martedì 8 luglio 2014

Diario di viaggio - Torino (5)


Una foto triste, colpa delle nuvole
Ogni viaggio che si rispetti ha i suoi imprevisti e il mio ne ha avuto uno bello grosso prima che cominciasse. Ho rischiato di non partire più, perché era misteriosamente scomparsa la mia prenotazione dell'appartamento, mai più riapparsa. Ho passato il giorno prima a trovare un albergo, impresa riuscita benissimo, per fortuna.
La meta è stata Torino e, in particolare, una mostra a Palazzo Chiablese sui Preraffaelliti, di cui parlerò in separata sede. Torino è una strana via di mezzo tra la grande città e il piccolo centro per una situazione generale che comprende la manutenzione stradale (spesso pessima), la presenza di trasporti, la possibilità di partecipare a mostre ed eventi di rilevanza nazionale e l'intrinseca gentilezza dei torinesi, che è definibile come paesanaE' una città multietnica, con un via vai di gente di tutte le nazionalità e di tutti i continenti. Ultimamente pare si sia incrementata la sua capacità turistica, che ha lavorato molto per garantire dei servizi utili. Una dimostrazione l'ho avuta con il personale di sorveglianza dei musei: ligi al dovere, ti forniscono indicazioni preliminari alla visita estremamente dettagliate, costringendoti quasi ad ascoltarli: non sia mai che si dica che non hanno avvisato!
Palazzo Chiablese si trova nell'agglomerato che comprende Palazzo Reale, i Giardini Reali e la Cattedrale di San Giovanni Battista. In questa chiesa è custodita la Sindone. Sinceramente è una visita piuttosto deludente, nel senso che, a parte qualche dossale d'altare in legno di grande pregio, è una cattedrale che non mi è sembrata all'altezza dei palazzi costruiti dai Savoia o da nobili famiglie, edifici che rendono le strade della città davvero eleganti. Per quanto riguarda la Sindone, non è possibile vederla, considerando che, oltre ad essere posta in un'apposita cappella, è coperta da un panno, come dire, ti devi fidare.
Le sculture di Xu Hong Fei
Per le piazze di Torino e all'interno di alcuni cortili erano state installate le sculture del cinese Xu Hong Fei, una esposizione itinerante davvero deliziosa. I corpi femminili rotondi e felici, realizzati dall'artista, erano molto accattivanti, delicati e mettevano davvero allegria con i loro gesti giocosi e amorevoli. 
Il clima è stato clemente, nonostante si annunciassero temporali, per cui, la prima mattinata in giro per Torino si è conclusa al Parco del Valentino. E' attraversato dal Po (finalmente ho visto il fiume più lungo d'Italia!) e il suo nome ha origini leggendarie. C'è chi vuole che qui fossero state trovate le ossa di San Valentino e chi il 14 febbraio si celebrasse la festa degli innamorati, in cui ogni dama chiamava Valentino il proprio cavaliere. Al Valentino si svolsero le grandi Esposizioni Internazionali del 1884, 1898, 1902, 1911, 1928. Qui si trova il Borgo medievale e la sua Rocca, che sono stati costruiti per la prima esposizione e sono rimasti a memoria dell'evento. Nel Parco si trova anche la Facoltà di Architettura, ospitata nel Castello del Valentino, di origine cinquecentesca. 
La prima giornata di questo weekend si è conclusa in un ristorantino kurdo-turco, in cui si mangia da dio! Certo, bisogna amare la cucina etnica, le spezie, i sapori agrodolci o molto dolci, ma, se siete buone forchette e amanti del nuovo, è un bel posto dove concludere la serata. 
Uno dei luoghi che consiglio di visitare è la Mole Antonelliana e il Museo del Cinema. Il primo monumento, nato come sinagoga e poi passato al comune di Torino per gli alti costi, è l'emblema dell'architettura moderna nei suoi pregi e nei suoi difetti. L'architetto Alessandro Antonelli progettò questo grande edificio eclettico nel 1863. La sfortuna si abbatte sulla costruzione, condita, secondo me, da una certa incompetenza. Insomma, realizzarono un edificio enorme con problemi strutturali fin dal principio, tanto che inserirono catene di contenimento, tiranti in ferro, archi in mattoni nel disperato tentativo di stabilizzarlo, visto che costava alla collettività un sacco di soldi: una storia vecchia e sempre nuova. Non bastarono tutti questi accorgimenti e negli anni '30 tre ingegneri si adoperarono per realizzare una struttura in calcestruzzo armato, che mettesse un punto a tutta una serie di problemi. La sfortuna invece colpì l'angelo sulla guglia e la guglia stessa che, per farla breve, erano dei veri parafulmini. Per me questa costruzione incarna il peggio dell'ingegneria e dell'architettura, tanto che rimpiangi i Romani e il Colosseo, che tutte queste rogne non le ha date. 
Palazzo Carignano
Il Museo del Cinema al suo interno è invece molto interessante. Si ripercorre la storia delle immagini in movimento, con disegni, stampe, interessanti esperimenti con la camera obscura, specchi concavi e convessi, passando alla fotografia e finendo, finalmente, al cinema. In questo sono interessanti le cronofotografie di Marey e Muybridge, montate in sequenza per rendere visibile il movimento.
L'ultima tappa è stata quella del Museo Nazionale del Risorgimento a Palazzo Carignano. Avevo già visitato quello di Roma e penso che tutti, ogni tanto nella vita, debbano rinfrescarsi la memoria storica in queste sale. Sono musei che aiutano a ricordare, compiendo egregiamente il loro compito, offrendo la possibilità di rivivere una storia non così lontana e le cui conseguenze sono ancora molto presenti nella nostra vita. In questo palazzo si trova la Camera dei Deputati Subalpina, ricostruzioni dello studio ministeriale di Cavour, della camera in cui morì Carlo Alberto di Savoia. Non mancano Garibaldi e Mazzini. Ricordare il Risorgimento è utile, anche se ammetto di aver sorriso quando ho incrociato nel centro di Torino un ristorante chiamato Dai Borboni: gastronomia campana che, tra pizze e pastiere, ti stende!
Torino merita una visita e probabilmente la meritano anche le residenze periferiche dei Savoia, come quella a Stupinigi. Sarà per la prossima volta!

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