giovedì 3 gennaio 2013

Il cinema d'animazione oltre la letteratura - Il castello errante di Howl: Miyazaki vs Jones

Howl e Sophie, di taka0801, Deviantart
realizzati seguendo le descrizioni del romanzo.
Non ho mai trovato intelligente realizzare delle classifiche delle arti. Non è possibile decidere a priori cosa sia di serie A e cosa di serie B. 
So che il mio è un pensiero minoritario, perché è molto più comune l'opinione che il fumetto e l'animazione siano solo puro intrattenimento, senza alcuna prerogativa artistica. 
Non avendo mai avuto la puzza sotto il naso nemmeno per i generi di letteratura (per me un giallo ha le stesse possibilità di essere un'opera di valore quanto un saggio e quanto un romanzo per ragazzi), non ho mai rifiutato di guardare film che per certe persone sono a priori delle schifezze e parlo di chi si crogiola nel cosiddetto cinema d'essai (a volte di una noia mortale e, se si leggono le recensioni, hai la sensazione che stiano parlando di qualcos'altro) e rifiuta senza possibilità un film hollywoodiano o d'animazione. 
Fatta questa premessa, uno dei registi che interpretano di più il mio pensiero e che è un grande esempio è Hayao Miyazaki. Non sono ancora riuscita a vedere tutti i suoi film, ma tra i miei preferiti c'è senza dubbio Il castello errante di Howl.
Questo film ha fatto meritare il Leone d'oro alla carriera al regista giapponese ed è davvero facile intuirne la ragione, ma ancora di più se si legge il romanzo da cui la sceneggiatura è stata tratta. 
Pochi sanno che a scrivere la storia del mago vanesio e affascinante è stata Diana Wynne Jones, autrice inglese, scomparsa un paio di anni fa, con alle spalle una trentina di romanzi e periodi di studio con C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien. Non possiede la capacità descrittiva e narrativa del secondo, di cui conosco l'opera, ma si comprende perché abbia scelto maghi e degli stregoni come protagonisti dei suoi romanzi. Il suo target è più basso quanto a età dei lettori, ma possiede una fantasia stuzzicante. 
Avendo letto il romanzo da cui è stato tratto il film di Miyazaki, ho compreso l'abilità del secondo di sublimare una storia che, per farla funzionare, era stata un po' intasata di personaggi, a tratti con poca utilità e ben sostituibili o, come ha scelto il regista, accorpabili, perché non erano altro che doppioni. Miyazaki ha scelto di puntare più sulla favola, a differenza della Jones: l'autrice svela tra le pagine che il mito mago Howl in realtà proviene dal nostro mondo, dal Galles per la precisione, rompendo il mistero di quel mondo che è stato costruito considerando gli stregoni come qualcosa di talmente naturale da farci considerare il castello errante quasi una componente del paesaggio. 
L'unica cosa che manca nella versione cinematografica sono i veri difetti di Howl, talmente vanitoso da rasentare il ridicolo. 
La letteratura in questo caso ha decisamente perso contro una trasposizione cinematografica di animazione che merita di avere molta più considerazione. E' ridicolo che l'animazione sia solo una categoria minore per moltissimi festival cinematografici ed è stupido considerarlo un genere per bambini. Spesso si tratta di film che possono competere e battere con una certa facilità film 'in carne ed ossa' per qualità. Miyazaki a parte, ci sono registi di qualità assoluta come Yuri Norstein (Il racconto dei racconti è stato acclamato come il film d'animazione migliore di tutti i tempi... purtroppo solo 'd'animazione'), o anche un altro russo Alexander Petrov, con Il vecchio e il mare, tratto dal romanzo di Hemingway, realizzato dipingendo fotogramma su fotogramma su vetro a olio con le dita. 
In Italia il momento d'oro dell'animazione è stato quello di Carosello, dove ogni pubblicità era un'opera d'arte realizzata con una semplicità capace di conquistare, un esempio su tutti la La Linea di Osvaldo Cavandoli.
Oggi la nostra nazione è più orientata sul commerciale con la realizzazione delle Winx di Igino Straffi, distribuito in 131 Paesi con una strategia di marketing notevole: una buona notizia in un periodo di crisi economica.

