L'anno scorso i Trolls sono finiti al cinema per Dreamworks e le bacheche dei social sono stati invasi da arcobaleni, glitter, roba scintillante e colorata abbastanza inquietante. L'effetto è stato simile ad Inside Out: gli adulti erano quelli più galvanizzati dall'uscita del prodotto cinematografico, condito da Justin Timberlake, che sembra aver fatto un patto con il Diavolo e non invecchiare mai: è davanti ai nostri occhi dall'epoca degli N' Sync, stesso periodo dei Trolls e dei ciuccetti malefici!
Purtroppo, esattamente come per Inside Out, questo film mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Intanto va considerato che il film è decisamente una storia per bambini, nonostante i protagonisti abbiano più di 20 anni. La trama è talmente semplice che potrebbe essere una puntata di una qualunque serie animata per bambini, gradevole fino ai 10 anni al massimo.
I Trolls sono creaturine canterine e colorate che vivono su un albero. Purtroppo per loro, sono considerati la fonte di felicità dei Bergen: mangiandoli, questa specie di orchetti, prova la vera felicità, tanto che hanno anche un giorno speciale, il Trollstizio, dove consumare questa specie di puffi.
Per sfuggire a questo destino crudele, a un certo punto i Trolls decidono di scappare, ci riescono e per i Bergen, in particolare per il Principe Gristle, che non ne ha mai assaggiato uno, la felicità è finita. Chef, colei che si dilettava a cucinare i Trolls, perde il suo lavoro e inizierà a dar loro la caccia: praticamente una Gargamella in gonnella.
Nell'innumerevole massa di Trolls colorati e canterini, guidati dalla Principessa Poppy, solo uno è grigio, non ama cantare e detesta il comportamento dei suoi simili: Branch. Nel tempo si scoprirà perché è grigio e preferisce non cantare, non è importante saperlo adesso.
Chef-Gargamella scopre il nuovo nascondiglio dei nanetti e ne cattura qualcuno. Da qui Poppy e Branch partiranno per riuscire a salvare i propri simili. Non vi racconto il finale, in caso qualcuno abbia voglia di guardare il film.
Passiamo alla nota dolente: la colonna sonora e il relativo doppiaggio. Justin Timberlake, che l'ha prodotta, in lingua originale doppia il personaggio di Branch, mentre Poppy è doppiata da Anna Kendrik, con una lunga esperienza nei musical. Non mancano cantanti di professione, come Gwen Stefani o addirittura Icona Pop, un duo di cantanti svedesi.
In originale la colonna sonora è pure gradevole, considerato che cantano ogni due per tre: brani come The Sound of Silence dei Simon and Garfunkel, True Colors di Cyndi Lauper, September di Earth, Wind & Fire, addirittura Clint Eastwood dei Gorilaz... il problema è che nella versione italiana hanno tradotto le canzoni.
Io sono arrivata alla scena in cui accennano il brano dei Gorilaz e non ce l'ho fatta più: avendo Sky, ho potuto scegliere l'audio originale e risparmiarmi:
"Ecco i tuoi colori nascono, vedo i tuoi colori, so che ti amo, e dentro di me con te io so che i colori, i colori rinascono",traduzione scellerata e inascoltabile del ritornello di True Colors
"And I see your true colors shining through, I see your true colors and that's why I love you, so don't be afraid to let them show your true colors, true colors are beautiful"Per carità, Elisa (Poppy) ed Alessio Bernabei (Branch) sono bravi, ma è proprio l'idea di tradurre dei brani anche famosissimi ad essere pessima. E qui si capisce dove sia il problema di questo film che, in italiano e suppongo anche in altre lingue, è stato risolto con una traduzione dei brani: il film e per bambini, mentre la colonna sonora è ben scelta e solo un adulto può cogliere le citazioni di Diana Ross e Lionel Richie, oltre tutti gli altri citati e non, e ad essersi sciroppato l'anno scorso Justin Timberlake che cantava e ballava Can't stop the feeling a tutte le ore, diventato in traduzione Tu puoi sentirla...
Alla fine nulla, non mi è piaciuto, a parte la colonna sonora originale.
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