interscolastico, finendo asfaltati alla prima e ultima partita che hanno mai giocato, facendosi battere dal <b>Kitagawa </b>e dal suo micidiale alzatore, <b>Tobio Kageyama</b>, detto il <i>Re del Campo</i>, a causa del suo essere un vero despota. Hinata giurerà vendetta, peccato tutto sfumerà perché se lo ritroverà come compagno di squadra nel Karasuno. </div>
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A questo punto nelle prime puntate conosceremo gli altri membri del club: del terzo anno ci saranno il capitano,<b> Daichi Sawamura</b>, solido capitano tanto amichevole quanto severo; <b>Koshi Sugawara</b>, vice capitano e alzatore titolare fino alla venuta di Tobio; <b>Asahi Azumane</b>, ace della squadra con un temperamento piuttosto insicuro e insolito per la colonna portante dell'attacco. Del secondo anno avremo <b>Ryunosuke Tanaka</b>, ala che pare un mezzo teppista, ma è solo un po' esuberante; <b>Yu Nishinoya</b>, libero dalla ricezione strabiliante e unico dei veterani ad avere la nomea di genio e dall'imbarazzante statura di 1.59.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVocv1UCUCHBckcoP0ZIqM5JsEQTRCMW9shvP84W3lZVLr5UHA1OB7hGQkVlyJqllQjKvvkiEd2ohbNn06UnsNc5JFeneSMI2cuEOhyphenhyphend2JotK127uxhTmG7YNEigvGq72W9MRTo_FZ0CZE/s1600/292182.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="700" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVocv1UCUCHBckcoP0ZIqM5JsEQTRCMW9shvP84W3lZVLr5UHA1OB7hGQkVlyJqllQjKvvkiEd2ohbNn06UnsNc5JFeneSMI2cuEOhyphenhyphend2JotK127uxhTmG7YNEigvGq72W9MRTo_FZ0CZE/s320/292182.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da sinistra: Nishinoya, Tsukushima, Yamaguchi, Tanaka,<br />
Hinata, Kageyama, Sugawara, Azumane, Sawamura</td></tr>
</tbody></table>
Altre matricole, oltre ai due già conosciuti, saranno <b>Kei Tsukishima</b>, centrale che poco sopporta le persone entusiaste e in particolare il duo Hinata-Kageyama, e il suo amico <b>Tadashi Yamaguchi</b>, che non spicca per qualità particolari, ma si esercita per diventare un pinch server, ovvero un esperto del servizio, capace di fare ace. </div>
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Intorno a loro gireranno una serie di avversari più o meno coloriti e colorati, altri componenti della squadra che non giocheranno nemmeno una partita, un allenatore, <b>Keishin Ukai</b>, nipote dello storico allenatore del liceo, il professor <b>Ittetru Takeda</b>, che di pallavolo capisce poco ed è il pretesto per gli spiegoni sulle regole (ricordando il Sig. T che spiegava le regole del basket), e una manager <b>Kiyoko Shimizu</b>, estremamente timida, ma determinata, corteggiata da Nishinoya e Tanaka senza risultato. </div>
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Per la prima volta dopo tanto tempo <b>mi sono emozionata tifando squadre immaginarie </b>e ho percepito una certa affinità con <b><i>Slam Dunk</i></b>, uno dei manga spokon più belli che abbia mai letto, dove <b>lo sport è realistico e tecnicamente curato</b>: niente palle a banana, niente azioni impossibili, tutto chiaro e ben calibrato. Si finisce per fare il tifo e disperarsi quando la palla tocca terra dalla parte del campo sbagliato.</div>
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<b>Ci sono tre stagioni, una quarta in arrivo.</b> Ho visto solo la prima stagione, ma conto di vedere anche il resto, perché ha davvero molta presa,<b> è ben disegnato, ben fatto, piacevole</b>. Ovviamente c'è anche il manga, in corso di pubblicazione, il 31 volumi editi da<b> Star Comics</b>. Di tanto compaiono corvi qui e là: non è un presagio di sventura, è che il nome della squadra, Karasuno, è composta dalla parola <i>karasu </i>che significa <i>corvo </i>in giapponese. Ed ora sigla!