Nel secolo delle rivoluzioni, il Settecento, ci fu un'importante rivoluzione culturale: le esposizioni dei Salon parigine vennero aperte al pubblico, lasciando il loro status di riservatezza per i soli addetti ai lavori.
Inizia così la vera fruizione pubblica della cultura.
Lo sviluppo in seguito a questo evento, e agli ideali teorizzati e sviluppati durante la Rivoluzione Francese, si è concretizzato nell'accesso alla cultura e all'istruzione di un numero sempre crescente di persone, a volte sostenuti dallo Stato a volte no.
Uno degli annosi problemi della fruizione della cultura è se l'accesso ai musei debba essere gratuito o no.
Io propendo per il no, per un semplice ragionamento, ovvero che in tutti gli altri settori culturali si paga un ticket d'ingresso e che non pagare tende a sminuire il valore dell'esperienza museale.
Proviamo a pensarci. Per vedere un film al cinema, nessuno trova strano dover pagare un biglietto, magari ridotto, ma non ho mai visto nessuno discutere con la cassiera che non sia corretto. Per assistere a un balletto classico o a una messa in scena teatrale o lirica, pago senza remore biglietti anche salati (dipende dal teatro prescelto e da altre variabili). Perché si protesta solo per i musei, spesso con un biglietto sotto i 5 euro?