venerdì 21 giugno 2019

Slam Dunk - Takehiko Inoue

Estate, tempo di giochi all'aperto per molti, per me di grandi ritorni.
Questa volta l'attenzione cade su un manga che potremmo definire un cult degli spokon, quelli che preferisco in assoluto. L'ho citato l'anno scorso, quando ho parlato di Haikyuu!!, ne ho parlato sei anni fa quando ho scritto di Real.
E' arrivato il momento di Slam Dunk.

31 volumetti, disegnati dal grande Takehiko Inoue, pubblicati dal 1990 al 1996. Sì, tanto tempo fa. All'epoca la pallacanestro non era per nulla uno sport seguito in Giappone, non esisteva nemmeno una lega professionistica (che è nata nel 2005 e soppressa nel 2016), e Inoue decise di fare una scommessa con sé stesso. 

Aveva praticato questo sport alle superiori e aveva deciso che sarebbe stato il tema del suo primo fumetto serializzato.
Veniamo così a conoscenza di Hanamichi Sakuragi, quindicenne teppistello dai capelli rossi e campione di due di picche ricevuti dalle ragazze della sua scuola media. Al liceo Shohoku la tradizione sembra ripetersi, con grande divertimento dei suoi amici. E' qui, però, che una ragazza, Haruko Akagi, lo nota per la sua altezza e gli chiede "Ti piace il basket?". 
Questa semplice domanda sarà il motore di tutto quanto, perché Hanamichi farebbe qualunque cosa per conquistare il cuore di Haruko, compreso iscriversi al club di basket.

Incontriamo il capitano, Takenori Akagi, nonché fratello maggiore della ragazza, solido centro della squadra, che ha come sogno quello di vincere i campionati nazionali. E' il vero collante della cinquina che scenderà in campo, quello su cui si può fare affidamento sempre, è il ragazzo serio, bravo nello sport e negli studi. Sakuragi lo ribattezzerà Gorilla. Conosciamo il fidato Kiminobu Kogure, vicecapitano, Quattrocchi per il rossino, quasi materno nel modo di gestire i rapporti tra i compagni di squadra, capace di grande coraggio e fermezza. Ad accompagnarli la manager, Ayako, che si rivelerà fondamentale nell'allenamento del protagonista e nella gestione di un altro paio di combinaguai che fanno parte della squadra.

Uno di questi è il playmaker Ryota Miyagi, perdutamente innamorato di lei, nanerottolo, ma scattante e agile come un gatto, se la deve vedere con i grandi registi delle squadre avversarie, tutti irrimediabilmente più alti di lui. Abbiamo poi il mio preferito, Hisashi Mitsui, Michi per Sakuragi, tiratore da tre punti della squadra. La sua storia è quasi drammatica: nominato MVP alle medie, si iscrive al club con Akagi e Kogure, ma per via di un infortunio è costretto a lasciare la pallacanestro per un po', venendo sommerso da ansia e senso di inferiorità, quando la squadra va avanti senza di lui. Per questo motivo detesta Miyagi, nuova promessa del club, tanto da averlo mandato all'ospedale l'anno prima. Decide di irrompere nella palestra per scatenare una rissa e decretare lo scioglimento della squadra. Nel parapiglia generale, l'apparizione dell'allenatore Anzai, per lui un idolo, farà in modo di rimettere tutto a posto e riaccoglierlo in squadra.

L'ho lasciato per ultimo, ma è quasi un coprotagonista: Kaede Rukawa, matricola come Sakuragi, con la differenza che questi è un giocatore incredibile. Giocate strabilianti, poche parole, la maggior parte insulti per il rossino, nessun sorriso o quasi, ossessionato dal basket e dalla rivalità con i migliori. Rukawa è ciò a cui inconsciamente tende Hanamichi, che inizia a praticare questo sport considerandosi un genio, in realtà è una vera schiappa.

Il manga racconta il suo sviluppo come giocatore, con alti e bassi, tanti bassi, per trovare infine un posto in quel mondo fatto di salti, palle e canestri. A differenza di altri spokonla vittoria non è scontata e proprio questo fu il problema della trasposizione animata, rimasta incompiuta.
Fino a questo momento nei manga e anime sportivi, il protagonista vinceva il campionato nazionale, doveva necessariamente vincerlo. Era il coronamento degli sforzi e degli allenamenti estenuanti, il premio per aver battuto tanti rivali, che ricevevano anche loro una ricompensa: è vero, erano stati sconfitti, ma dalla squadra campione.

