mercoledì 24 aprile 2013

Diario di viaggio - Malta (1)

Veduta di La Valletta, con la torre campanaria
della co-cattedrale di San Paolo e la cupola
della chiesa dei Carmelitani.
Visitare posti nuovi è sempre bello e, se sono anche economici, lo è ancora di più. Non voglio parlare di crisi, ma di viaggi
Recentemente ho fatto un salto nella Repubblica di Malta, un arcipelago, visitando solo l'isola più grande, da cui prende il nome questo piccolo Stato. 
E' formato da tre isole: Malta, Gozo e Comino. E' nota per essere stata la sede dei Cavalieri di San Giovanni, noti anche come Ospitalieri, Cavalieri di Rodi, poi Cavalieri di Malta, a partire dal 1530. Fu Carlo V a donare queste isole, ricevendo in pagamento annuale un falco ammaestrato. Oggi l'Ordine esiste ancora, un po' frazionato dopo l'arrivo di Napoleone a Malta, sopravvive come Sovrano Militare Ordine di Malta, con sede in Italia e altre associazioni sparse in Europa. Dipendono direttamente dalla Santa Sede. Non ho ancora avuto modo di approfondire la storia dell'Ordine, quindi mi fermo qui.
La premessa era importante, perché, proprio per il fatto di essere un possedimento di un ordine cavalleresco, ha fatto in modo che tutta la parte antica fosse circondata da una serie di fortezze e vedette per la difesa dell'isola dall'invasione turca, facendo assumere al luogo un aspetto caratteristico.

martedì 16 aprile 2013

The British Museum: Life and death - Pompeii and Herculaneum

Terenzio Neo e sua moglie
Pompei affresco 55-79 d.C. 
L'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. distrusse due città, Pompei ed Ercolano. Plinio il Giovane assiste all'evento e descrive anche la morte dello zio Plinio il Vecchio. Ad essere coinvolte nella catastrofe sono anche altre piccole cittadine ,che si trovavano nel Golfo di Napoli, ma si tratta quasi di villaggi in confronto a Pompei. La stessa Napoli comprendeva pochi abitanti. 
Il British Museum ha inaugurato il 28 marzo una mostra dedicata a questi luoghi. Sono molti i prestiti che ha richiesto ai musei campani, per poter realizzare quella che, secondo me, è un'operazione culturale e commerciale grandiosa. 

Da alcune fonti attendibili, posso dirvi che è impossibile visitare la mostra fino a maggio: tutto prenotato. Il costo del biglietto è di  £15 (qualcosa in più rispetto al biglietto per le Scuderie del Quirinale). 
Non ho visitato l'esposizione. Quello che voglio far notare è la promozione di questo evento.

Il sito internet dedicato ha la grafica standard del British Museum. La prima differenza è lo sfondo nero e un trailer in primo piano. Sembra un thriller. Suggestivo, coinvolgente. Anche chi della storia di Pompei ed Ercolano con sa nulla viene irrimediabilmente incuriosito da una strategia del genere. 
Nella rassegna stampa si legge:

martedì 9 aprile 2013

Sul Romanzo - La pesantezza del primo tratto

Autoritratto come Allegoria della Pittura
Artemisia Gentileschi ,
1638-39, olio su tela   98.6 x 75.2 cm, Collezione Reale Windsor
Gli inizi di una carriera artistica non sono quasi mai facili. 
Spesso si arranca, è fisiologico. In molti hanno subito questa strana sorte, anche quelli che poi sono diventati dei miti. Alcuni, addirittura, sono morti in povertà, tanto non sono stati apprezzati quando erano in piena attività. 
Se Van Gogh ha venduto un solo dipinto in vita, morendo quasi di fame, c'è stato Monet che viveva nella sua villa a Giverny, con un grande giardino, quello delle famose ninfee e il piccolo ponte giapponese sullo stagno. 

Quanto possa essere difficile e quanto la critica possa essere crudele, lo racconto qui, in un articolo pubblicato sulla Webzine "Sul Romanzo" numero 2/2013 a pagina 64. 

