W.H. Hunt, Il capro espiatorio, 1854-58, olio su tela, 33,7 x 45,9 cm, City Art Galleries, Manchester |
Verità di natura. Tra i principi della Confraternita dei Preraffaelliti la verità di natura è stato forse il più importante. La fedeltà della rappresentazione di ciò che si osservava "dal vivo" era fondamentale. Essere sinceri, avere qualcosa da comunicare al pubblico era di vitale importanza.
Lo scriveva William Michael Rossetti, lo ribadì con più forza John Ruskin, famoso critico, nonché tra gli intellettuali fondatori del restauro.
William Holman Hunt prese alla lettera questo principio. Legato alle Sacre Scritture cristiane, la Bibbia era la sua fonte letteraria preferita. I suoi temi pittorici derivano per la maggiore dagli episodi della vita di Cristo, ma non mancano riferimenti simbolici all'Antico Testamento. Per essere fedele al modo di lavorare della Confraternita, decise di compere un viaggio in Medio Oriente. Si recò in Palestina, a Gerusalemme, per dipingere i volti dei veri ebrei, per dipingere la decorazione del Tempio, per riproporre degli arredi attendibili, veri appunto.
Tema che lo tenne impegnato per lungo tempo, in due versioni differenti, è sviluppato nel dipinto Il capro espiatorio. Partendo dall'antica tradizione ebraica di lasciare un caprone nel deserto, come offerta per le proprie colpe, elaborò una doppia valenza simbolica: una ebraica, l'altra con significati cristologici. Acquistò un caprone a Gerusalemme e si recò sulle rive del Mar Morto per recuperare un'ambientazione attendibile per la scena. Nel dipinto sono visibili teschi di caproni sacrificati in precedenza affondare nella sabbia, la stessa che accoglie anche il caprone scuro di Hunt, una sabbia di varie tonalità dell'azzurro, striato di giallo. Sullo sfondo, oltre il lago salato, una catena montuosa di azzurro intenso striata di rosso; un cielo pallido chiude la tela, mostrando il sole, probabilmente al mattino, e delle nuvole sulla destra. Dettaglio che sparirà nella versione successiva del dipinto è l'arcobaleno, che ripropone i colori primari, gli unici, ad un'osservazione attenta, che sono presenti nel dipinto. Osservando con attenzione si nota che la sabbia e il lago ospitano il riflesso dei monti.
Nella tradizione ebraica è inserita la profezia della venuta di Cristo, notoriamente rappresentato come un agnello; l'idea stessa del sacrificio si rifà alla storia della Giustificazione dei cristiani per mezzo del sacrificio di Gesù.
Hunt lavorò a lungo in Oriente, visitando anche l'Egitto, che però non lo entusiasmerà molto. Per la resa dei monti si aiutò con un binocolo, per poter osservare meglio la loro conformazione e renderlo in pittura in modo veritiero.
Il dipinto fu terminato in Inghilterra, ma questo non priva l'opera della sua capacità evocativa.
Gli obiettivi e le caratteristiche della pittura dei Preraffaelliti vivono ancora nella censura crociana in Italia e diventa estremamente difficile far comprendere la rivoluzione artistica che iniziarono ammirando anche un quadro apparentemente semplice come questo.
3 commenti:
ciao, scoperto per caso il tuo blog, io che sono poco addentro a questo tipo di canali comunicativi.Interessante, così come è interessante la tua disamina sul quadro di hunt e la conoscenza del mondo preraffaellita.Penso che tante persone conoscano "di vista" i quadri dei preraffaelliti ma come hai ben detto credo siano pochi in Italia a capire la vera portata del messaggio della confraternita( anche se tra i membri originali e i loro "seguaci" è gioco-forza opportuno fare dei grossi distinguo!)fin dove essi si siano spinti in tutte le arti e quali correnti artstiche alcuni di loro abbiano precorso- vedi simbolismo-Se già non è in tuo possesso ti consiglio il libro "William Holman Hunt and the pre-raphaelite vision", catalogo della mostra di 2 anni fa tenutasi a Manchester che ho avuto il piacere di ammirare. un saluto. Michele
I Preraffaelliti sono diventati un'ossessione per me. Sto lavorando sulla Confraternita per la mia tesi di laurea con difficoltà immense sul materiale da consultare. Mi sto occupando solo del gruppo vero e proprio, citando solo in parte Morris e Burne-Jones, altrimenti si aprirebbe una voragine colma di simpatizzanti, imitatori e quant'altro.
Terrò conto della segnalazione. Ti ringrazio!
ciao, grazie per la risposta. una tesi sui preraffaelliti? affascinante! ma su che argomento?. dal canto mio posso dirti che i preraffaelliti sono diventati un'ossessione qualche anno fa e posseggo talmente tanti libri -molto vecchi, vecchi e nuovi-che credo ormai da fare invidia a una biblioteca comprese anche alcune piccole chicche. inoltre mi sono messo a girare l'Europa a inseguire le loro mostre. Ultime visitate: Manchester con Holman Hunt, Stoccolma con una retrospettiva generale, Londra con Waterhouse, Berna con Burne Jones, Ravenna con l'esposizione italiana. settimana prox a Roma alla Gnam poi a fine mese a Birmingnam per una mostra dedicata ai loro disegni principalmente e Parigi al museo d'Orsay con le bellissime foto di Julia Margaret Cameron. Ti segnalo a fine anno un'ampia retrospettiva su Ford Madox Brown a Manchester e a fine 2012 alla Tate di Londra un'altra retrospettiva generale. Intanto allora buona continuazione e buon lavoro. Un saluto. Michele
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