Uno
dei generi di manga che ha sempre avuto un seguito, ma che molti snobbano quasi
fosse un genere minore, è quello legato allo sport. In Giappone vengono
chiamati spokon e sono davvero molti
quelli diventati famosi. Chi è della generazione degli anni ’80 ha sicuramente
passato i pomeriggi a guardare anime
come Capitan Tsubasa (Holly e Benji) e
Attacker YOU (Mila e Shiro).
Si
celebra la tenacia, l’impegno, la fatica che verranno premiate con la vittoria.
Sono temi molto cari al Paese del Sol Levante e questo fa sì che ne vengano
prodotti sempre, costantemente, senza perdere colpi. Gli sport sono tanti,
d’altronde!
Uno
spokon anomalo e forse anche
difficile da inserire in questo genere è
Real – l’altra faccia del basket di Takehiko
Inoue.
A
questo punto il Sensei alza il tiro e inizia a disegnare nel 2001 Real. Lo definisce il progetto che ha
sempre avuto in mente, il desiderio che si realizza. Real è l’altra faccia del basket, un altro tipo di pallacanestro,
quella praticata dai disabili in carrozzina e qui la faccenda si fa pesante. Se
con Slam Dunk eravamo abituati alla goliardia interrotta brevemente, ma
senza esagerare, da episodi seriosi, qui si rovescia tutto, perché parlare di
disabilità non è cosa semplice.
I
tre ragazzi protagonisti vivono tre storie diverse, destinate a incrociarsi. Ciò
che hanno in comune è l’incontro brutale e traumatico con la carrozzina.
Tomomi
Nomiya è il primo dei tre che incontriamo. Lascia il liceo in seguito a un
incidente stradale dal quale è uscito quasi indenne nel fisico, ma non nello
spirito. Si porta sulle spalle un senso di colpa molto grande. Nell’incidente in
cui è rimasto coinvolto, e che vediamo in un breve flashback, è rimasta ferita
una ragazza, rimorchiata qualche minuto prima per strada e invitata a salire
sulla sua moto: Natsumi Yamashita è in sedia a rotelle. Tomomi tenterà di esserle
utile e forse essere perdonato da lei per quello che ha causato. Le farà visita
molto spesso, regalandole specialità culinarie provenienti da tutto il
Giappone, ma Natsumi non gli rivolgerà la parola per lungo tempo e quando
deciderà di parlargli lo definirà ‘la sua
disgrazia’.
Tomomi
è anche il gancio degli due protagonisti. Un giorno, in una delle sue visite a
Natsumi, decide di portarla fuori dalla clinica. All’interno di una palestra
scolastica i due si imbattono in uno strano ragazzo in carrozzina, molto
agguerrito, che gioca a basket. Si tratta di Kiyoharu Togawa, ex centometrista
che ha subito l’amputazione di una gamba in seguito alla scoperta di un osteosarcoma.
Kiyoharu inizia a giocare a basket in carrozzina grazie all’incontro con Tora,
un tatuatore giapponese, fondatore della squadra dei Tigers. Purtroppo non ha
un gran spirito di squadra ed è per questo che si allena da solo.
La
riabilitazione, riprendere in mano la propria vita, la capacità di trovare
un’alternativa a quello che erano i propri desideri, accettare la diversità e
scoprire nuove capacità e nuovi limiti sono i temi che Inoue affronta. Non
ultimo e non meno importante è la scoperta delle relazioni autentiche tra le
persone, quello che resta quando non si è più alla ribalta o non si vive un
momento felice.
La
pubblicazione di questo manga è molto lenta. Il Sensei lavora saltuariamente e
in modo irregolare a questa serie, arrivata al volume 14, sia in Giappone che
in Italia, pubblicato dalla Planet Manga. La cadenza è diventata annuale.
L’ultimo volume è stato stampato nel giugno 2015, ma sono in lavorazione le
ristampe dei primi volumi, usciti nel lontano 2004, per chi entra in contatto
solo ora con questa serie.
La
caratterizzazione dei personaggi è estremamente curata nel disegno, molto
realistico nel rispetto delle fisionomie giapponesi o comunque orientali:
niente occhioni grandi, ma tratti somatici che contemplano anche “difetti” come
borse sotto gli occhi, rughe, calvizie e nasi a patata. Il tratto è pulito e
netto. Le tavole a colori e le copertine mostrano l’abilità del mangaka con i
pennelli. La maturità artistica di Takehiko Inoue in Real è ai livelli più alti, rispetto a quanto ha realizzato negli
anni, sia nei disegni che nella sceneggiatura.
Se
si volessero trovare dei difetti a questo manga, la lentezza di pubblicazione è
la sola cosa che alla lunga stanca, rendendo difficile seguire le trame non
semplici che coinvolgono i tre protagonisti.
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