sabato 15 giugno 2013

‘Sprite’ di Yugo Ishikawa: quando il tempo diventa un problema

'Dare tempo al tempo'. 'Chi ha tempo non aspetti tempo'. 'Il tempo guarisce tutti i mali'. 'Il tempo è galantuomo'. E potrei continuare ancora così con altri proverbi e modi di dire sul tempo.
Non la pensa alla stessa maniera Yugo Ishikawa, che nel suo 'Sprite', dà una visione completamente diversa del tempo, dei suoi effetti e del perché della sua esistenza.

“Il tempo non scorre allo stesso modo per tutti gli esseri umani…”
è la citazione d’apertura a ogni albo, pubblicato in Italia dalla GP Publishing originariamente e poi passato alla J-Pop. Questo passaggio di consegne ha bloccato per un po' la serie, che poi è ripresa e si è conclusa in 15 volumi. Si tratta di un manga seinen, ovvero per adulti.  Come sempre Tokyo è teatro di devastazioni, decessi e catastrofi, ma è il come ad essere completamente diverso dal solito.


Fin dalle prime pagine entriamo in contatto con la protagonista, Yoshiko Tokito, detta Su-chan dalle sue compagne di liceo. Dopo essere passata a lasciare un quaderno di appunti a un suo amico, un hikikomori, ovvero qualcuno che ha deciso di isolarsi completamente dalla società, tanto da non uscire più di casa e non avere nessun contatto con amici e parenti, assiste a uno strano fenomeno: dal cielo vede cadere della neve nera. Nessun’altro si accorge dello strano avvenimento, ma Yoshiko è certa di non esserselo immaginato.La ragazza ha un animo altruista e durante la giornata si occupa anche di un altro hikikomori, suo zio Shogo Tanaka. Shogo è rinchiuso in casa da dieci anni e passa la maggior parte del suo tempo impegnato in un gioco di ruolo online. Mentre la ragazza, con le sue amiche Kiriko e Miki, è nel suo appartamento, un’onda di acqua nera travolge tutta la città, supera l’altezza di molti edifici, ricordando uno tsunami, accompagnato da un terremoto dalla scossa lunghissima. All’interno dell’edificio i danni sono evidenti e da subito si teme il peggio.

Da qui prende corpo l’avventura a tratti macabra e a tratti ricca di azione. L’acqua nera invade i piani bassi del condominio di Shogo ed è impossibile uscire. Purtroppo tuffandosi in quella che si rivela fanghiglia più che acqua, si va incontro a una morte atroce. Nessuno può andare in loro soccorso e non possono chiamare qualcuno, perché nessun cellulare risulta funzionante.
In una situazione di forte incertezza, si aggiungono alcuni inquilini del condominio, sopravvissuti alla catastrofe, e degli strani bambini che sembrano essere letteralmente comparsi dal nulla sul tetto dell’edificio.
È Shogo a spiegare quello che sta accadendo, almeno una parte. La massa d’acqua nera non è altro che il tempo, distribuito tra gli esseri viventi del pianeta, e questo tempo è un derivato delle scariche elettromagnetiche che invadono la Terra, sotto forma di fulmini, e lo spazio, grazie a quel fenomeno denominato sprite.
Il tempo è il fattore principale dello svolgimento della storia, perché con il suo trascorrere cambia la città, cambia il rapporto con l’ambiente e le persone e i protagonisti della vicenda se ne accorgeranno a loro spese.

Sprite è un manga dall’atmosfera cupa, ricca di suspense, rivelazioni, situazioni complicate. Potrebbe rientrare in quello che è l’horror, grazie all’impossibilità di definire con certezza quello che sta accadendo ai protagonisti, come anche all’incapacità di comprendere chi o cosa sia dietro agli eventi, accompagnate da scene macabre degne di un film dedicato agli zombie. Non manca qualche momento allegro, ma la realtà nella quale si trovano a vivere i protagonisti non permette di lasciarsi andare al divertimento. Tra i momenti umoristici potrebbero essere inserite le visioni di Shogo: ha passato talmente tanto tempo impegnato in un gioco di ruolo online che, di tanto in tanto, scambia la realtà con quel mondo di fantasia. Paradossalmente sembra dargli qualche risposta per risolvere la situazione drammatica che sta vivendo.

La resa grafica è dal tratto realistico, adatto a veicolare una storia cupa. I volti maschili sono maggiormente caratterizzati, mentre conserva una certa morbidezza patinata per le donne e i bambini, privi di ombre sul volto, a parte che nei momenti drammatici. Abbondano le tavole contraddistinte dall’uso massiccio dei grigi e dei neri, quasi che ogni bruttura e ogni pericolo si nascondano nel buio, cosa non vera, perché in molti casi il pericolo coglie tutti in pieno giorno.

Le vignette sono posizionate spesso sovrapposte l’una all’altra, con tagli obliqui, se ne sono ospitate tre o più sulla stessa riga. Di solito una o due mostrano il volto in primo piano di uno dei protagonisti dell’azione. I paesaggi e le ambientazioni sono a tutta pagina o a mezza pagina, in modo da rendere più profondità possibile, con grande cura per i dettagli architettonici.

Sprite è un manga che può piacere a chi ha letto e sta leggendo Gantz di Hiroya Oku, manga che agli esordi mostrava lo stesso spaesamento nei protagonisti, scaraventati in una situazione al limite della sopravvivenza, senza avere nessuna chiave per comprendere la realtà, ma con momenti di azione più realistici.
Nei volumi successivi, la narrazione migliora, si aggiungono nuovi personaggi, vengono caratterizzati meglio i protagonisti e ci sono svolte impreviste nella trama, lasciando trasparire la miseria umana e la capacità di reagire insita nelle persone più improbabili.
Gli ultimi volumi sorprendono, il finale è interessante. 

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