giovedì 26 gennaio 2017

Your Name - Makoto Shinkai

Ieri mi sono fatta un regalo di compleanno molto gradito. Chi è interessato all'animazione giapponese era al corrente delle proiezioni di Your Name, l'ultimo lungometraggio di Makoto Shinkai.
A un primo sguardo, nei primi dieci quindici minuti del film, sembra essere il solito banale scambio di persona: una ragazza del liceo, Mitsuha Miyamizu, che vive nella piccola cittadina di Itomori, si sveglia periodicamente del corpo di un ragazzo della stessa età, Taki Tachibana, che vive nella grande città di Tokyo.
Trovarsi nel corpo dell'altro sesso provoca imbarazzi e apprensioni, ma quello che rende particolare la questione è che, una volta tornati nel proprio corpo, si hanno l'impressione di aver sognato tutto e, come nei sogni, si tendono a dimenticare dettagli e particolari, ad esempio il nome della persona della quale si vestivano i panni. 
Per ovviare a questo problema e per evitare imbarazzi (viste che non sanno cos'ha fatto l'altro durante la permanenza nel loro corpo) i due ragazzi scrivono sul cellulare uno dell'altro una sorta di diario, per tenersi aggiornati.

Questo strano fenomeno finisce quando, durante il festival della città di Itomori, si assiste al passaggio di una cometa. Mitsuha ne parla al suo amico di sogni Taki, ma questi non capisce di cosa stia parlando, nessun telegiornale parla di questa cometa a Tokio.
Ed è qui che la storia prende una piega completamente differente, complicando il solito racconto basato sullo scambio. Non vi racconto altro, perché il film merita di essere guardato, con un solo accorgimento: dovete essere dei romantici. Per chi non ha una certa dose di sentimentalismo, può risultare eccessivo, tanto da definire questo film come un prodotto per ragazzine.
In realtà penso che sia un bellissimo e delicato spaccato della contraddizione giapponese tra modernità e tradizione: non è un caso che ognuno sia abbagliato dalla vita dell'altro, lei vorrebbe tanto vivere nella capitale, mentre Taki si lascia coinvolgere del paesaggio e dalle architetture del piccolo villaggio, che tormentano i suoi disegni da futuro architetto.
Il regista prima del film ha fatto una premessa: ognuno di noi, forse, è alla ricerca o in attesa di qualcosa o qualcuno di speciale, forse domani, forse tra un anno o dieci anni. Il film diventa una ricerca, infatti, l'uno dell'altro, struggente, a volte romantica, a volte semplicemente emozionale. I due protagonisti non è raro si sveglino tra le lacrime. Nella sigla iniziale del film (sì, è proprio come se fosse una puntata di un anime) si ripropone l'idea del filo rosso del destino, tanto cara ai giapponesi, per cui si è legati a un'anima gemella che prima o poi si incontrerà.
La colonna sonora è molto bella e bella è la variazione di animazione della consapevolezza di Taki, che comprenderà ogni cosa, salvo continuare a dimenticasi il nome di Mitsuha.
Non avrebbero mai potuto e dovuto conoscersi e quei sogni avevano il difetto di non far mai ricordare il nome l'uno dell'altro, tanto che, alla fine cominciano a chiedersi perché hanno addosso la sensazione di essere alla ricerca di qualcosa o di qualcuno.


P.S. vi regalo la colonna sonora invece del trailer...

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