Melancolia I Albrecht Dürer, 1514, 23,9 x 28,9 cm, incisione, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe |
A.A.A. Ministero dei Beni e delle Attività culturali cerca qualcuno che lavori gratis.
Ebbene sì, possiamo provare a darci da fare, noi gente che con la cultura mangia o vorrebbe mangiare, eppure a sabotarci è il nostro stesso Ministero, noto come Mibac.
La polemica è stata dura nei giorni scorsi e il mio intervento arriva un po' in ritardo, perché una parte di me non voleva credere a quello che i miei occhi avevano letto, grazie all'aiuto di alcuni contatti preziosi che, come me, lavorano nel mondo della cultura e del turismo.
Di questo argomento ha parlato qualche giornale, ma in tv non mi pare ci sia stata traccia, ma ammetto di non aver ispezionato tutti i tg di tutti i canali presenti.
Va aggiunto che il Ministero ha subito tolto la comunicazione dal suo sito, ma oggi, con i social network capaci di non far passare sotto silenzio nemmeno uno spillo, mettere a tacere una simile azione sconcertante non è facile, è quasi un'impresa impossibile, se non un tentativo piuttosto stupido.
Sulla rete trovate facilmente il testo nell'immagine qui in basso.
Non finisce qui. Il Bando del Mibac continuava con altre regole a cui attenersi, regole non da poco:
“il proponente dichiara di essere in possesso di adeguata polizza assicurativa di responsabilità civile per danni a persone e cose, esibendone copia a richiesta dell’Amministrazione”
Cliccare per ingrandire e leggere le perle del Mibac |
Non solo lavori gratis, ma devi anche pagare un'assicurazione, casomai tu possa provocare qualche danno qui e là. Le spese poi non sono certo leggere, pensiamo alla SIAE, sia mai che qualcuno voglia metter su uno spettacolo musicale, per esempio.
Questi dettagli sono stati messi in luce da Michele Spellucci, violoncellista, con una lettera pubblica al ministro Franceschini.
C'è da chiedersi perché si arrivi a questo punto, con un Paese in ginocchio, con tagli alla cultura esorbitanti e osceni, chiedere ancora un sacrificio a chi lavora in questo ambito così bistrattato è davvero vergognoso.
Siamo sempre considerati lavoratori di Serie B, eppure la maggior parte di noi ha sudato per una laurea, un diploma al Conservatorio, si è fatto il mazzo in Accademia, ha investito tempo, cervello, denaro e anche sogni, sì, perché pensare che l'Italia possa vivere delle sue bellezze non è incoscienza, ma una possibilità concreta. Non abbiamo ancora capito perché una mostra su Pompei a Londra abbia fruttato più di Pompei stessa in un anno. Ci ritroviamo ancora a combattere per la dignità del nostro lavoro, cercando di far capire che la cultura non è inutile.
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