Nel secolo delle rivoluzioni, il Settecento, ci fu un'importante rivoluzione culturale: le esposizioni dei Salon parigine vennero aperte al pubblico, lasciando il loro status di riservatezza per i soli addetti ai lavori.
Inizia così la vera fruizione pubblica della cultura.
Lo sviluppo in seguito a questo evento, e agli ideali teorizzati e sviluppati durante la Rivoluzione Francese, si è concretizzato nell'accesso alla cultura e all'istruzione di un numero sempre crescente di persone, a volte sostenuti dallo Stato a volte no.
Uno degli annosi problemi della fruizione della cultura è se l'accesso ai musei debba essere gratuito o no.
Io propendo per il no, per un semplice ragionamento, ovvero che in tutti gli altri settori culturali si paga un ticket d'ingresso e che non pagare tende a sminuire il valore dell'esperienza museale.
Proviamo a pensarci. Per vedere un film al cinema, nessuno trova strano dover pagare un biglietto, magari ridotto, ma non ho mai visto nessuno discutere con la cassiera che non sia corretto. Per assistere a un balletto classico o a una messa in scena teatrale o lirica, pago senza remore biglietti anche salati (dipende dal teatro prescelto e da altre variabili). Perché si protesta solo per i musei, spesso con un biglietto sotto i 5 euro?
Sono arrivata alla conclusione che chi protesta non è veramente interessato a visitare, probabilmente cerca solo un passatempo, forse passava di lì e ha varcato l'ingresso per caso.
Molto diffusa è anche la concezione che il museo sia, nella maggior parte dei casi, un posto dove sono tenute insieme delle cose vecchie. Purtroppo dimenticano che anche quando si assiste a un concerto di musica classica o a una rappresentazione di una tragedia di Shakespeare si ha a che fare con cose vecchie. L'unica differenza con una pinacoteca è che certe cose vecchie per essere fruite devono essere trasformate in esperienze programmate: puoi anche leggere da solo Romeo e Giulietta, ma mancheranno i costumi, le espressioni, le entrate e le uscite degli attori che completano il testo scritto, sviluppando le parentesi.
C'è da chiedersi perché si pretenda l'ingresso gratuito nei musei. E' pur vero che lo Stato non aiuta. Siamo costantemente bombardati da giornate di apertura gratuita in occasione di mille eventi: compleanno, Festa della Donna, San Valentino per le coppie, la giornata mondiale dedicata a patrimonio, quella dei musei nazionali, quella della cultura, del turismo, contro il razzismo... e via così. Avendo tutte queste possibilità di visitare un museo gratis, pagare il biglietto diventa un'esperienza inusuale.
Ci sono infine i razzismi verso i musei civici, quelli diocesani, quelli provinciali, per cui si pensa che, siccome pago le tasse e siccome la Chiesa non ha bisogno, il museo possa evitare il biglietto. Peccato che il museo sia un'istituzione a parte.
Io sarei per un biglietto per tutti e tutto, ma so di essere in minoranza. E voi che ne pensate?
2 commenti:
Io credo che non siamo abbastanza evoluti da pretendere di entrare nei musei gratis, ma ammetto che la mia esperienza al British, alla National Gallery e al Tate è stata splendida. D'altronde questi musei recuperano con il merchandising e le audioguide. Comunque proprio perchè era gratis molti della mia "comitiva" ci hanno passato poco tempo o non sono entrati. Coincidenza? Io non credo. Non ho problemi a pagare il biglietto, anche se bisogna ammettere che a volte esagerano nel rapporto qualità della visita/prezzo (qualcuno ha detto Kew Gardens o Museo dei Trasporti?)
Non trovo sia una questione di evoluzione. Per me l'entrata gratis abbassa il valore di quello che, in fin dei conti, stai vendendo.
Gli esempi dei musei londinesi è relativo, perché, quando ci sono mostre temporanee, il biglietto per visitarle è parecchio alto, ovviamente e giustamente, andando dalle 15 alle 20 sterline, ovvero 20-25 euro.
Nonostante il costo, fanno il tutto esaurito.
Considerando appunto che, chi vuole visitare, visita che si paghi poco o molto, esattamente come chi va a teatro, sarei per una scrematura direttamente al botteghino del pubblico. Ho visto questionare per 3-4 euro.
Posta un commento