Titolo poetico, parafrasando Domenico Modugno. E' quello che viene da pensare quando con nonchalance la Ministra della Cultura francese, tale Fleur Pellerin (un nome harrypottiano), ha ammesso di non leggere da due anni. Si evince che i complimenti fatti al premio Nobel per la letteratura, quest'anno un francese, Patrick Modiano, erano stati scritti da qualcun'altro, visto che recitavano:
Mancava solo quest’ultima consacrazione a Patrick Modiano che rappresenta agli occhi del mondo la vitalità e la buona salute della nostra letteratura.
Non dico che avrebbe dovuto conoscerlo prima per forza, ma almeno dopo la vittoria, essendo ministra della Cultura, una lettura avrebbe potuto darla. Ed è stata anche a cena con il suddetto: viene da chiedersi di cosa abbiano parlato.
Non è una malattia solo francese, ma anche nostrana. Pensiamo al governo tecnico di Monti, dove l'unico non tecnico della materia era proprio il Ministro Lorenzo Ornaghi, che Wikipedia definisce politologo. Come non ricordare Sandro Bondi, che fu un po' sfortunato, visto che si verificarono crolli disastrosi a Pompei, che aveva commissariato pochi anni prima, ma ancora di più per aver messo a capo della gestione dei Beni Culturali un ex amministratore delegato della McDonad's: Mario Resca. Molti erano scettici a questa nomina, non la prima di Resca nell'ambiente, e scettici erano anche all'estero, come in questo articolo del New York Times, dove tra le altre cose rimarcavano
Mr. Resca has no experience in arts management, and commentators have joked that the government is serving up “fast-food culture” or a “McCaravaggio and medium Coke".
Rispondeva Francesco Rutelli, che quantomeno ha tentato di laurearsi in Architettura ed è stato anche lui a capo del MIBAC,
L’idea che il patrimonio culturale è una ricchezza e può produrre quattrini è artificiale. Il patrimonio non è petrolio, non deve essere estratto ma valorizzato
mostrando una certa ristrettezza di vedute, una malattia tutta italiana, perché l'esempio del British Museum e della mostra su Pompei sono un enorme schiaffo morale a noi, che Pompei, quella vera, la facciamo crollare e non ci guadagniamo granché.
Di Giuliano Urbani non vorrei parlare, ma merita, perché il suo nome è associato a un decreto avente come obiettivo quello di contrastare la pirateria online e la riproduzione non autorizzata di film e musica e che prevede multe salatissime (oltre 15.000 euro) e la pena fino 4 anni di reclusione. Viene da chiedersi che pena si autocomminerebbe per l'abuso d'ufficio continuato e aggravato perché, in qualità di Consigliere del Consiglio di Amministrazione della RAI, ha contribuito, il 5 agosto 2005, all'elezione di Alfredo Meocci, quale Direttore generale della stessa azienda.
Torniamo alla competenza. Dopo una carrellata veloce di alcuni dei ministri italiani, si capisce che in questo ambito è un po' un caso che ci sia, un po' come quando alle Pari Opportunità ci metti una donna, solo perché tale, così era successo per meno di un anno con Massimo Bray: laureato in Lettere e Filosofia, operava nell'Istituto della Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, come redattore responsabile della sezione di Storia moderna ed è stato presidente del consiglio d'amministrazione della fondazione Notte della Taranta. E' stato un caso, solo un caso, una semplice folata di vento.
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