domenica 27 marzo 2011

L'artista della domenica: René Magritte - I due misteri

I due misteri, René Magritte, 1966
Il movimento Surrealista è stato uno di quei movimenti che spingeva l'osservatore a pensare. Più di qualunque altro movimento del passato, più di qualunque artista famoso, i surrealisti ci costringono a trovare la logica insita in tutta la loro produzione. A volte è semplice, a volte talmente difficile da rasentare la follia, infiniti giochi mentali per comprendere il mistero della mente umana. 
C'era stato un solo artista capace di complicare la vita a critici e a spettatori con un'opera ancora oggi di difficile intendimento ed era stato il dadaista Duchamp con "Il grande vetro", opera incompiuta. 
Eppure del grande gruppo surrealista, che comprendeva pittori, fotografi, scultori e nuove forme d'arte (partorite già dalla tendenza Dada), io ho sempre trovato superlativo Magritte
Nei suoi quadri c'è sempre una logica, una ragione, un motivo per cui ogni minimo dettaglio è stato organizzato in una data maniera, anche se non è detto che riusciremmo mai ad individuarlo.

venerdì 11 marzo 2011

Tsunami e il Nucleare

E la Terra si rivolta, anzi, sposta il proprio asse di 10 cm in seguito al terremoto di questa mattina, 14,45 in Giappone, colpito poi dallo tsunamiMagnitudo 8.8, una delle più alte registrate e il Sol Levante non è certo un Paese impreparato. L'architettura è antisismica da sempre, sono all'avanguardia nella costruzione con queste caratteristiche, inclusi ponti e strade. Li potete vedere nei filmati dei tg: fermi, consapevoli, aspettano che la scossa finisca nei loro uffici, tenendo fermo il monitor del pc o reggendo le bottiglie dei bar, per evitare che si rompano. Attrezzati per le emergenze, anche per le emergenze tsumani. Nonostante tutto dighe crollate, raffinerie di petrolio esplose come petardi. Anche le auto esplodono di tanto in tanto: le vedete nelle riprese aeree al tg, quelle colonne di fuoco nel mare che ha invaso tutto.
Eppure i morti ci sono, l'acqua ha inondato i campi, rivoltato auto e sradicato le case dalle loro fondamenta. Si sono persi un treno e un'imbarcazione con 100 persone a bordo. L'azienda dei telefoni pubblici ha subito, senza burocrazia stupida di mezzo, attivato le chiamate gratuite dalle cabine, dato che i cellulari non funzionano. Veloci, efficienti, preparati questi giapponesi!
Un problema però c'è. Il problema sono le centrali nucleari. Quattro sono state danneggiate. Un incendio era scoppiato in una di queste, ma è stato subito spento. Si temono fughe radioattive
Io sono terrorizzata. E penso che, se al loro posto ci fossimo stati noi con le centrali, saremmo già tutti stati scuoiati vivi dall'esplosione nucleare. 
Non so se qualcuno ha ancora voglia di mettersi un reattore in giardino, considerando che l'Italia è soggetta a terremoti, ha vulcani attivi sul territorio (il Vesuvio è attivo (!!!) non è spento e sotto di esso c'è la città più popolosa d'Italia) ed ha la capacità di rispondere a questi fenomeni pari a zero, lasciando da parte la ricostruzione dopo il sisma (L'Aquila attende invano).
Io tremo, come la Terra. 

domenica 6 marzo 2011

L'artista della domenica: Francisco Goya - Il funerale della sardina

Francisco Goya, Il funerale della sardina, 1816, olio su legno, 82,5x52 cm, Museo de la Real Academia de Bellas Artes de San Ferdinando, Madrid
Amo il Carnevale. Trovo sia un momento dell'anno particolare e, a parte quelli che sono i carnevali noti, quelli turistici per così dire, c'è un mondo dietro questo evento, che ha perso molte delle sue caratteristiche. 
Non è una festa religiosa, ma è quanto di pagano è rimasto senza implicazioni legate a qualche chiesa o a qualche santone. E' semplice mondo alla rovescia, luogo in cui è lecito impazzire. 
La tematica carnascialesca è stata affrontata da pochi artisti e perlopiù in incisioni. Goya è stato molto prolifico in questo. "Le Follie" possono essere un chiaro esempio, con animali umanizzati, uomini incinti, donne barbute e prese in giro delle classi aristocratiche e alto-borghesi.
Il funerale della sardina è uno degli oli legato a questo momento dell'anno. Viene rappresentata una delle tradizioni madrilene più importanti. Si tratta di un corteo funebre, chiaramente tenuto da una serie di maschere buffe, che si conclude con il seppellimento della Sardina. Questa sardina però è sagomata con carne di maiale, alimento tipico del Carnevale, mentre, per controparte, il pesce viene consumato nel periodo quaresimale. Un gioco di rovesciamenti, essenza del periodo.
Della sardina non c'è traccia nel dipinto. Resta solo il corteo ubriaco, inclinato, privo di stabilità, ma che di certo mostra una mobilità che, nello sfondo, diventa sempre più indistinta. 
Le maschere sono inquietanti: diavoli e teschi esorcizzano la paura della morte, il terrore della tentazione che fino a quel momento è stata lecita, ma che dal giorno successivo, con l'inizio della Quaresima, diventerà peccato. 
Un orso e un cacciatore spuntano sulla sinistra del quadro e anche il questo caso si ha a che fare con le tradizioni carnevalesche, rintracciabili anche in Italia. 
Il primato di Goya risiede nella rappresentazione di una folla disordinata, che non ha una composizione chiarita dalla tradizione, ma la inventa partendo dalle sue incisioni, dagli schizzi disegnati in giro per la città. 
C'è solo uno schizzo dello stesso spagnolo sullo stesso soggetto, dove però protagonisti sono religiosi che vincono sul carnevale. 

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