Non mi piace spingermi nel campo dei necrologi, ma questa volta non potevo proprio far passare la notizia sotto silenzio. Hans Ruedi Giger, meglio conosciuto come il papà di Alien, è morto a 74 anni nella sua Svizzera.
Ha segnato un epoca, ha segnato l'immaginazione di intere generazioni con i suoi alieni. Come si legge spesso nelle biografie degli artisti, anche Giger aveva studiato architettura e design industriale, nel suo caso iscrivendosi a Zurigo, ma subito si era orientato verso l'arte. Forse è stata proprio l'aria di Zurigo, patria del Dadaismo, domiciliato presso il Cabaret Voltaire. Un padre farmacista, con sanguisughe in barattolo sul bancone, e un teschio umano ricevuto in dono da una casa farmaceutica, gli regalarono il gusto per il surreale e il tetro. Mescolando il simbolismo di Dalì, di William Blake, i gironi infernali di Bosch e credo anche di altri simbolisti di cultura tedesca, come il connazionale Arnold Bocklin (autore di un dipinto dal nome sinistro, L'isola dei morti), ha creato i suoi universi, costellati da creature a tratti meccaniche.
Appassionato di H.P. Lovecraft, stava lavorando ispirandosi al Necronomicon, quando Ridley Scott decise di contattarlo per il progetto a cui sta lavorando, Alien. Il mostro fu realizzato in collaborazione con Carlo Rambaldi, scomparso qualche anno fa, che, nel 1982 creerà l'alieno buono, E.T.
In Italia non è molto conosciuta la sua opera oltre questo film. Ha realizzato sculture, grafiche, illustrazioni e dipinti. Prediligeva l'acrilico e l'uso dell'aerografo. Questa tecnica riesce a rendere molto più realistici i suoi biomeccanoidi, ovvero quelle creature in parte di origine organica, in parte composti da parti meccaniche o da oggetti composti.
Ricordo un progetto assurdo di una sala da pranzo con le sedie realizzate componendo ossa di chissà quale creatura. In un documentario poi ho scoperto che ha realizzato un bar arredato in stile, in Svizzera, essendo fallito il progetto di realizzarlo nella Grande Mela. Esiste un suo museo, realizzato da lui medesimo, all'interno del castello di Saint Germain, a Gruyères, ed aperto dal 1998. E' stato un artista fuori da qualunque canone, probabilmente non riconducibile a nulla di chiaro, legato al suo mondo interiore, che non era certo terribile come potrebbero suggerire le sue opere. Il documentario che ho visto tempo fa, H.R. Giger – Alien Art, che verrà riproposto domani 15 maggio su Sky Arte HD alle 22.15, mostra una persona solare e divertente, o almeno così l'ho visto io.
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