Il bacio, A. Rodin, 1091-4, marmo, 182,2x121,9x153 cm, Tate Modern. Londra |
Sensuale, bellissima, umana, la scultura Il bacio di Auguste Rodin è capace di sintetizzare l'amore sensuale in pochi semplici tratti. Non gesti calcolati e teatrali, ma veri e passionali, quelli che ognuno di noi è in grado di provare.
Facciamo un passo indietro. Rodin è un artista che in qualche modo rompe con l'Accademia, ma che in Accademia avrebbe voluto essere accolto o almeno riconosciuto. La sua formazione avviene nel periodo dei revival, lasciando poi il passo alla rottura con l'Accademia, con movimenti pittorici, come l'Impressionismo, e artisti bohémien. La sua formazione non era stata incentrata sul neoclassicismo in voga, ma aveva dato largo spazio alla scultura del XVIII secolo, realizzando poi dei viaggi in Italia alla scoperta di Donatello e Michelangelo.
I suoi richiami ad artisti rinascimentali e barocchi, come Michelangelo Buonarroti e Gian Lorenzo Bernini, appunto, è evidente, tanto che non risulta difficile comprendere che ha mutuato senza troppe remore dal primo il non finito e dal secondo il carpe diem, tipico di uno stile molto più scenografico, capace di cogliere momenti particolari. Il tratto tipico di Rodin è la forte umanizzazione, il realismo, l'attenzione all'individuo, centrale nelle sue composizioni.
Il suo lavoro più imponente fu sicuramente la Porta dell'Inferno, opera incompiuta e sulla quale lavorò per quarant'anni. Il programma iconografico si basava sull'Inferno di Dante Alighieri, gli studi furono innumerevoli e alla fine riuscì a trarne dei lavori indipendenti, tra cui il Pensatore, l'opera forse più conosciuta, e Il bacio.
Rappresenta due amanti, Paolo e Francesca, raccontati nel V Canto del poema dantesco. Sono rappresentati prima che il marito di lei, oltre che fratello di Paolo, li scopra e li uccida. Rodin mette in evidenza il gesto sensuale, il momento intimo tra i due amanti, la mano di lui possessiva sul fianco di Francesca e lei che abbraccia saldamente l'amato. Non c'è una collocazione precisa nello spazio, ma sembrano emergere dal marmo bianco, richiamando i Prigioni michelangioleschi, ma anche le tensioni muscolari vibranti e realistiche che superano l'idealizzazione delle figure del fiorentino, riuscendo ad arrivare dove questi, a causa della mentalità e della sua epoca storica non avrebbe mai potuto fare (per quanto a un certo punto sintetizza in modo avanguardista certi pensieri).
Se l'aspetto può sembrare ancora idealizzato, di certo non lo è l'espressività, che può essere associata al suo contemporaneo Klimt: affrontano temi analoghi e hanno una analoga capacità di indagare l'umanità, pur con risultati estetici completamente diversi, sia per tecniche che per resa. La sensualità è identica, considerando opere di analogo spessore.
Di questa opera ne esistono tre versioni in marmo e diverse riproduzioni più piccole in diversi materiali e Rodin incoraggiò la diffusione delle piccole sculture.
Ah, dimenticavo, auguri agli innamorati... dell'arte!
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