giovedì 30 ottobre 2014

Il Sale della Terra - Wim Wenders e Sebastião Salgado

Ho un rapporto conflittuale con Wim Wenders e lo guardo sempre con sospetto. Purtroppo è uno dei quei registi che può impressionarti negativamente o positivamente, il primo incontro è fatale. Il mio con lui è stato tragico, a causa di Alice nelle città, che ricordo con terrore. Dal 23 ottobre è uscito nei cinema Il Sale della Terra, un film girato in collaborazione con  Juliano Ribeiro Salgado, figlio del protagonista di questo documentario: il fotografo Sebastião Salgado. Il fatto che si trattasse di un documentario ha fatto sì che varcassi la soglia del cinema. 


E' difficile parlare di questo film, perché la mirabolante vita di questo fotografo, di origine brasiliana, è spiegata attraverso le sue fotografie e i suoi progetti fotografici, in parte reportage e in parte studio etnoantropologico, fino a quello naturalistico dell'ultimo progetto, che si concretizzano tutti in una stampa di libri. Genesi, Sahel - the end of the road, La mano dell'uomo, Migrations, Un Uncertain Grace, Ritratti di bambini in cammino sono alcuni dei titoli di libri-progetti messi a punto in collaborazione con la moglie Lélia, curatrice di tutto il suo materiale. 


Salgado viaggia in lungo e in largo sul mappamondo per  tutta la vita, passa molto tempo con le popolazioni più disparate e disperate esistenti sul pianeta, è lì quando il Ruanda precipita nella guerra civile, quando i pozzi di petrolio iracheni bruciano durante la Guerra del Golfo. Quando la storia dell'uomo fa un nuovo passo avanti con la guerra, lui cerca di ritornare a un momento in cui l'uomo era primordiale nel suo livello di civiltà. Fa un altro salto indietro, arriva a trattare degli animali, dei draghi di Komodo, è sulle tracce di Darwin, passa ai gorilla, forse troppo umani, e conclude con la terra, l'origine di tutto, con il suo ultimo progetto, Genesis. Non sono paesaggi quelli che Wenders sceglie di mostrare sullo schermo, vagliando le foto di Salgado, ma ritratti della terra incontaminata, quel poco che resta.

Il Sale della Terra, che altri non è che l'uomo, concentrato di bene e male, è il ritratto di Sebastião Salgado, ma forse è una visione di quello che siamo, umanità, animali, terra, resi protagonisti da una resa estetica sbalorditiva, anche quando ad essere ritratti sono bambini distrutti dalla fame o un colpo di coda di una balena di 35 m. 

Le emozioni sono forti e il documentario tratta sul finale il progetto che dal 2001 la famiglia Salgado porta avanti, ovvero il recupero della Mata Atlantica, la foresta tipica che si trovava nella fazenda di famiglia, attraverso l'Instituto Terra. In 15 anni una zona desertica è stata ripopolata dalla foresta e dai suoi animali, dimostrando come sia possibile combattere la desertificazione e recuperare l'ambiente. 

Il mio giudizio su Wim Wenders resta sospeso, ma quello su Salgado è di pura ammirazione. 

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