Son Goku - Saiyuki, Kazuya Minekura |
Il primo manga che ho letto in
vita mia è stato Dragon Ball di Akira Toriyama. Probabilmente si tratta di un
manga scontato, visto che all’epoca, parlo del lontano 2000, era diventato
famosissimo per i passaggi in tv della versione animata. I miei albi erano già
una ristampa, quindi non era esattamente una novità editoriale.
Il protagonista di Dragon
Ball è Son Goku. Si tratta di un personaggio che fa parte della
mitologia orientale, non è un’invenzione del Sensei. Le sue origini si perdono
nel tempo e probabilmente sono più antiche di quanto sappiamo.
E’ uno dei protagonisti di un
romanzo popolare, uno dei grandi romanzi cinesi redatti in lingua parlata,
ovvero non era incluso in quella che era la letteratura ufficiale. Si tratta di
un romanzo che è insieme romanzo di formazione, cavalleresco, religioso,
satirico, un grande racconto di viaggi.
Il titolo ufficiale lo rivela: Xiyou Ji, ovvero Viaggio
in Occidente. La sua stesura risale probabilmente al 1570 da parte di
Wu Cheng’en.
Raccontare nel dettaglio la marea
di personaggi che prendono parte al ciclo di storie sarebbe lungo, lunghissimo!
In più di mille pagine si parla di dei, dell’Imperatore di Giada, di Buddha, ma
anche di animali parlanti, monaci e draghi. Non mancano le battaglie, i
trabocchetti e le massime zen.
Il filo conduttore del romanzo
passa attraverso il tema del viaggio: il monaco buddista Tripitaka, l’unico
uomo di tutta la storia, deve compiere un viaggio in Occidente, precisamente in
India, per conto dell’Imperatore della Cina, con lo scopo di recuperare degli
scritti, dei Sutra, del Buddha. Tripitaka si procura tre compagni di viaggio e
un cavallo in modo rocambolesco e parte per l’avventura, costellata da incontri
con demoni e mostri, affrontando prove e battaglie.
La prima parte del romanzo è dedicata a Son Goku, in cinese Sun Wukong, per gli amici Scimmiotto. E’ lui il vero protagonista del romanzo, quello che si prende gioco di tutti, compresi gli dei. La descrizione dell’aspetto del personaggio non è edificante: è una scimmia brutta, con le gambe storte, piccoletta e tutta muscoli. Conserva le caratteristiche delle scimmie: è curioso, dispettoso e si diverte a imitare gli altri. Scimmiotto è anche un grande esperto di arti marziali. E’ allegro, ma si incollerisce facilmente.
Goku - Dragon Ball di Akira Toriyama |
Son Goku non è una scimmia
normale, è chiaro. Viene generato dall’unione del Cielo e della Terra, in cima
a una montagna che,
“a lungo accarezzata, finì per essere penetrata da un pensiero, si ritrovò divinamente incinta e un bel giorno si spaccò, partorendo un uovo di pietra grande come un pallone. Esposto all’aria aperta, esso si trasformò in una scimmia provvista dei cinque sensi e munita delle quattro membra”.
E’ difficile classificare la
natura di Son Goku, tanto che l’Imperatore di Giada, una sorta di Zeus
dell’Olimpo orientale, prima si incuriosisce, poi lo giudica una scimmietta
qualunque.
Scimmiotto si autoproclama re di
un gruppo di scimmie, ma subito si mostra insoddisfatto, perché desidera
l’immortalità. Va alla ricerca di un maestro per imparare il Tao, che gli
affibbia un nome: Sun, ovvero Scimmiotto, e Wukong “consapevole del vuoto”.
Già nel romanzo ha la sua bella
nuvola su cui spostarsi e il suo bastone che si allunga e si accorcia a piacere,
proprio come il Son Goku di Toriyama.