E' possibile scaricare la rivista, registrandosi al sito, o leggere online. 

lunedì 11 marzo 2013

I Disastri della Guerra - Francisco Goya

Tristi presentimenti di ciò che deve accadere
Da qualche tempo mi sto molto appassionando alle incisioni. Trovo che, in certi casi, siano molto più comunicative rispetto ad altre tecniche.
Non saprei dire se apprezzo il tratto netto, il chiaroscuro o quella veridicità paradossalmente più evidente rispetto alla fotografia. Forse ho guardato troppe foto "finte" ultimamente, tanto che, sfogliando i "Disastri della Guerra" di Francisco Goya, mi pare di aver ricominciato a respirare. 
Questo album prodotto dall'artista spagnolo, è stato iniziato nel 1810 e terminato tra il 1815 e il 1820. Gli studiosi non sanno indicare una data precisa, ma di certo Goya stava lavorando a più progetti contemporaneamente. 
Cosa si può fare di più?
Questo ciclo nasce da una richiesta del generale Juan Palafox, che, durante l'assedio di Saragozza, chiese a Goya e ad altri artisti spagnoli di immortalare tramite dei dipinti la gloria degli abitanti spagnoli.

venerdì 1 marzo 2013

Il meraviglioso mondo dei nomi d'arte

Parlando di soprannomi....
Non ho resistito!
Molti artisti, già agli albori della loro attività, scelgono di dare in pasto alla memoria un nome diverso da quello con cui sono registrati all'anagrafe. Decidono fin da subito il loro nome d'arte, quello con cui saranno riconosciuti quando, si spera, saranno famosi
Oggi è decisamente una scelta di stile, pensiamo ai cantanti o ai musicisti, come Madonna o Sting, che tirano fuori nomi totalmente nuovi rispetto a Louise Veronica Ciccone e  Gordon Matthew Thomas Sumner. E' un modo per essere facilmente riconosciuti.
Studiando Storia dell'Arte, si incontrano tanti pittori, scultori e architetti che possiedono un nome proprio, ma accanto c'è la dicitura detto che accompagna il nome d'arte. Se si parla di Arte Medievale e Rinascimentale, però, solitamente il nome non è scelto dall'artista, ma glielo hanno affibbiato per qualche ragione, non sempre chiara. A volte addirittura è un soprannome che si tramanda da padre a figlio, addirittura tra fratelli.

giovedì 21 febbraio 2013

John Keats e l'invidia

Ho sempre pensato che spesso si ha la tendenza a considerare i poeti e gli artisti privi di qualsivoglia difetto caratteriale. Nulla di più falso. 
Falsa è anche l'idea che l'arte e la poesia raccontino la verità
Non sempre si usa la poesia per rivelare l'intimo sé stesso, ma si possono anche veicolare emozioni e sentimenti che si vorrebbero provare, ma che, per qualche ragione, non fanno parte della propria quotidianità. 
Uno dei poeti che mi ha sempre affascinato in questo senso è John Keats. E' uno dei maggiori esponenti del Romanticismo inglese ed è famosissima la sua poesia intitolata "Leggiadra stella", dedicata alla donna che amava, Fanny Brawne
Leggendo le sue poesie sembra tutto bellissimo: dall'innamoramento per la sua vicina di casa al sentimento sincero che li lega. 
Tutto cambia quando si legge lo scambio epistolare tra i due (in realtà solo quelle scritte dal poeta, perché quelle scritte da Fanny furono distrutte su ordine di Keats stesso). Le lettere di Keats conservano qualche slancio amorevole verso la ragazza, ma quello che serpeggia tra le righe, e a volte emerge prepotentemente, è una sorta di invidia nei confronti di Fanny.

venerdì 8 febbraio 2013

Incisioni e fotografia, Perham Wilhelm Nahl e Anne Brigman

Typhoon,
Perham Nahl, acquatinta, 34.3 × 27.6 cm, 1908,
 Paramour Fine Arts
Molti fotografi pensano che il loro mezzo sia autonomo rispetto all'Arte in generale. 
Nulla di più falso, ma a volte non è facile trovare i riferimenti artistici al quale ci si è ispirati. Non manca nemmeno un'influenza inversa, per cui dalla fotografia si è tratta l'ispirazione e si è realizzato il tutto con altri media. 
Sfogliando libri qui e là durante le mie letture, mi sono imbattuta in un caso curioso. 
Molti conosceranno Anne Brigman. Le fotografe, come le artiste in generale, sono numericamente di meno, per una serie di ragioni culturali, che non è il caso di spiegare ora. Quando una donna diventa in qualche modo nota, è sempre per una buona ragione, si è distinta in modo eccelso dagli altri e viene giustamente ricordata. 
La Brigman è conosciuta per una serie di fotografie che ritraggono donne in contesti naturalistici e molto spesso sembrano parte di quella natura. In molti casi sembrano spuntare dalla terra stessa, dalle rocce, dagli alberi. Ricordano un po' le ninfe di cultura greco-romana e la scultura di Bernini, Apollo e Dafne, richiama la commistione tra la natura e l'umano. In un certo senso un primo probabile riferimento potrebbe essere questo, ma quello che ho scovato è più interessante e le coincidenze fanno pensare a qualcosa di più, rispetto a una mera ispirazione classica.
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