The Thames above Waterloo Bridge J.M. Turner, 1830 |
Quando svuotare la testa dai pensieri diventa un imperativo, oltre a libri poco impegnativi, si può dare uno sguardo alla letteratura umoristica.
Uno dei miei libri preferiti di questo genere è Tre uomini in barca (per non parlar del cane).
L'autore di questo gioiello è Jerome K. Jerome. La storia di quest'uomo è davvero complessa, ha cambiato lavoro più e più volte, passando da spalare carbone ad essere un attore di teatro, autore di commedie, professore, imballatore, giornalista.
Tre uomini in barca nasce come guida turistica. L'idea di partenza era di raccontare il suo viaggio, la sua luna di miele lungo il corso del Tamigi, sostituendo nel racconto la moglie con due suoi amici, realmente esistiti. L'editore, leggendo il manoscritto, decise di tagliare le parti storico-descrittive dei monumenti e lasciare tutta la parte umoristica, rendendo il romanzo tra i più famosi dell'umorismo inglese.
I capitoli sono diciannove e ognuno è corredato di un promemoria di quello che verrà descritto. Si racconta di un viaggio di 15 giorni, in barca a remi, con le più esilaranti disavventure, situazioni, stravolgimenti possibili.
Sono i nostri tre protagonisti. A sinistra Harris, il cui vero nome è Carl Hentschel, George e Jerome. |
Sulle prime la cosa mi infastidì: mi pareva in certo qual modo una mancanza di rispetto. Perché il ginocchio della lavandaia no? Perché tale ingiusta menomazione?
Recatosi dal medico, per mostrarsi come incredibile caso clinico con tutte le malattie in corpo (tranne il ginocchio della lavandaia), questi gli fornirà come cura buon cibo, birra, una passeggiata al giorno, a letto presto e una preziosa indicazione "Non t'imbottire la testa di cose che non capisci".
Neanche il tempo di chiudere con le malattie, che si passa all'avversione per il lavoro in generale.
Quanto io soffra di questo è indescrivibile. Fin dalla più tenera infanzia già ero un martire. Da ragazzo la malattia non mi lasciò nemmeno per un giorno. [...] "Senti un po', diavolo di un poltrone," dicevano "quand'è che ti alzi e ti metti a far qualcosa per guadagnarti da vivere? Non ne sei capace?". E non sapevano, è ovvio, che ero ammalato. E non erano pillole quelle che mi davano, bensì scapaccioni.
Finalmente si sceglie un viaggio per rinfrancarsi da questo malessere generale dei tre protagonisti, Jerome, George ed Harris. Via con la lista (altra gag) di cosa portarsi dietro, con la mia storia preferita, quella di zio Podger che appende un quadro.
Ancora Jerome con il cane, Montmorency |
Quanto ai protagonisti di questo romanzo, Harris è un uomo più prosaico del gruppo, ma che si esibirà in una canzonetta comica che vi consiglio. George è il più pratico, il più pigro, ma anche quello capace di coinvolgere passanti e villeggianti nelle sue stupidaggini, come la fotografia sul fiume.
Montmorency è invece il fox terrier di Jerome, che si imbarca con loro, ma ha una vita tutta sua, è un po' come uno Snoopy particolarmente nervoso. Si azzuffa con altri cani, viene distrutto psicologicamente da un gatto, fa amicizia con randagi.
Tra le storie divertenti c'è quella della coppia di formaggi, del labirinto di Hampton Court, quella della visita alle tombe, George che compra un banjo e decide di imparare a suonarlo, il montaggio acrobatico della tenda, problemi con il bricco del tè che ha vita propria, le uova strapazzate di Harris, strane storie su Enrico VIII e Anna Bolena e una miriade di altri episodi.
Consiglio la lettura in estate, ma anche in inverno, quando si è un po' tristi, risolleva il morale.
Questo libro ha anche un seguito, intitolato Tre uomini a zonzo.
I nostri tre protagonisti partono per un viaggio in bicicletta in terra tedesca. E' un libro meno ricco di gag, ma sa essere divertente, come nella famoso episodio del negozio di scarpe.
Buona lettura e svuotate il cervello ogni tanto!
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