Nulla di più falso.
Tokyo Magnitude 8.0 è un anime di 11 puntate per la regia di Masaki Tachibana e la sceneggiatura di Natsuko Takahashi. Racconta di un ipotetico terremoto dell'8° grado della scala Richter avvenuto nella capitale giapponese, densamente popolata, con tutte le conseguenze del caso. Analizza la vicenda dal punto di vista di due bambini, Mirai, ragazzina delle scuole medie, e del suo fratellino di dieci anni, Yuki.

Per poter passare del tempo con lei, chiede di poter andare ad una mostra di robot in centro, ben conscio del fatto che i genitori non potranno accompagnarlo e che verrà affidato a sua sorella.
E' lontano da casa, in un mondo dove i bambini in fin dei conti possono girare da soli, che i due si ritrovano nel bel mezzo di un terribile terremoto, dove ponti, palazzi, strade si sgretolano sotto i loro piedi. Le comunicazioni telefoniche sono impossibili e le certezze dei nostri cellulari scompaiono completamente. Isolati dal mondo, possono contare solo su loro stessi per tentare di tornare a casa e scoprire se i loro genitori sono sani e salvi.
Accanto a loro compare Mari, una donna vedova, che cerca di tornare a casa da sua figlia Ina e che, comprendendo la difficoltà dei due bambini, deciderà di accompagnarli.

Il punto di vista è sempre quello dei ragazzini: a volte diventano spericolati e fanno preoccupare la povera Mari, altre volte si lasciano andare alla disperazione. Mirai cerca di trattenere le lacrime ed evitare di preoccuparsi troppo, ma reagisce male all'ottimismo di suo fratello, che a volte, però, vacilla.
Il finale è estremamente commovente e non lo racconterò, perché le 11 puntate scorrono nella preoccupazione di scoprire se i due bambini si riuniranno finalmente ai loro genitori e se Mari riabbraccerà la piccola Ina, di soli quattro anni, lasciata con la nonna in quella sfortunata giornata.
Tokyo Magnitude 8.0 è un'opera delicata, che sì, dimostra in qualche modo le possibili conseguenze di un grande terremoto in una metropoli, studiando gli effetti di altri eventi sismici di grande portata, ma ci lascia guardare tutto dalla prospettiva di persone normali: non ci sono eroi, grandi imprese, salvataggi spettacolari, è tutto molto umano.
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