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Francisco Goya, Il funerale della sardina, 1816, olio su legno, 82,5x52 cm, Museo de la Real Academia de Bellas Artes de San Ferdinando, Madrid |
Amo il Carnevale. Trovo sia un momento dell'anno particolare e, a parte quelli che sono i carnevali noti, quelli turistici per così dire, c'è un mondo dietro questo evento, che ha perso molte delle sue caratteristiche.
Non è una festa religiosa, ma è quanto di pagano è rimasto senza implicazioni legate a qualche chiesa o a qualche santone. E' semplice mondo alla rovescia, luogo in cui è lecito impazzire.
La tematica carnascialesca è stata affrontata da pochi artisti e perlopiù in incisioni. Goya è stato molto prolifico in questo. "Le Follie" possono essere un chiaro esempio, con animali umanizzati, uomini incinti, donne barbute e prese in giro delle classi aristocratiche e alto-borghesi.
Il funerale della sardina è uno degli oli legato a questo momento dell'anno. Viene rappresentata una delle tradizioni madrilene più importanti. Si tratta di un corteo funebre, chiaramente tenuto da una serie di maschere buffe, che si conclude con il seppellimento della Sardina. Questa sardina però è sagomata con carne di maiale, alimento tipico del Carnevale, mentre, per controparte, il pesce viene consumato nel periodo quaresimale. Un gioco di rovesciamenti, essenza del periodo.
Della sardina non c'è traccia nel dipinto. Resta solo il corteo ubriaco, inclinato, privo di stabilità, ma che di certo mostra una mobilità che, nello sfondo, diventa sempre più indistinta.
Le maschere sono inquietanti: diavoli e teschi esorcizzano la paura della morte, il terrore della tentazione che fino a quel momento è stata lecita, ma che dal giorno successivo, con l'inizio della Quaresima, diventerà peccato.
Un orso e un cacciatore spuntano sulla sinistra del quadro e anche il questo caso si ha a che fare con le tradizioni carnevalesche, rintracciabili anche in Italia.
Il primato di Goya risiede nella rappresentazione di una folla disordinata, che non ha una composizione chiarita dalla tradizione, ma la inventa partendo dalle sue incisioni, dagli schizzi disegnati in giro per la città.
C'è solo uno schizzo dello stesso spagnolo sullo stesso soggetto, dove però protagonisti sono religiosi che vincono sul carnevale.