Durante il periodo dell'università, molti professori citavano Cesare Brandi, chi ammettendo che per comprenderlo non basta una lettura, chi con una certa sicumera. Uno dei libri più importanti, uno di quelli più citati è Pellegrino di Puglia, pubblicato per la prima volta nel 1960 dagli Editori Laterza.
Cesare Brandi è considerato uno dei maggiori esponenti italiani delle teorie sul restauro ed effettivamente il suo libro omonimo è fondamentale per chiunque si avvicini alla conservazione e all'arte in generale. Negli anni '60 si iniziarono a regolamentare gli interventi, per renderli organici e rispettosi di caratteristiche tipiche di un'opera d'arte.
Tornando al Pellegrino. Si tratta di una sorta di diario di viaggio, che Brandi compie tra Puglia e Basilicata, negli anni '50, citando anche la famosa nevicata del '56. Le due regioni sono unite da un medesimo spirito storico e artistico e, quantomeno per la parte materana della Lucania, questo può considerarsi decisamente veritiero.
Visita cattedrali, centri storici, castelli, menhir, lasciando considerazioni molto personali. Trovo sia importante leggere questo libro, principalmente per farci comprendere quale fosse la visione di uno storico e critico d'arte di quella portata riguardo la Puglia.
A mio parere questa visione non è molto edificante.