giovedì 1 marzo 2018

Cowboy Bebop - Toshihiro Kawamoto, Shin'ichirō Watanabe

Lo so, lo so, sono sparita completamente dal blog. Una parte di me ha in mente esattamente cosa scrivere, l'altra si è particolarmente impigrita e sto cercando di conciliare queste due (e molte altre personalità all'interno della mia testa) per riuscire a realizzare tutto quello che vorrei.

Vi propongo un altro anime, perché mi sto dando all'animazione in queste fredde giornate, con tanto di neve: coperta, tazza di tè, bisottini e tanta voglia di meraviglia. Ne ho visti uno sproposito e tutti in blocco, due recenti, Sword Art Online e Shingiki no Kyojin, usciti qualche anno fa, ma oggi voglio parlarvi di uno un po' datato, Cowboy Bebop.


Prodotto nel 1998, è andato in onda in Italia su MTV che, per la prima volta dopo il taglia e cuci tipico di Mediaset, ce lo ha donato senza censure. All'epoca avevo visto solo qualche puntata qui e là, senza prestarci troppa attenzione, perché non amavo e non amo molto il genere fantascientifico, non riesco ad appassionarmi.  A causa di un canale Youtube, quello di Orion - Web Dubbing, che lo ha citato più volte in vari video, mi sono decisa a dare uno sguardo e ringrazio Netflix per permettere di guardarlo in lingua originale.
Spike, Jet, Faye, Ed con il cane Ein

Partiamo con le belle notizie: 26 puntate secche, la maggior parte autoconclusive e con una sottotrama che connette i vari personaggi, diretta da Shin'ichirō Watanabe e con il character design di Toshihiro Kawamoto. 

Siamo nel 2071 e sulla nave spaziale Bebop viaggiano i cacciatori di taglie Jet Black, proprietario del veicolo,meccanico ed ex poliziotto, e Spike Spiegel, ex membro del Red Dragon, un'organizzazione criminale. A loro si uniranno durante la serie altri compagni di viaggio: Ein, un cane superintelligente, Faye Valentine, una prorompente ragazza cacciatrice di taglie con un sacco di debiti, e Ed, una ragazzina genio del computer. Siamo in un'epoca in cui la Terra è stata abbandonata, dopo un incidente per un gate sperimentale che permetteva viaggi interstellari. La luna è stata investita dall'esplosione e sul pianeta c'è una continua pioggia di meteoriti, che ha costretto i terrestri o a vivere sottoterra o a fuggire altrove. Marte è diventato il centro del sistema solare.

I protagonisti hanno tutti alle spalle questioni irrisolte, un passato che li ferisce e con cui dovranno necessariamente fare i conti. Ne verremo a conoscenza puntata per puntata. A tratti malinconico, ricorda molto nel design e nella caratterizzazione i personaggi di Monkey Punch: Lupin, Fujiko e Jigen, ma estremamente più complessi, per quanto le gag comiche si sprecano.

Quello che colpisce di più è la colonna sonora, composta da Yuko Kanno, che per l'occasione ha fondato una jazz band per eseguire i brani. A quanto pare lei è stata influenzata dall'anime, ma anche Watanabe è stato influenzato dalle sue composizioni aggiuntive, che lo hanno portato ad aggiungere scene e puntate. I nomi degli episodi spesso sono titoli di brani della musica rock o jazz e il nome stesso dell'astronave, Bebop, richiama un particolare stile di jazz.

A distanza di 20 anni, resta un anime godibile, divertente, profondo e, per quanto siamo consapevoli che quel tipo di futuro sia irrimediabilmente lontano, il mescolarsi di oggetti futuristici e di oggetti retrò (oggi diremmo vintage, di modernariato) non la fa essere troppo estraniante dalla nostra realtà. Vedere delle Glock o delle Colt nelle mani dei personaggi, invece di pistole laser, addirittura nel 'cattivo finale' una katana, disgrega quell'ambientazione fantascientifica che mi disturberebbe.

E ora: sigla!


Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...