martedì 23 aprile 2019

Gli Scacciapensieri (6) - Moschettieri del re: la penultima missione

Torna la rubrica Gli Scacciapensieri, iniziata parlando di libri che leggo per passatempo, telefilm che guardo per puro divertimento. Sono quelle produzioni che non sono di alto livello culturale e qualitativo, ma che hanno il loro perché, i loro motivi per essere apprezzate, diventando in parte un modo per rilassare le meningi.
Questa volta si tratta di un film. Non è la mia amata animazione, ma è una semplice commedia italiana. La ragione per cui l'ho guardata è il soggetto, tratto e ispirato a I tre moschettieri di Alexandre Dumas. Chi mi conosce personalmente sa che ho una smodata passione per questo libro, tanto che ho guardato tutte le trasposizioni cinematografiche e animate che avevano come protagonisti D'Artagnan, Porthos, Athos e Aramis. Forse perché non sono eroi perfetti, forse perché sono una squadra, forse per la cappa e spada, ma io questi quattro li adoro da quando ero bambina.

Moschettieri del re - La penultima missione è stato girato da Giovanni Veronesi in una location fantastica, quale la Basilicata (e in parte nei palazzi di Genova e Ariccia). Quando ho scelto di vedere questo film, non avevo idea di chi interpretasse chi: sapevo chi era nel cast, ma non avevo idea del ruolo che avrebbero coperto.

La trama è piuttosto semplice e in linea con i libri: la regina Anna convoca i moschettieri, non più di primo pelo e fuori servizio, per poter risolvere l'annosa questione dello sterminio degli ugonotti da parte del cardinale Mazarino, che ha sostituito il vecchio acerrimo rivale della corona Richelieu. Ne seguiranno intrighi, rapimenti, personaggi secondari di tutto rispetto, come il servo che si porteranno dietro: le figure dei servi nei libri sono presenti e hanno anche ruoli fondamentali in certe vicende, ma non in tutte le trasposizioni cinematografiche sono stati inseriti. Un po' di duelli, cavalli, osterie, buon vino e situazioni ridicole che fanno parte delle atmosfere dei libri (perché quella dei Tre Moschettieri è una trilogia).

Il punto è il cast e come ha interpretato i personaggi. Devo dire che vedere Rocco Papaleo nel ruolo di Athos è stato esilarante, ma di più è stato Sergio Rubini nel ruolo di Aramis e della sua intermittente vocazione, per non parlare di uno scoglionato Porthos interpretato da Valerio Mastrandrea. Quello che fa ridere è che hanno conservato il loro accento regionale, quindi uno parla con inflessione pugliese e con momenti che arrivano al dialetto puro, l'altro si lascia andare a un romanesco assurdo: sentir dire da Porthos "daje" è stato da morire. E poi c'era lui, Pier Francesco Favino, che ha dato vita a un D'Artagnan davvero deficiente, però che aveva il suo perché, specie messo a confronto con Athos: uno l'opposto dell'altro, che poi rispecchia benissimo i libri, visto che il più vecchio è un conte, colto, nobile d'animo, mentre D'Artagnan è il guascone, ignorante e che parla a sproposito.

Qui il motto dei moschettieri porta sfiga: Uno per tutti e tutti per uno non si può dire manco per scherzo. Il re è un adolescente insopportabile e la regina Anna, interpretata da Margherita Buy, è una donna sola che deve gestire e salvare in qualche modo la reputazione del suo Paese.

Per ultimo il finale a sorpresa. E' stato un finale commovente, evocativo, che chi legge, specie questo tipo di storie di avventura, coraggio, nobiltà d'animo, che fa del cavaliere (in questo caso il moschettiere) un paladino di virtù, del bene, nonostante non sia perfetto, anzi, decisamente imperfetto e manchevole, trova fondamentale: lasciarsi trasportare in un altro mondo per vivere un'altra vita, per fuggire in quella realtà altra e dare un senso alla propria. Con la fantasia tutto è possibile!

Un giudizio che posso dare è che questo film è molto più bello, attendibile, coerente rispetto alle ultime accozzaglie prodotte sul tema.
Orribile il film di Paul W. S. Anderson del 2011, quello con Orlando Bloom per intenderci, osceno anche D'Artagnan di Peter Hyams, del 2001, che cadde nel tranello degli effetti speciali stile La tigre e il dragone.
L'ultimo film ben fatto fu La Maschera di Ferro di Randal Wallace (1998) con degli strabilianti interpreti, Leonardo Di Carpio in testa.
I miei preferiti sono due: un film del 1948, diretto da George Sidney, con Gene Kelly nel ruolo di D'Artagnan e altri grandi, tipo Angela Lansbury, e quello del 1973 di Richard Lester, che gira in realtà una trilogia, con un elenco di attori che hanno fatto la storia del cinema: Oliver Reed, Richard Chamberlain, Christopher Lee, Geraldine Chaplin, Jean-Pierre Cassel (sì, il papà di Vincent), Faye Dunaway e Charlton Heston.

E vi lascio al trailer!




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