mercoledì 13 gennaio 2016

43 milioni di visitatori nei musei italiani, dato positivo?

Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini, ha diffuso i dati dei musei italiani nel 2015 sul sito del Mibac
“Quello che si è appena concluso - ha detto Franceschini - è stato l’anno d’oro dei musei italiani. Circa 43 milioni di persone hanno visitato i luoghi della cultura statali generando incassi per circa 155milioni€ che torneranno interamente ai musei attraverso un sistema premiale che favorisce le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà. Per la storia del nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record assoluto per i musei italiani, e anche rispetto al 2014, anno in cui si erano registrati numeri erano molto positivi, la crescita dei visitatori e degli incassi è significativa: +6% i visitatori (pari a circa +2,5milioni); +14% gli incassi (pari a circa +20milioni€); +4% gli ingressi gratuiti (pari a circa +900mila). E non siamo in presenza di una tendenza internazionale, anzi siamo in controtendenza se si guarda ai dati usciti sulla stampa estera oggi. In Italia, grazie anche alle nuove politiche di valorizzazione, prime fra tutte le domeniche gratuite, gli italiani sono tornati a vivere i propri musei. Un riavvicinamento al patrimonio culturale che educa, arricchisce e rende consapevoli i cittadini della magnifica storia dei propri territori”.

Questo dato va messo a confronto con un altro, fonte Istat, davvero sconfortante, ovvero che in Italia circa una persona su 5, ossia il 18,5% della popolazione, non svolge alcuna attività culturale, anche se semplice e occasionale. 
Insomma, nell’ultimo anno queste persone non hanno letto nemmeno un libro o un giornale, nessuna visita a un museo, una mostra, un sito archeologico, mai andate a teatro, al cinema, a un concerto. Guardando la mappa dell'Italia, il dato peggiora al Sud arrivando al 28,2%

Se vogliamo farci ancora più del male, possiamo prendere atto che le donne frequentano meno degli uomini le attività culturali e potremmo discutere di quanto ci sia una situazione di mancata evoluzione sociale
"Entrando nel dettaglio, musei e mostre sono disertati dal 68,3% degli italiani (e dal 78,5% dei residenti nelle regioni del Sud). La disaffezione, spiega l’Istat, si diffonde a partire dai 20 anni e raggiunge il suo picco tra gli ultra 75enni (88,3%). Siti archeologici e musei sono del tutto ignorati dal 74,7% degli italiani, e ancora di più se abitanti nelle regioni del Sud (81,4%). Ma il Sud si differenzia per un maggiore ‘interesse’ al cinema: l’afflusso al cinema è infatti del 50,1% contro il 48,9% della media nazionale. Tra i cittadini con più di 20 anni, il numero di chi ‘snobba’ le sale cinematografiche aumenta con il crescere dell’età. La non partecipazione a eventi sportivi invece è fortemente marcata da differenze di genere: il 62,5% dei maschi, contro l’81,9% delle femmine."
E' un dato sconfortante e indicativo. Chiediamoci perché al Sud si preferisce il cinema, rispetto ad altre attività culturali. Probabilmente costa meno di un teatro e di un concerto? A volte sì, altre volte no. Certo, se pensiamo a un biglietto medio del Teatro Petruzzelli, è una costatazione vera, ma se pensiamo alla miriade di concerti o di spettacoli teatrali che costano meno della visione di un film in 3D, si capisce che la mancanza non è economica ma culturale

Parliamo di numeri. I dieci luoghi della cultura più visitati nel 2015 sono stati: 

  1. il Colosseo (6.551.046 visitatori, +6% rispetto al 2014, pari a +369.344 ingressi); 
  2. gli Scavi di Pompei (2.934.010, +12% pari a +312.207 ingressi); 
  3. gli Uffizi (1.971.596, +2%  pari a +35.678 ingressi); 
  4. le Gallerie dell’Accademia di Firenze (1.415.397, +6% pari a +79.656 ingressi); 
  5. Castel S.Angelo (1.047.326, +2,5% pari a +26.007 ingressi); 
  6. il Circuito Museale Boboli e Argenti (863.535, +5% pari a +40685 ingressi); 
  7. il Museo Egizio di Torino (757.961 +33% pari +190.273 ingressi); 
  8. la Venaria Reale (555.307 visitatori e una crescita del +6,5% degli introiti), 
  9. la Galleria Borghese (506.442, invariato rispetto al 2014); 
  10. la Reggia di Caserta (497.158, +16% pari a +69.019 ingressi).


Chicche come  il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (364.297), gli Scavi di Ercolano (352.365), le Cappelle Medicee (321.043), Paestum (300.347), il Museo Archeologico di Venezia (298.380) e le Gallerie dell’Accademia di Venezia (289.323) sono ancora più indietro. Più a sud della Campania non si va, non si rientra proprio in certe classifiche. Il grande assente nelle classifiche del Mibac è la Sicilia, in quanto si tratta di una regione a statuto speciale, ma trovo che sia un errore che non debba fornire i suoi dati al Mibac per avere un quadro complessivo dell'Italia. 

E i nostri cugini francesi, che situazione vivono? Beh, in Francia c'è stato un calo, ma i numeri sono questi per i musei più importanti di Parigi: Louvre 9.000.000, Musée d'Orsay 3.500.000, Centre Pompidour 3.000.000. D'altronde il Louvre è il museo più visitato al mondo, ma, seriamente, una differenza così eclatante con gli Uffizi, gli scavi di Pompei e il museo di Capodimonte, che manco risulta nell'elenco del Mibact, ci fa capire che c'è qualcosa che non va. 
Cos'ha l'Italia meno della Francia? Il Governo Francese ha recepito l'importanza della storia dell'arte, tanto che nel 2008 l'allora premier Sarkozy ha reso obbligatorio l'insegnamento della materia a partire dalle elementari, mentre in Italia, a partire dalla riforma Gelmini, abbiamo ridotto le ore e le cattedre. In meno abbiamo inoltre la capacità di attuare politiche di marketing adeguate, di utilizzare pagando i professionisti del settore, che ci sono, e il problema perenne della gratuità
Io sono contro i musei gratuiti. Se c'è un modo ingenuo per svalutare il nostro patrimonio, è deprezzarlo: nella mentalità dell'uomo medio, se qualcosa costa, è di valore, è di lusso e può darsi che si possa scatenare una reazione positiva di desiderio di raggiungere quel quid che possa elevarlo. Invece, in Italia, hai la possibilità di girarti i migliori musei gratis: è gratis la prima domenica del mese, è gratis il giorno del proprio compleanno, alcuni sono gratis se sei residente nella regione, altri lo sono per altre iniziative e giornate particolari. Eppure i dati ci dimostrano che nemmeno gratis c'è questa grande affluenza di pubblico, segno che la strategia non funziona, oltre al fatto che spesso mette piede in questi luoghi gente che si comporta in modo molto inadeguato (e pubblicherò prima o poi la mia esperienza di una giornata gratuita a Pompei). 
Caso anomalo sulla gratuità sono i Musei di Londra, ma meritano un approfondimento a parte. 

Insomma, alla fine siamo sempre il fanalino di coda della cultura, ha poco da esultare Franceschini.
Siamo la nazione con il maggior numero di siti UNESCO, la nostra importanza culturale è riconosciuta nel mondo, ma continua ad esserci qualcosa che non va. 

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