In 101 puntate dell'anime, si è potuto assistere alla trasposizione di due terzi del manga, ovvero fino a quando lo Shohoku si qualifica per partecipare agli agognati campionati nazionali. Il motivo è che Inoue declinò la proposta della casa produttrice di modificare il finale da lui scritto e per questo motivo, nonostante il successo, si scelse di non realizzare una seconda serie animata.

Nel manga lo Shohoku sarà protagonista di solo due partite nel campionato, la prima contro il Toyotama, una squadra non ha nulla da invidiare a una gang di teppisti, e la seconda contro il campione in carica, il Sannoh. L'ultima partita ha una durata di 7 volumi su 31. E' una partita in cui lo Shohoku verrà smontato pezzo per pezzo, dove tutti i componenti della squadra avranno un momento a loro dedicato per valutarne pregi e difetti e durante la quale Hanamici risponderà alla domanda di Haruko: "Ti piace il basket?"
"Mi piace da impazzire. Questa volta non è una bugia"
Lo Shohoku vincerà contro il Sannoh, dando fondo a tutte le sue energie, e sappiamo che perderà clamorosamente la partita successiva, perché stremato da quell'incontro impossibile.

Il disegno di questo manga è meraviglioso. Lo so, so di essere di parte, ma la crescita di Inoue dal primo volume alle battute finali è strabiliante e in alcune tavole parla solo attraverso le immagini, non ci sono dialoghi a cui appellarsi, eppure il coinvolgimento emotivo nello sviluppo dei personaggi è qualcosa che prende nel profondo. Non sono mai mancati i momenti divertenti, per cui diventa piacevole leggere questo manga, con dei superdeformed davvero esilaranti.
Qualche anno fa per i vent'anni della pubblicazione del manga, ha ridisegnato le copertine e sono dei disegni magnifici. Io sono innamorata del suo tratto e per me è il più bello in assoluto.

In questa descrizione ho tralasciato tanto, tantissimo, specie gli avversari che affrontano: il Ryonan di Sendoh e Uozumi, fondamentali per lo sviluppo di Akagi e Rukawa; lo Shoyo di Fujima che sarà il primo vero avversario di Miyagi; il Kainan, campione della prefettura di Kanagawa dove è ambientato il manga, con Maki, giocatore perfetto, Kyota, matricola rivale di Rukawa e Hanamichi, e Jin, tiratore da tre punti che rivaleggia con Mitsui.

Ci sarebbero tante curiosità da sviluppare, come il doppiaggio italiano, di quelli fatti bene, anche se con diverse licenze:
il direttore del doppiaggio, Nicola Bartolini Carrassi dirige un cast di doppiatori, capitanato da Diego Sabre, Ivo De Palma (il Pegasus dei Cavalieri dello Zodiaco) e Federica Valenti, che diede voce a un adattamento che aggiungeva tutta una serie di termini e frasi volgari. Un tripudio di Vaccamaiala, ma-che-ficco-mi-ci-ficco, mezza-sega, in un clima totalmente anarchico, in cui i doppiatori si divertirono ad esagerare, andando a briglie sciolte e trasformando i protagonisti in una banda di maniaci sboccati. E se vi state giustamente domandando: “Ma nessuno si accorgeva della cosa?”, la risposta è “Sì, ma gli episodi venivano consegnati a MTV [a cui si deve la prima messa in onda] all’ultimo secondo”. Letteralmente. Pochissime ore prima della messa in onda, quando nessuno poteva più farci nulla.(link)
Vi lascio con un video. Nel 2004, quando le vendite di Slam Dunk superarono i cento milioni, Takehiko Inoue ha organizzato una serie di iniziative uniche nella storia del manga tra cui un'esibizione di tre giorni nell'edificio in disuso di un liceo di una città di mare, durante la quale ha disegnato l'ultimo inedito episodio del manga, direttamente sulle lavagne della scuola! 


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