martedì 26 giugno 2018

Haikyū!! - Haruichi Furudate

Quando cala la notte o mentre faccio colazione, tra le cose che mi piace fare c'è guardare nuovi anime. Per un po' ero rimasta lontana da questo mondo, perché ne vengono fuori tanti ogni mese e stare dietro a tutti è difficile. Ci sono però delle scoperte che si fanno per caso e questa è una di quelle.
Sono appassionata di spokon, ovvero manga e anime ad ambientazione sportiva. Tra i più famosi e che adoro per diverse ragioni c'è Capitan Tsubasa, conosciuto in Italia come Holly e Benji, per intenderci, ma ce ne sono veramente tanti che vale la pena leggere e guardare, anche  se lo sport in questione non è tra i nostri favoriti. Di recente, ad esempio, ne ho scoperto uno sul pattinaggio di figura e ne ho parlato qui.

Ho scoperto per caso, nella tranquillità di una mattinata libera: Haikyū!! di Haruichi Furudate. Haikyū significa pallavolo in giapponese e questo ci apre scenari conosciuti al fianco di Mila Azuki e Mimì. In questo caso assistiamo alle partite e agli allenamenti di ragazzi del liceo, seguendo le vicende del Karasuno, una squadra un po' sgangherata, a cui si unisce il protagonista dai curiosi capelli arancioni, secondo me omaggio alla Mila già citata, alto poco oltre il metro e sessanta: Shoyo Hinata. Viene da una scuola media in cui ha dovuto lottare con i denti per tenere insieme i pochi membri del club di pallavolo, sei in tutto, utili a iscriversi al campionato interscolastico, finendo asfaltati alla prima e ultima partita che hanno mai giocato, facendosi battere dal Kitagawa e dal suo micidiale alzatore, Tobio Kageyama, detto il Re del Campo, a causa del suo essere un vero despota. Hinata giurerà vendetta, peccato tutto sfumerà perché se lo ritroverà come compagno di squadra nel Karasuno. 

A questo punto nelle prime puntate conosceremo gli altri membri del club: del terzo anno ci saranno il capitano, Daichi Sawamura, solido capitano tanto amichevole quanto severo; Koshi Sugawara, vice capitano e alzatore titolare fino alla venuta di Tobio; Asahi Azumane, ace della squadra con un temperamento piuttosto insicuro e insolito per la colonna portante dell'attacco. Del secondo anno avremo Ryunosuke Tanaka, ala che pare un mezzo teppista, ma è solo un po' esuberante; Yu Nishinoya, libero dalla ricezione strabiliante e unico dei veterani ad avere la nomea di genio e dall'imbarazzante statura di 1.59.
Da sinistra: Nishinoya, Tsukushima, Yamaguchi, Tanaka,
Hinata, Kageyama, Sugawara, Azumane, Sawamura
Altre matricole, oltre ai due già conosciuti, saranno Kei Tsukishima, centrale che poco sopporta le persone entusiaste e in particolare il duo Hinata-Kageyama, e il suo amico Tadashi Yamaguchi, che non spicca per qualità particolari, ma si esercita per diventare un pinch server, ovvero un esperto del servizio, capace di fare ace. 

Intorno a loro gireranno una serie di avversari più o meno coloriti e colorati, altri componenti della squadra che non giocheranno nemmeno una partita, un allenatore, Keishin Ukai, nipote dello storico allenatore del liceo, il professor Ittetru Takeda, che di pallavolo capisce poco ed è il pretesto per gli spiegoni sulle regole (ricordando il Sig. T che spiegava le regole del basket), e una manager Kiyoko Shimizu, estremamente timida, ma determinata, corteggiata da Nishinoya e Tanaka senza risultato. 

Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono emozionata tifando squadre immaginarie e ho percepito una certa affinità con Slam Dunk, uno dei manga spokon più belli che abbia mai letto, dove lo sport è realistico e tecnicamente curato: niente palle a banana, niente azioni impossibili, tutto chiaro e ben calibrato. Si finisce per fare il tifo e disperarsi quando la palla tocca terra dalla parte del campo sbagliato.
Ci sono tre stagioni, una quarta in arrivo. Ho visto solo la prima stagione, ma conto di vedere anche il resto, perché ha davvero molta presa, è ben disegnato, ben fatto, piacevole. Ovviamente c'è anche il manga, in corso di pubblicazione, il 31 volumi editi da Star Comics. Di tanto compaiono corvi qui e là: non è un presagio di sventura, è che il nome della squadra, Karasuno, è composta dalla parola karasu che significa corvo in giapponese. Ed ora sigla!








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