Eugéne Delacroix, La Libertà che guida il popolo, 1830, olio su tela, 235 x 260 cm, Louvre, Parigi |
Eugène Delacroix propose un dipinto rivoluzionario nel 1831 al Salon di Parigi. Era stato ultimato l'anno precedente per celebrare la lotta per la liberà contro il re di allora, Carlo X. La Rivoluzione Francese era lontana ormai nel tempo, Napoleone era diventato imperatore ed era stato esiliato a Sant'Elena, dove nel 1821 aveva esalato l'ultimo respiro.
Il popolo francese, però, ormai provato dai regimi assoluti, si era ribellato alla politica reazionaria dell'ultimo sovrano e dal 27 al 29 luglio del 1830 aveva messo in atto quelle che poi la storia ha consacrato le Tre Gloriose Giornate: la classe borghese, in particolar modo, riuscì nel fatidico intento di portare il re all'abdicazione.
La Libertà che guida il popolo mostra tutte le classi sociali unite nella lotta, guidate dalla personificazione della Francia, Marianne. La donna ricorda la Venere di Milo nella cadenza delle sue vesti, scoperta una decina di anni prima ed esposta al Louvre. Fu una rappresentazione scandalosa: la figura femminile è in abiti contemporanei e ha i seni scoperti, i peli sotto le ascelle e il berretto frigio, copricapo simbolo della lotta per la libertà. Sarà la prima delle opere di una lunga lista di pittori francesi che si renderanno protagonisti di scandali morali e sociali.
Marianne, in cima ad una composizione piramidale, guida il borghese, riconoscibile dal cappello a cilindro e l'abito da quacchero, e accanto a lui ad accompagnarlo nella lotta c'è un proletario, con la sciabola in mano, un ragazzino, al fianco della Libertà, che impugna due pistole. Ma la lotta è anche morte per alcuni: un soldato giace esanime alla base della piramide, accompagnato da un altro cadavere, che Delacroix ha mutuato da un suo collega, Théodore Géricault, dal dipinto La zattera della Medusa; una donna implora in ginocchio la Libertà e sui suoi abiti sono riproposti i colori della bandiera francese, bandiera che Marianne solleva verso l'alto. Una folla indistinta si trova alle spalle di questo gruppo principale, calpesta le macerie delle barricate per andare all'assalto della sede del potere tanto deleterio. La tecnica utilizzata per riprodurre questa folla sembra anticipare quello che sarà poi peculiare per gli Impressionisti, che guarderanno a Delacroix come a un maestro. Dipingere in modo indistinto i protagonisti dei disordini era anche un modo per permettere a chiunque di identificarsi in uno dei personaggi della grande tela.
Tutto è avvolto da un'aria fumosa, simbolo dei tumulti, delle sparatorie (ricordiamo che i fucili e le pistole di una volta fumavano) e, tra le coltri di polvere, è possibile riconoscere le torri campanarie di Notre-Dame, elemento architettonico che ci permette di capire esattamente dove siamo, dove è successo tutto questo.
La Libertà che guida il popolo è un quadro simbolo del Romanticismo, movimento che ha esaltato i nazionalismi, che ha rivolto lo sguardo alla contemporaneità, al sentimento, all'interiorità, al bello e al brutto indipendentemente. E' la prova che un evento così rivoluzionario sia accaduto davvero. E' un omaggio a Géricault, negli intenti dell'autore, citando l'opera del giovane amico, deceduto già da tempo.
Parlare di questo dipinto è stato in parte doloroso e in parte carico di speranze. Non si può osservare questa tela senza cogliere l'essenza politica che lo pervade, sarebbe come privarlo della sua ragione di esistenza, e non è nemmeno possibile non pensare al presente, a quello che succede oltre il Mediterraneo, che tanto i Francesi hanno influenzato, colonizzato, sfruttato e che ancora privilegia i contatti con questa nazione; non si può nemmeno non pensare a quello che succede al di qua delle Alpi, ma su questo argomento cala il sipario.
2 commenti:
Bello, mi piace quest'artista della domenica (e la rubrica, e l' "ospite del giorno"). Hai messo in evidenza molte cose che con occhiata superficiale non si notano, tolto delle curiosità...
A farci caso, anche il solo anagramma del titolo del quadro ci catapulta nel presente...
Peli sotto le ascelle :D forte Delacroix!
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