L'origine du monde Gustave Courbet, 1866, olio su tela, 46x55 cm, Museo d'Orsay, Parigi |
E' di qualche giorno fa la notizia che l'opera di Andres Serrano, Piss Christi, non sarà esposta al Photolux di Lucca, a seguito delle proteste di esponenti dell Lega Nord e di alcuni cattolici.
Niente di nuovo sul fronte occidentale, ma ciò che è indicativo è che, dopo quasi 30 anni, quest'opera fa ancora discutere. Vuol dire che tocca le corde giuste, perché l'arte questo deve fare, non essere decorativa.
Pure i grandi, che avevano le mani legate dalla committenza, riuscivano a far discutere e a tirare fuori il peggio dalle persone.
Penso ai due Michelangelo, il Buonarroti e il Merisi, che, per opere oggi fondamentali, ne subirono di critiche! Ho parlato giusto nello scorso intervento del Giudizio Universale della Cappella Sistina, censurato dopo il Concilio di Trento, ma forse Caravaggio fu quello più attaccato per il crudo realismo, per la sua interpretazione personale da temi ritenuti intoccabili.
Madonna dei Palafrenieri Caravaggio, 1605, olio su tela, 292x211 cm, Galleria Borghese, Roma |
La Morte della Vergine non rispettava l'iconografia classica e, addirittura, si dice che il pittore abbia utilizzato una prostituta annegata nel Tevere come modella per la Madonna. Che sia vero o no, è chiaro che questa storia, che risulta agli occhi di alcuni blasfema, è un modo per far sollevare le critiche di persone autorevoli e non. Così pure per la Madonna dei Pellegrini, con quei piedacci sporchi e martoriati in primo piano, ad altezza occhi del fedele, ma che, oltre a questo, mostrava di gradire una certa corrente pauperistica che serpeggiava nella Chiesa, che odorava di eresia, così come per la Madonna dei Palafrenieri. Anche qui ragioni di scandalo ufficiali e ufficiose da parte dei prelati, con poi la famiglia Borghese che, avendo dalla sua molto denaro e un raffinato gusto, decise di acquistare l'opera. Oggi ammiriamo Caravaggio come un dio sceso in terra, ma siamo ciechi di fronte alla sua storia.
Adoriamo pure Van Gogh, tanto che i suoi dipinti ce li ritroviamo sui calendari, sulle agende, come soggetto di puzzle. Peccato che l'olandese abbia venduto un solo quadro in vita sua e forse pure per pietà.
Pure l'opera di Gustave Courbet, datata 1866, crea ancora imbarazzi. Nel 2011 al Mart di Rovereto, fu inaugurata la mostra La Rivoluzione dello Sguardo e opera di punta era L'origine du monde del pittore francese. Il Comune, come era giusto, distribuì nelle scuole le brochure e le locandine dell'evento. Scoppiò la polemica da parte dei genitori di alunni delle elementari, perché la cosa era considerata disdicevole. Probabilmente, almeno alle elementari, questa mostra aveva bisogno di un mediatore, ma solo perché si parla di bambini e non per altre ragioni.
L'elenco delle opere scandalose sarebbe lunghissimo, ci metteremmo una vita a sciorinarle tutte. L'unica conclusione che si può trarre da queste vicende è che l'opinione è sicuramente personale.
Per tornare all'opera di Serrano, trovare brutta l'opera è legittimo, trovare l'artista un paraculo pure, scrivere recensioni e commenti negativi anche. Per mostrare dissenso basta non andare a vederla, ma, scusate, che bisogno c'è di impedire a chi vuole di andare alla mostra? Per me il direttore di Photolux ha sbagliato e concordo con De Luigi: non bisognava cedere, non bisognava scusarsi. Che poi, scusarsi di che cosa?
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