Purtroppo Schimmiotto non è mai
contento, viaggia dappertutto e finisce per autoproclamarsi Grande Santo Uguale al Cielo e
l’Imperatore di Giada è costretto a intervenire. Lo accoglie nel Mondo Celeste,
ma Son Goku non ha rispetto per le gerarchie, quindi l’Imperatore gli affida un
compito, nominandolo custode del
Frutteto delle Pesche dell’Immortalità. Cadendo nell’ozio, mangia quasi tutte
le pesche, crea scompiglio perché non invitato a una festa ufficiale, si
imbuca, si abboffa e si mette a bere “come
lo scarico di un lavandino”. Se la dà a gambe per paura delle conseguenze. Combina
altri guai ed è Buddha a intervenire, imprigionandolo sulla Montagna dei Cinque
Elementi.
Sarà poi Tripitaka a liberarlo e
a costringerlo ad obbedirgli, grazie a un berretto d’oro che si stringe sul suo
capo con una formula magica.
Jan Kug Starzinger di Lieiji Matsumoto |
Raccontando la storia
dell’origine del mito, probabilmente molti si saranno accorti delle somiglianze
che alcuni personaggi dei manga e degli anime hanno con questa scimmietta irrequieta.
Soltanto in due casi si conserva
il nome del protagonista e si rende facile il riconoscimento. Oltre al
conosciuto Goku di Dragon Ball, un altro Son Goku è comparso negli ultimi anni,
come uno dei protagonisti di un manga che riprende quasi in toto la storia del
viaggio in Occidente, Saiyuki di Kazuya Minekura, che è la
traduzione in giapponese del titolo del romanzo cinese. In questo caso vengono
rispettati in modo più sistematico alcuni aspetti del romanzo e del
personaggio, a parte la capacità di “cavalcare
le nuvole”: ha il suo bastone, un diadema dorato, uno spirito irrequieto e
la sua forza e abilità nelle arti marziali.
Recentemente il personaggio di
Son Goku è stato citato anche in un altro manga che con Dragon Ball ha molti
legami, Naruto di Masashi Kishimoto. E’ solo una figura di passaggio,
ma fa capire come il suo mito in Giappone sia costantemente rivisitato.
Molto più camuffato è in un manga
poco conosciuto, rispetto alla sua versione animata, dal titolo Science
Fiction Saiyuki Starzinger di Leiji Mastumoto, noto ai più solo come Starzinger.
La storia del viaggio resta sempre la stessa, ma i personaggi si discostano un
po’ dagli originali. Son Goku è diventato il ribelle Jan Kug: è stato in parte
anagrammato il nome, ma, se anche fosse stato diverso, la sua arma spaziale non
è altro che una versione tecnologicamente avanzata del bastone che si allunga e
si accorcia e possiede il diadema dorato che permette alla Principessa Aurora
di sottometterlo, quando mostra segni di ribellione.
Le storie di Scimmiotto sono
state rese un fumetto e un anime ancora prima degli anni ’70, epoca in cui
Matsumoto rivoluzionò il fumetto science fiction. Esistono versioni datate 1967
e 1952, entrambe firmate da Osamu Tezuka, l’autore di La Principezza Zaffiro, Astroboy
e Black
Jack. Il manga del 1952 divenne un film, ribattezzato in Italia Le
tredici fatiche di Ercolino, secondo quello che era l’uso del tempo dei
riadattamenti in salsa nostrana delle leggende orientali. Non stupitevi, se non
immaginavate nemmeno che dietro Ercolino ci fosse Son Goku.
Son Goku, il tetracoda Naruto di Masashi Kishimoto |
La scimmia ribelle, il semidio,
il Santo Uguale al Cielo ha ispirato molti, è diventato un mito conosciuto e si
è reso protagonista o comparsa di molti manga. Anche Milo Manara si è lasciato
contagiare dal personaggio con una storia del 1976, intitolata Lo
Scimmiotto.
Son Goku resta uno dei personaggi
che hanno più stimolato l’immaginazione dei mangaka giapponesi, è uno dei
personaggi più amati nella tradizione orientale e il suo mito probabilmente ha
origini molto più antiche, che si perdono tra gli dei indiani, di
quell’Occidente verso cui il viaggio è rivolto.
Se qualcuno volesse leggere le
avventure del Viaggio in Occidente, l’unica versione integrale la trovate su Liber
Liber, in maniera completamente gratuita.
N.B.: questo post era stato pubblicato su Inchiostro, un sito dedicato alla letteratura. Ad oggi il post non è più reperibile su quella piattaforma.
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