Angelo annunziante Francesco Mochi, 1608, Orvieto |
Qualche mese fa, ho raccontato della mia visita al sito archeologico di Herdonia.
Uno dei difetti del sito che avevo lamentato, e che qualunque persona dotata di buon senso e interesse per l'archeologia avrebbe notato, era lo stato di abbandono in cui versava. Erba incolta, immondizia qui e là, totale invisibilità di alcune strutture, proprio a causa della mancata manutenzione, tanto che, per scorgere non solo i dettagli, ma le creste di muro, bisognava farsi spazio tra l'erba alta. Nelle immagini pubblicate da Repubblica, si vede il sito utilizzato anche come pascolo per un gregge di pecore.
Indubbiamente ci sono delle difficoltà oggettive nella manutenzione di questa città, fondata a partire dall'Età del Bronzo. Non è proprio vicina al centro abitato di Ordona, è un po' fuori mano e si doveva entrare in una proprietà privata.
Qualcosa, però, finalmente si è mosso e infatti, dopo 13 anni di abbandono, pare che gli scavi riprenderanno.
La novità più importante è costituita dall'acquisizione di parte della superficie, sulla quale si estende la città dauna, grazie a un esproprio. In questo modo potranno essere utilizzati i fondi destinati alla messa in sicurezza e alla disposizione della fruibilità del sito, perché, essendo finora un terreno di proprietà privata, rimanevano chiusi nelle casse del Soprintendente.
La novità più importante è costituita dall'acquisizione di parte della superficie, sulla quale si estende la città dauna, grazie a un esproprio. In questo modo potranno essere utilizzati i fondi destinati alla messa in sicurezza e alla disposizione della fruibilità del sito, perché, essendo finora un terreno di proprietà privata, rimanevano chiusi nelle casse del Soprintendente.
Non solo, ma si vuole rendere Herdonia ciò che era fino al 2000, ovvero un luogo di studio per giovani archeologi provenienti da tutta Europa.
La Pompei della Puglia attende anche la musealizzazione dei suoi reperti, quelli ritrovati negli scavi a partire dal 1962.
C'è tanto lavoro da fare e tanto ancora da scoprire!
L'articolo di Repubblica è qui.
Foto.
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