giovedì 23 febbraio 2017

La nascita delle Muse - parte prima

Mnemosyne
D.G. Rossetti, 1875-81, olio su tela
Il nome di questo blog si rifà alla leggendaria storia delle Muse, figlie di Zeus, il re degli dei dell'Olimpo, e di Mnemosine, la personificazione della memoria, figlia a sua volta di Urano e Gea, il cielo e la terra.

L'origine mitica delle Muse è legata ai Titani ed è facile comprenderne l'importanza nell'economia dell'Olimpo greco. Il loro numero verrà stabilito da Omero e da Esiodo, attestandosi sul numero nove, così come i loro nomi sono stati diversi nel tempo, fino a stabilizzarsi.

Quello che colpisce delle Muse è che sono tutte protettrici di arti che nulla hanno a che vedere con l'arte grafica, che sia pittura, scultura o altro. Per i Greci queste erano considerate delle semplici tecniche manuali, che riproducevano delle copie di qualcosa esistente in natura, includendo anche l'architettura in questa definizione di sapere tecnico, che, per quanto fosse progettata, non poteva assurgere al ruolo di arte.


Clio, la musa della storia
A. Gentileschi, 1632, olio su tela
Le Muse proteggevano quelle arti dove la memoria era una delle caratteristiche fondanti. Nascono quando tramandare oralmente storie, leggende, rituali era fondamentale, per cui si comprende come potessero essere figlie della memoria.

La prima musa è Clio e rappresenta la memoria suprema, la Storia.
Narrare le gesta del passato, rendere viva la memoria è un compito affidato alle Muse. Il suo nome origine dal verbo che significa celebrareglorificare e la sua rappresentazione è emblematica: libri, rotoli, qualunque supporto dove potesse essere fissata quella memoria, una corona d'alloro per incoronare chi si era distinto per le gesta e la tromba della fama.

Ritratto di una signora come la musa Euterpe
J.A. Backer, 1649-50, olio su tela
Particolare è Euterpe, di cui ricordo di aver parlato tantissimi anni fa, quando questo blog era su altre piattaforme. Euterpe è protettrice della musica, ma la musica era accessoria ad alcune forme di poesia dell'antica Grecia, quindi veniva rappresentata con dei flauti e per estensione divenne protettrice della poesia lirica, quella che doveva essere recitata cantando. Ad accompagnare queste poesie poteva esserci il flauto o aulos, la cetra e la lira.

Seguono Talia e Melpomene. Rappresentano la Commedia e la Tragedia, spostandoci quindi in ambito teatrale. Le due muse hanno tratti distintivi particolari e opposti. Se Talia è rappresentata come una ragazza allegra, dal capo cinto di edera e con una maschera sorridente tra le mani, Melpomene è una donna estremamente severa nell'aspetto, con la maschera triste, una corona di cipresso e spesso porta con sé una lama o un bastone, che non promettono niente di buono. La tragedia veniva considerata molto più difficile della commedia e rappresentare le debolezze umane in modo efficace, tanto da provocare la catarsi, non era cosa da tutti. Alla commedia invece veniva anche associata la Satira, che aveva un'importante funzione sociale.

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