domenica 19 marzo 2017

Andrea Carandini e la gaffe del FAI

Andrea Carandini
In un giorno di festa come questo, dedicato a tutti i papà, e in cui di solito lascio spazio alla rubrica L'artista della domenica, mi sento in dovere di commentare un fatto grave.
Il presidente del FAI, Fondo Ambiente Italiano, il Prof. Andrea Carandini, importantissimo archeologo italiano, ha fatto delle dichiarazione mezzo stampa davvero insostenibili.
La segnalazione è stata fatta dalla pagina Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali.



Sono stati segnalati due passaggi sulla ormai annosa questione dei volontari.
Bisogna premettere che la questione del volontariato è di difficile gestione. Sia chiaro: i volontari in qualunque settore spesso riescono a sopperire ad alcune mancanze, riescono a tamponare disagi e rendono un grande servizio alla comunità. Il problema sorge quando vengono usati in sostituzione dei professionisti del settore. Per esempio: è importante avere dei volontari nel pronto intervento, pensiamo alla Croce Rossa, ma ci sono delle figure come quella del medico e dell'infermiere che non possono giustamente essere sostituite da un volontario, per quanto formato e con esperienza nel pronto intervento: se c'è da suturare una ferita o diagnosticare un trauma cranico serve il medico.
La stessa cosa vale per il settore cultura: va bene che ci sia il volontario a fare servizio d'ordine per l'apertura di un sito solitamente chiuso al pubblico, attività tipica del FAI, ma un professionista dei beni culturali fa ben altro che il guardiano e tanto meno riferisce solo quelle poche informazioni che può comunicare un volontario, magari ancora studente nella scuola dell'obbligo.

Dichiarazioni come quelle di Andrea Carandini

"Non vi è nessuno in Italia che conosca i luoghi speciali come i capi Delegazione [del FAI] e i loro volontari" "La narrazione presuppone la conoscenza,l'esposizione dei dati salienti e la passione di comunicare: una passione tipica dei volontari, che alle guide professionali sovente manca

sono offese per chi ha deciso di occuparsi della cultura a tempo pieno, per lavoro, impiegando anni nella sua formazione, una formazione che, lasciatevelo dire, non finisce mai. Considerando come si viene trattati in questo Paese, se non sei innamorato di questo lavoro, col cavolo che investi così tanto di te stesso in questo settore. Ecco perché le parole del presidente del FAI sono offensive.
A seguito di questa gaffe il FAI ha pubblicato un post su Facebook per tentare di riparare.




Carandini sa spiegarsi benissimo, sa scrivere benissimo, quindi l'idea che si sia spiegato male non regge e nemmeno quella che noi abbiamo capito qualcosa di diverso: le sue parole erano lapalissiane. Quello che emerge il contagio alla scelta scellerata che questo Stato sta facendo in campo culturale, tagliando, affidando il lavoro a volontari, ai ragazzi del servizio civile con rimborso spese, credendo (o millantando) che il lavoro sia solo quello che si vede all'apertura di un museo o di un sito archeologico, ignorando volutamente la ricerca scientifica e critica, la tutela, la valorizzazione, la didattica, il lavoro di organizzazione e allestimento della più piccola mostra fino alle grandi.
C'è ancora molto da spiegare e molto su cui lavorare per far diventare la cultura, e quindi il turismo, il motore economico per far riprendere questa Italia.

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