La damigella del Santo Graal Dante Gabriel Rossetti, 1874 |
Qualche giorno fa, durante una visita guidata, è arrivata quella che io chiamo la domanda Jolly: una domanda apparentemente senza senso, ma che il visitatore di turno ha elaborando associando tra loro oggetti, luoghi e persone che poi tanto distanti tra loro non sono.
La prima domanda innocua che mi ha fatto era se la chiesa, in cui li stavo accompagnando, centrasse qualcosa con i Crociati. Ho parlato in altri casi del fascino che ultimamente hanno riacquistato questi cavalieri a causa di cinema, libri e trasmissioni televisive, con incredibili cantonate. Dai Crociati il passo verso i Templari e il Sacro Graal è stato breve.
Giacobbo ha fatto un sacco di danni con i suoi viaggi su e giù per l'Europa alla ricerca di simboli, indizi e considerazioni essenzialmente senza fondamento per la ricerca di questa coppa leggendaria, usata nell'Ultima Cena e poi da Giuseppe d'Arimatea per raccogliere il sangue di Cristo. Sicuramente il fascino del Medioevo e di oggetti dai poteri incredibili, citati nelle leggende più antiche, come quella dei Cavalieri della Tavola Rotonda, partiti alla ricerca di questo calice, è stato un tassello importante, sfruttato ad arte da Dan Brown, l'origine di tutti i mali e della trasformazione del calice nell'utero della Maddalena (sic!).
Proviamo ad aggiungere al Sacro Graal della leggenda un luogo atipico, misterioso e monumento UNESCO: Castel del Monte. E la domanda è stata questa: che collegamento c'è tra il Sacro Graal e Castel del Monte?
Castel del Monde in una stampa del 1890 |
A tutto questo aggiungiamo che Federico II ha partecipato alla Sesta Crociata. Nel calderone mettiamoci che non ci sono molti documenti sul castello, che nel 1240 probabilmente si era arrivati alla realizzazione delle coperture e nulla si sa di quanto avvenne prima, che ricorre un misterioso numero otto (forma ottagonale, con otto torri ottagonali, un cortile interno ottagonale, otto stanze per piano) e che una vasca sempre ottagonale fosse custodita al centro del cortile. E' vero però che ci sono elementi atipici. Per esempio le scale a chiocciola sono state costruite in senso antiorario, una follia per l'epoca! In questo modo chi si trovava sulle torri, e doveva scendere per difendersi, non poteva impugnare la spada con la destra, condannato quindi a soccombere. E' un castello senza fossato, non è in posizione strategica. Si è pensato quindi che fosse una residenza di caccia, ma non ha cucine! Non ha nemmeno scuderie (a caccia si andava probabilmente a cavallo), non ha nulla che possa essere ricondotto a magazzini, sotterranei, prigioni, piazza d'armi. Nulla!
Le uniche certezze sono disarmanti, come mi spiegò un mio professore universitario: il rapporto aureo. I solstizi e gli equinozi proiettano un'ombra del castello che forma rettangoli in rapporto aureo.
Il rapporto aureo è più semplice di quello che sembra: la differenza ottenuta sottraendo il lato minore al lato maggiore ha lo stesso rapporto della differenza ottenuta sottraendo la differenza ottenuta prima al lato minore. Il rapporto tra lato maggiore e lato minore è di 1,618.
Non c'è esoterismo in questo: il rettangolo aureo, il numero aureo, la sezione aurea erano ritenuti un modo per infondere bellezza e armonia alle cose. Erano belle perché armoniche, seguendo questi rapporti, lo stesso rapporto dell'Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. In natura si trova la sezione aurea nelle conchiglie, nei fiori, nei frutti, nelle piante.
Non capisco molto di matematica, per cui non saprei spiegarvi il rapporto tra sezione aurea e Fibonacci, però ho letto qualcosa a riguardo.
Tornando a Castel del Monte, è chiaro quello che questo castello non è, ma non si sa quello che potesse essere. Una delle ultime ipotesi è interessante, ma non so quanto vicina alla realtà:
Secondo Giuseppe Fallacara e Ubaldo Occhinegro, Castel del Monte riflette l’umanesimo del suo fondatore, che lo voleva il più bello da Palermo a Roma, da Beirut a Gerusalemme. E che lo concepì e lo fece realizzare come una perfetta macchina di ingegneria idraulica, forte di 5 cisterne pensili (di cui due a piano terra), 5 grandi camini, superfici interne ed esterne progettate per raccogliere e veicolare le acque del cielo. Sono tutte tecniche da hammam orientali che Federico conosceva bene per i suoi trascorsi arabi nella Sicilia della sua infanzia, con tanto di uso di vapore e variazioni di temperature negli ambienti. Niente di nuovo se si pensa alle terme romane. Tanto di nuovo se si pensa al Medioevo refrattario a ogni scandalosa attenzione materiale a se stessi: quindi un’altra eresia per la “terribilità” di un sovrano laico che privilegiava la scienza rispetto alla fede, la magia rispetto alla religione, gli indovini rispetto ai sacerdoti. Un “anticristo”, appunto. (link qui)
Federico II di Svevia |
L'ultima parte è da prendere con le pinze, perché Federico II era un uomo di fede incrollabile, con tanto di sepoltura in abito da cistercense, secondo i cronisti dell'epoca, ma anche sulla tomba ci sono problematiche misteriose, come la presenza di altri due corpi, ma ne parleremo un'altra volta.
E il Sacro Graal?
Qualcuno pensa che la struttura sia un enorme Sacro Graal o che sia lo scrigno che lo custodisce, imitandone la forma. Addirittura dicono che i cavalieri, che si imbarcavano per la Terra Santa, passavano di qui per rendere omaggio. Dove lo abbiano mai letto, non lo so, ma l'ignoranza di chi scrive queste cose sboccia quando pensa che la struttura minimalista del castello doveva toccare l'essenzialità dell'anima. Purtroppo non sa che il castello è stato depredato nei secoli, finendo in uno stato di abbandono. Quindi così minimalista non doveva essere, come il minimalismo nelle chiese medievali è pura follia.
Godiamoci il mistero, ma non viaggiamo troppo con la fantasia, che le cantonate possono essere dolorosissime.
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