Ho sempre pensato che spesso si ha la tendenza a considerare i poeti e gli artisti privi di qualsivoglia difetto caratteriale. Nulla di più falso.
Falsa è anche l'idea che l'arte e la poesia raccontino la verità.
Non sempre si usa la poesia per rivelare l'intimo sé stesso, ma si possono anche veicolare emozioni e sentimenti che si vorrebbero provare, ma che, per qualche ragione, non fanno parte della propria quotidianità.
Uno dei poeti che mi ha sempre affascinato in questo senso è John Keats. E' uno dei maggiori esponenti del Romanticismo inglese ed è famosissima la sua poesia intitolata "Leggiadra stella", dedicata alla donna che amava, Fanny Brawne.
Leggendo le sue poesie sembra tutto bellissimo: dall'innamoramento per la sua vicina di casa al sentimento sincero che li lega.
Tutto cambia quando si legge lo scambio epistolare tra i due (in realtà solo quelle scritte dal poeta, perché quelle scritte da Fanny furono distrutte su ordine di Keats stesso). Le lettere di Keats conservano qualche slancio amorevole verso la ragazza, ma quello che serpeggia tra le righe, e a volte emerge prepotentemente, è una sorta di invidia nei confronti di Fanny.