mercoledì 31 dicembre 2014

La coscienza dei propri limiti. Frida Kahlo, Artemisia Gentileschi, Virginia Woolf.

La colonna spezzata
Frida Kajlo, 1944
Qualche anno fa, su uno dei vecchi social network, una ragazzina chiese come fare per diventare un'attrice di telenovelas messicane. Tra le risposte qualcuno la prese in giro, altri le fecero notare un dettaglio discriminante: era italianissima e non messicana, per cui, come minimo, avrebbe dovuto vivere da quelle parti e conoscere, oltre alla recitazione, lo spagnolo. Quello che mancava a questa ragazzina, di cui io sono convinta dell'ingenuità, era la coscienza dei propri limiti.
Fermo restando che sognare è legittimo e vagare con la fantasia sacrosanto, quando si è bambini si può esagerare a dismisura e qualcuno riesce a diventare davvero astronauta o prestigiatore, mentre gli altri, divenuti adulti, devono necessariamente fare i conti con i propri limiti. Oggi è molto comune cercare il successo facile, senza studio, senza sforzi, senza sapere esattamente l'iter corretto per arrivare dove si vuole. Ed ecco che tanti crollano a terra come Icaro, incapaci di fermarsi e rendersi conto che quello che vorrebbero non c'è. 
Ci sono due malattie che precludono la realizzazione dei propri progetti: la propria indole e le circostanze esterne, indipendenti dai nostri desideri.

martedì 9 dicembre 2014

La mafia uccide solo d'estate - Pif

Ci sono film che lasciano il segno, alcuni nel bene, altri nel male. Ho parlato del mio rapporto conflittuale con Wim Wenders, perché, dopo aver visto Alice nelle città, avevo qualche difficoltà a dargli una seconda possibilità. Pierfrancesco Diliberto, conosciuto anche come Pif, dovrà fare di meglio che il buffone in pubblicità per convincermi che è un regista decente e non una ciofeca, opinione che mi sono fatta dopo aver visto La mafia uccide solo d'estate
Premetto che ho avuto serie difficoltà a finire la visione del film. Non riuscivo a digerire l'idiozia imperante del protagonista che all'inizio, essendo un bambino, si può anche giustificare, ma dopo ti viene in mente la massa di giovinastri imbecilli che popola il pianeta. Ho fatto uno sforzo e il giorno dopo ho assistito inerme al finale. 
L'idea non è male, ovvero quello di raccontare la mafia dal punto di vista dei più piccoli. Lo aveva fatto già Nicolò Ammaniti nel libro e Gabriele Salvatores nel film Io non ho paura. Purtroppo le premesse sono pessime già dal genere, definito commedia drammatica. Ora: o è una commedia o è un film drammatico: nei fatti è una commedia e basta. Di drammatico c'era solo il mio stato d'animo... 

sabato 6 dicembre 2014

San Nicola, il santo dei bambini e i film horror

Myths
A. Warhol, 1981, acrilico e smalto serigrafato,
su tela, 254x254 cm, New York,
Ronald Feldman Fine Arts

Oggi nella mia città c'è fermento tra i bambini, perché, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, San Nicola porta doni. Il santo, vescovo di Mira nell'attuale Turchia, è molto venerato nella Terra di Bari. Del capoluogo è il patrono e nella Basilica a lui dedicata si conservano le reliquie. San Nicola è venerato in particolar modo nella mia città, come in altre vicine e in alcune zone in Trentino, Veneto e Venezia-Giulia, in Francia, Belgio, Austria, Svizzera, Germania, Estonia, Repubblica Ceca e Paesi Bassi
Molto spesso il legame è dato dal mare, considerando che è il protettore dei marinai, oltre che dei bambini e di un sacco di altre categorie di persone. Con i bambini ha un rapporto speciale, a causa di alcuni episodi della sua agiografia: salva il piccolo Adeodato dai turchi, salva tre bambini (in alcuni casi sono tre innocenti) uccisi e cucinati da un oste, ne salva altri da diavoli e possessioni. Dona anche molto questo santo, per cui è d'obbligo ricordare il miracolo delle tre fanciulle che, essendo povere rischiavano di diventare prostitute. San Nicola, nottetempo, donò a ciascuna un sacchetto di monete d'oro, che costituirono la dote per un buon matrimonio. 


La storia ha mutato questo santo in Santa Claus, Babbo Natale, mescolando le vicende del vescovo con Nonno Gelo, una antropizzazione dell'inverno nei paesi nordici, paesi slavi e Russia. Ded Moroz (Nonno Gelo) è in realtà un personaggio cattivo, con barba grigia, con un sacco e un bastone, che usa per picchiare i bambini disubbidienti e porta i via i più indisciplinati. 
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