Sono in ritardo mostruoso. Scrivere di Pollo alle prugne ora è come commentare una notizia in differita, come annunciare la vittoria dell'Italia ai Mondiali del 2006.
Poco male, non è una recensione vera, ma forse sono un'impressione. La trama verrà svelata completamente, quindi se avete intenzione di leggerlo, sconsiglio la lettura.
Marjane Satrapi ha disegnato questo piccolo capolavoro e lo ha dato alle stampe nel 2004. Io l'ho conosciuto dopo aver visto il film nel 2012, scritto e diretto dalla fumettista iraniana. Solo qualche mese fa ho avuto la possibilità di leggere l'origine di tutto.
La trama è semplice:
il musicista Nassen Ali Khan decide di lasciarsi morire, perché sua moglie, durante un litigio, ha rotto il suo prezioso tar. Non riesce a suonare uno strumento diverso dal suo e prende questa amara decisione: si infila sotto le coperte del suo letto, non mangia più e attende la fine.
Siamo in Iran negli anni '50 e questa terra vive nello strano equilibrio precario tra tradizione e modernità.
Quello che pi conta in questa storia è legato alle emozioni del protagonista. La sua tristezza sembra non avere senso, sembra assurdo che sia così legato a uno strumento musicale.
Nei vari tentativi della sua famiglia di tirarlo fuori dal letto, lui ricorda solo episodi negativi della sua infanzia e della sua giovinezza. Ricorda i rimproveri della moglie quando comprò un paio di sandali rosa di vernice per sua figlia. Ripensa alla preferenza di sua madre per suo fratello Abdi.
Si arriva infine alla delusione d'amore che lo ha accompagnato per la vita per colpa del padre di lei, che non avrebbe mai concesso la mano di sua figlia a un musicista. Iniziano così una serie di scelte di vita sbagliate, strade prese per compiacere gli altri, come un matrimonio senza amore, da cui prenderà il via la formazione di una famiglia che non ama, caratterizzata dal disinteresse quasi totale per i suoi figli.
Il resoconto della sua vita è viziato dalla sua concentrazione sulla sola Irane, la donna che ha amato e che continua ad amare, ignorando tutto il resto. Non è capace di vedere oltre e, ad essere sincera, alla fine provo una gran pena per tutte le persone che sono intorno a lui, che soffrono della sua sofferenza.
La tenerezza più grande è suscitata da Mozaffar, il figlio più piccolo, chiaramente detestato da suo padre: non lo ha voluto, non hanno niente in comune, eppure è la persona che, nel marasma generale, tiene di più alla vita di suo padre e prega affinché non muoia.
Ed ecco che nelle ultime pagine viene mostrata la vera ragione della sua sofferenza. Nasser Ali aveva incontrato per le strade di Teheran la sua amata dopo lungo tempo e lei pare non ricordarsi di lui. Il musicista aveva fatto della sofferenza d'amore, condita con la speranza che idealmente il sentimento avesse continuato la sua esistenza nonostante le avversità, il fondamento della sua musica. Con quella negazione da parte di Irane e la coincidenza del litigio con sua moglie, Nasser Ali perde la voglia di vivere. La sua musica è finita, niente ha più importanza.
Nasser Ali non ha la mia comprensione, perché lo trovo decisamente pavido ed è finito per addossare agli altri colpe che riguardano solo lui. E' talmente vigliacco che sceglie di morire di inedia, piuttosto che farlo con un'azione decisa. E' la dimostrazione vivente che la nostra vita, alla fine, dipende da noi e che cedere alle pressioni altrui non fa altro che danneggiarci.
Marjane Satrapi mi ha colpita perché in questo graphic novel ad essere fondamentali sono le emozioni e i sentimenti. In meno di 100 pagine ha concentrato pochi avvenimenti e molte riflessioni, realizzando un lavoro molto diverso da Persepolis.
Pollo alle prugne racconta la perdita delle illusioni, che sono come il ricordo del sapore del piatto preferito del protagonista, il pollo alle prugne appunto, molto diverso da quello vero, che sua moglie gli prepara per convincerlo a non lasciarsi morire e che sputa schifato. Nasser Ali allontana da sé i problemi, rifugiandosi nella sua mente e poco vivendo il presente, la sua realtà. Rimprovera suo fratello Abdi per essere stato un dissidente politico ed aver creato problemi alla sua famiglia. Rimprovera l'azione, detesta suo figlio che dell'arte non si cura e vuole diventare un commerciante. Si crogiola nel suo letto, tra le coperte, sognando un mondo che non è, vivendo nei ricordi.
Grande lavoro per la Satrapi.
2 commenti:
Anche a me Pollo alle Prugne è piaciuto tantissimo, e per molto aspetti meglio di Persepolis.
Complimenti per il tuo Blog, lo trovo molto interessante!
"Pollo alle prugne" è decisamente più intimo, nonostante "Persepolis" sia un'autobiografia.
Grazie per i complimenti! Ai prossimi post!
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