venerdì 20 febbraio 2015

Danni, furti, incuria e speculazione: i problemi dei beni culturali

La mia idea di archeologo a 8 anni.
Forse ci servirebbe oggi,
con un uso alternativo della frusta!
La cronaca negli ultimi giorni è stata particolarmente funesta riguardo i beni culturali del nostro Paese. L'ultimo episodio risale agli eventi di ieri, a Roma, in occasione di una partita di calcio tra la squadra di casa e il Feyenoord, dove gli hooligans ubriachi hanno scheggiato una delle fontane del Bernini in Piazza di Spagna, la Barcaccia, restaurata da poco. Le forze dell'ordine non sono riuscite a prevenire il disastro, nonostante i divieti di vendita di alcolici e le tenute antisommossa. Non sono stati presi i giusti provvedimenti, non si riesce a capire perché all'estero non arrivino a tanto, mentre in Italia si verifichino le peggiori conseguenze. 
Bisognerebbe farsi un esame di coscienza, gli enti prima di tutti gli altri, perché tutti i casi che nominerò sono dovuti a disguidi, rallentamenti burocratici e metodologie erronee nella gestione dei beni.

Molfetta e il Pulo
E' recente la notizia dei furti di cavi elettrici, cancelli e impianti. Un bene archeologico e naturalistico ha subito per l'ennesima volta scempi per l'incuria in cui è stato lasciato. Perché? La ragione è tutta burocratica. E' scaduta la convenzione tra Provincia di Bari e l'Associazione Consortile Polje, che permetteva la gestione del bene, organizzando visite guidate e una discreta vitalità al sito. Questa convenzione non è stata più rinnovata e la ragione è sconosciuta. Fatto sta che il sito è in stato di abbandono. Malignamente si potrebbe pensare che il mancato rinnovo sia dovuto a screzi politici tra Provincia e Comune, ma, ecco, dovremmo pensare che in Italia si pensi più a far passare in cattiva luce l'altro colore politico che al bene dei cittadini e del patrimonio pubblico. Vogliamo credere fermamente che non sia così, ma oggi, con l'abolizione della Provincia e l'introduzione della Città metropolitana, il Pulo potrà essere accantonato per molto tempo, come altre questioni, tipo il concorso per guide turistiche che si attende dal 2012. 

Bari Palese e il villaggio neolitico
Il villaggio, di cui non si conosce l'effettiva estensione, è stato letteralmente smantellato con il nullaosta da parte della Soprintendenza regionale ai Beni archeologici per l'edificazione di un complesso di ville. Si tratta di un sito neolitico di 8.000 anni fa, scoperto a Palese in area un tempo vincolata. Per magia il vincolo non c'è più e la Soprintendenza non poteva che dare l'ok. Presto ci sarà una manifestazione a Roma, ma le ruspe hanno già iniziato il loro lavoro. Anche qui le domande sono tante, in primis come mai è stato sciolto un vincolo su quei terreni, che leva è stata usata, perché, che lì ci fosse un villaggio neolitico, è dimostrato. Villaggio e necropoli, che però sembrano non avere alcun peso, perché la Soprintendenza avverte che è tutto in un terreno privato, quindi niente vincoli. 
"Donato Coppola, docente di Archeologia della Preistoria al dipartimento di Scienze dell'antichità dell'Ateneo barese, visto che "si tratta di resti di strutture di un abitato Neolitico che non hanno eguali nel panorama della Preistoria italiana per lo stato di conservazione delle testimonianze rinvenute. Sono stati scoperti pavimenti abitativi molto ben conservati nonostante abbiano perlomeno 7mila anni, e altre testimonianze riferibili alla vita quotidiana degli agricoltori del Sesto-Quinto millennio avanti Cristo, come ceramiche e soprattutto un unicum rappresentato da una statuina in pietra che, raffigurante la dea madre, è stata trovata in prossimità di uno scheletro e si può ipotizzare facesse parte di una deposizione rituale
Nulla di fatto, nonostante l'idea di Coppola e di chi ha lavorato allo scavo fosse quella di renderlo un parco archeologico, con potenzialità anche economiche e turistiche, ma, visto il Pulo di Molfetta, forse non siamo in grado di gestire questi beni. 

Herdonia
Di questo sito ho già parlato. Anche qui si tratta di una proprietà privata, ma i cui proprietari sono consapevoli del via vai di visitatori che, sapendo dell'esistenza del sito, un viaggetto nelle campagne della Capitanata lo fanno volentieri. Purtroppo non si può certo chiedere loro di occuparsi della manutenzione di un sito di grandi proporzioni, ma dovrebbe essere la Soprintendenza a dare direttive e ha investire per la creazione di un parco archeologico con tutti i crismi. 

Siponto
Per restare a Nord della Puglia, anche la città di Manfredonia ha il suo piccolo parco da reinventare, accanto alla Basilica di Santa Maria di Siponto, datata al XII secolo, ma con un palinsesto di epoca paleocristiana e romana, un villaggio medievale a 50 m (purtroppo tagliato in due dalla ferrovia) e le antiche mura romane a pochi metri. Non finisce qui, perché a poca distanza ritroviamo un altro sito neolitico e uno dell'età del bronzo. 

Con molto meno, altrove questi beni sarebbero delle risorse importanti per l'economia del territorio e non smetterò mai di portare l'esempio di Pompei (che ha subito l'ennesimo crollo, questa volta la Casa di Severus) con la mostra del British Museum: una differenza di incassi e di promozione da far impallidire tutti, alla faccia di chi dice che con la cultura non si mangia (cit. Tremonti).

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