Questa è la prima copertina. Le facce gigione diventeranno splendide. Guardare le altre immagini sotto per capire. |
Sto parlando di Beck: Mongolian Chop Squad di Harold Sakuishi.
Pubblicata tra il 2000 e il 2008 (in Italia da Dynit), racconta le vicende di Yukio "Koyuki" Tanaka, un ragazzo delle medie, che fondamentalmente si annoia. Un giorno, mentre torna a casa, salva uno strano cane di nome Beck da dei ragazzini e fa la conoscenza con il suo proprietario, tale Ryusuke Minami, poco più grande di lui, chitarrista, appena tornato dagli Usa, dove ha suonato con i Dying Breed, gruppo grunge, il cui leader ricorda un famosissimo leader (ma non diciamo chi!).
A questo punto Koyuki inizierà a interessarsi alla musica, visto che fino a quel momento aveva seguito qualche idol senza troppa convinzione, ma di musica non capiva un'acca. Prenderà lezioni di chitarra da un vicino molesto, il signor Saito, con un pappagallo ancora più molesto, conoscerà la sorella di Ryusuke, Maho, decisamente diversa dalle tipiche ragazze giapponesi, in virtù del suo essere di origine americana.
Koyuki e Ryusuke decideranno di mettere su una rock band, che verrà chiamata Beck, come il cane.
Faremo la conoscenza del bassista, Taira Yoshiyuki, il più grande, patente-munito, che sarà un po' il fratello maggiore del gruppo, quello che cercherà di tenerlo unito nelle varie vicissitudini, ma che è anche quello più esigente e più maturo tecnicamente, tanto da essere corteggiato da altre band già abbastanza conosciute. E' modellato in parte su Flea dei RDCP.
Il più simpatico del gruppo è invece Chiba Tsunemi, rapper, che si occupa delle parti cantate nei brani più rockettari e vivaci, è quello che galvanizza il pubblico, quello che si lancia sulla folla, quello che ti fa ballare ed è chiaramente ispirato a Zack de la Rocha.
A chiudere il gruppo c'è il batterista, Yuji "Saku" Sakurai, coetaneo di Koyuki, che ha imparato a suonare grazie al fratello più grande ed è quello che dovrà impegnarsi di più, perché, come molti sanno, in una band un buon batterista fa la differenza.
I ragazzi inizieranno a scrivere canzoni, a provare insieme, a fare qualche concerto alle improbabili 6 del pomeriggio (in Giappone hanno una diversa concezione di "serate"), scopriranno il talento di Koyuki come cantante, che lascia tutti a bocca aperta, letteralmente, pubblicheranno timidamente qualche singolo.
Fin qui sembra la classica storia di adolescenti, invece no. Innanzitutto il motore di tutta quanta la faccenda è la chitarra di Ryusuke, Lucille, sì, come quella di B.B. King, rubata in America e appartenuta a tale Sonny Boy Waters, un blues man di tutto rispetto, anche qui ispirato probabilmente a un miscuglio di musicisti. La particolarità che fa sgranare gli occhi a tutti è che questa chitarra è crivellata da fori di proiettile. Si apriranno quindi scenari inquietanti sull'industria della musica, rappresentata da Leon Sykes, e della caparbietà di una band che sceglie la via indipendente, per quanto possibile. Non mancheranno vendette, rapimenti, scommesse, ricatti, rotture, sparatorie, morti sospette, complotti.
Il manga conta 34 volumi e si divide in due parti e la prima termina dove si è fermata la trasposizione animata. Purtroppo, arrivando fin lì, restano in sospeso tante sottotrame e non si capisce il perché del sottotitolo: Mongolian Chop Squad. Per spiegarlo posso dire che, come recita la sigla di apertura dell'anime, Hit in the Usa, ad un certo punto arriveranno negli Stati Uniti e, siccome di band che si chiamano Beck ce ne sono già due, per distribuire il loro album sono costretti a scegliere un nome aggiuntivo, che creerà una serie di equivoci esilaranti.
Il disegno migliora tantissimo, diventa fluido, meno gigione, i personaggi acquistano espressività rispetto alle facce gommose dell'inizio. Divertenti le copertine degli album più famosi reinterpretate o le magliette dei gruppi rock con una lettera cambiata per motivi di copyright, ma riconoscibili, per non parlare dei ritratti di leader quali Kurt Cobain, John Lennon, Freddie Mercury e aneddoti, locali famosi dove hanno suonato o studi di registrazione. L'unico vero difetto è che l'inizio è un po' lento e con inizio intendo i primi 3-4 volumi almeno. Passato lo scoglio, si naviga veloci.
Il disegno migliora tantissimo, diventa fluido, meno gigione, i personaggi acquistano espressività rispetto alle facce gommose dell'inizio. Divertenti le copertine degli album più famosi reinterpretate o le magliette dei gruppi rock con una lettera cambiata per motivi di copyright, ma riconoscibili, per non parlare dei ritratti di leader quali Kurt Cobain, John Lennon, Freddie Mercury e aneddoti, locali famosi dove hanno suonato o studi di registrazione. L'unico vero difetto è che l'inizio è un po' lento e con inizio intendo i primi 3-4 volumi almeno. Passato lo scoglio, si naviga veloci.
Uno dei meriti dell'anime è quello di aver creato una colonna sonora ben fatta, chiamando a raccolta i gruppi musicali di j-rock e questa è una caratteristica tutta loro: già le sigle di apertura e chiusura degli anime non sono mai bambinate, per quanto si possa amare Cristina D'Avena, ma sono brani veri che vengono passati in radio, in questo caso tutto è dello stesso livello. Va tenuto conto che il rock giapponese strizza molto l'occhio agli Stati Uniti, ma li perdoniamo.
Insomma, se ne avete la possibilità, vi consiglio di partire in tour con i Beck e ora, sigla!
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