3 commenti:

Roke ha detto...

Ciao! Leggo di gusto il tuo ennesimo articolo interessante; ammetto che anche io in passato ho considerato i manga e l'animazione in secondo piano rispetto alla letteratura, salvo poi ricredermi dopo averne letti un paio e ancor di più quando mi hanno mostrato "Il mio vicino Totoro", il primo film d'animazione di Miyazaki che ho visto.
Dopo quello è stato amore, ho visto altri lavori di Miyazaki senior e junior, dello stesso Studio Ghibli e altri autori di film d'animazione giapponesi. Sono rimasta di stucco quando ho scoperto che anche Heidi, che avevo visto tante volte da bambina, era opera di Hayao M.! Io sapevo solo "Conan, il ragazzo del futuro", che aveva già degli accenti caratteristici. La nota di fondo che mi colpisce e mi piace di questa "categoria" (quella di Miyazaki ma anche più in generale quella dello Studio Ghibli, intendo) è quell'aura di una magia, seppure così concreta e semplice. Le storie contengono valori semplicissimi, ma difficili da trovare e per questo preziosi, accompagnati da un'atmosfera sognante che fa tornare a un'età più innocente anche chi bambino non è più; anzi, forse è proprio a questa categoria che la visione è più consigliata.
Non riesco a esprimermi bene a riguardo, perciò smetto, anche perchè chi li ha visti capirà subito di cosa parlo, e per chi non l'ha fatto l'unica soluzione è rimediare subito :)
Mai però mi sono dedicata alla lettura dell'opera scritta, nè mi sarei lontanamente immaginata che la storia di Howl fosse nata da una mente inglese... e io che pensavo fosse tutta roba che discendesse dalla cultura orientale!
Chiudo lasciando due suggerimenti di visione:
"Byousoku 5 centimeters" di Makoto Shinkai ( http://it.wikipedia.org/wiki/5_cm_per_second ) fatto di atmosfere ricreate con la luce e lunghi silenzi, "intimo".
"Omohide poro poro" di Isako Takahata (Studio Ghibli) che ho visto di recente e che mi è piaciuto moltissimo.
Buona, buonissima visione!

Roke ha detto...

P.S. Delle Winx mi par buona esclusivamente la rendita economica, diversamente sarebbe potuto essere per il fumetto W.i.t.c.h. pubblicato per Walt Disney che, quando lo leggevo, trovavo decisamente migliore.

Lucrezia M. ha detto...

Si legge su internet che una prerogativa di Miyazaki siano le eroine come donne forti e intraprendenti. Prendiamolo come spunto, va.
A parte questo, a me piace proprio quell'atmosfera di sogno, a volte incubo ('La città incantata'), che resta però a un livello mai eccessivo nel bene e nel male: non terrorizza, ma incuriosisce, non meraviglia ma ti infonde una dolce sensazione.
Dello Studio Ghibli ultimamente è stato proposto 'Arietty - Il mondo segreto sotto il pavimento' di Hiromasa Yonebayashi, sceneggiatura di Miyazaki. Anche questo è di un originale romanzo per bambini inglese.
L'abilità di Miyazaki e dello studio che ha fondato forse sta nel rendere i suoi film senza una vera e propria cultura di riferimento, proponendo dei valori universali che vanno oltre i limiti che noi stessi ci poniamo.
Io non sapevo nemmeno che Howl fosse il protagonista di un romanzo, vuoi anche per i titoli in giapponese che non aiutano! Quando l'ho rivisto per l'ottocentesima volta, ho scoperto il romanzo, che ho letto a scrocco grazie a internet (http://lacittaincantata.forumfree.it/?t=47573908).
Quanto alle W.i.t.c.h., le ho lette anche io fino a quando mia sorella ha comprato il fumetto. Sì, era più carino e in Giappone ne hanno fatto un manga di due soli volumi.
Le Winx sono un esempio di quanto, se si vuole, si può fare. Vanno bene fino ad una certa età, hanno questo limite, perché sì, per il principio che io non butto via niente senza verificare , mi sono pippata due serie e un film delle Winx.

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