</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/2---3Iysnqg/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/2---3Iysnqg?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8436966312485231308.post-27914468525073981262018-06-04T14:10:00.000+02:002018-06-04T14:10:37.283+02:00Piccole Donne - Miniserie BBC<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNaFudVuqnxzMtATWtdJqt5Ttx0TvJ7-_8gLKTNpDPOIVZ7BsJz16p2g-IVRw9-LwEhJs9XKHouRYyIzpDcFV4EjtHnGRqQgPZ04j2g4hBjFUNzEl-lgQ3I2f8jG4S0mlc563oDOEz1xOL/s1600/Little-Women-girls-2412638.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="574" data-original-width="768" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNaFudVuqnxzMtATWtdJqt5Ttx0TvJ7-_8gLKTNpDPOIVZ7BsJz16p2g-IVRw9-LwEhJs9XKHouRYyIzpDcFV4EjtHnGRqQgPZ04j2g4hBjFUNzEl-lgQ3I2f8jG4S0mlc563oDOEz1xOL/s320/Little-Women-girls-2412638.jpg" width="320" /></a></div>
Chi non ha mai voluto urlare come Jo March "Cristoforo Colombo"? Mettere in scena una recita per Natale? Suonare il piano come Beth o disegnare come Amy? La povera Meg passa sempre in secondo piano, ma possiamo dire che è la guida morale, accanto alla mamma, di questo gruppo di adolescenti alla scoperta di sé stesse. Antico e sempre nuovo, il romanzo sulla vita delle quattro sorelle March, <b><i>Piccole Donne</i></b>, scritto da <b>Louisa May Alcott</b> e pubblicato nel 1868, <b>torna sul piccolo schermo grazie alla BBC che realizza una miniserie in tre puntate</b>. Una regia e una sceneggiatura tutta la femminile, con <b>Vanessa Caswill </b>e <b>Heidi Thomas</b>, che firmano questa nuova versione, uscita l'11 maggio in Italia e trasmessa su Sky. <br />
<a name='more'></a>Nel cast figurano <b>Emily Watson</b> nel ruolo di Marmee, la mamma delle quattro ragazze, <b>Michael Gambon</b>, noto ai più per il ruolo di Silente nella saga di Harry Potter, in quello del signor Laurence e una scoppiettante <b>Angela Lansbury</b> nella tanto odiosa zia March. Come Jo March, protagonista indiscussa del romanzo a discapito delle sorelle, una prova interessante per <b>Maya Hawke</b>: guardatela bene e troverete la somiglianza con sua madre, <b>Uma Thurman</b>.<br />
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<b>Le tre puntate sono godibili, scorrevoli, molto fresche</b> dal punto di vista della recitazione. Personaggi e trama sono stati chiaramente <b>svecchiati </b>da tutte le problematiche dei modi un po' affettati che regnavano sulla scena nella versione del 1933, ad esempio, con <b>Katharine Hepburn </b>nei panni di Jo e <b>Joan Bennett</b> in quelli di Amy.<br />
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Nella miniserie sono anche <b>scomparsi tutti i riferimenti morali e religiosi</b>. Mr March è un sacerdote, partito come cappellano durante la guerra, e <b>il regalo di Natale </b>che la mamma fa trovare sotto il cuscino delle sue figlie<b> è una</b> <b>Bibbia</b>, mentre in questa versione diventano dei libri qualunque che non vengono manco sfogliati. Eliminarli non ha certo fatto cambiare il modo di intendere la formazione delle quattro sorelle, per cui sembra essere stata una <i>premura </i>inutile.<br />
<br />Altra caratteristica propria del romanzo, e dei seguiti pubblicati negli anni, che mi è sempre sembrata <b>particolarmente svincolata dal mondo femminile è</b> <b>la scelta di Jo</b> per la scuola che fonderà una volta ereditata la casa di zia March: <b>una scuola per soli ragazzi</b>. Perché la ribelle Jo non si preoccupa di dare una possibilità diversa alle bambine? Non ho una risposta valida.<br />
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Tutto sommato la miniserie è gradevole e godibile, per rivivere la storia di Meg, Jo, Beth ed Amy che accompagnano e hanno accompagnato nella crescita milioni di ragazzine.Lucrezia M.http://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.com0