La colonna spezzata Frida Kajlo, 1944 |
Qualche anno fa, su uno dei vecchi social network, una ragazzina chiese come fare per diventare un'attrice di telenovelas messicane. Tra le risposte qualcuno la prese in giro, altri le fecero notare un dettaglio discriminante: era italianissima e non messicana, per cui, come minimo, avrebbe dovuto vivere da quelle parti e conoscere, oltre alla recitazione, lo spagnolo. Quello che mancava a questa ragazzina, di cui io sono convinta dell'ingenuità, era la coscienza dei propri limiti.
Fermo restando che sognare è legittimo e vagare con la fantasia sacrosanto, quando si è bambini si può esagerare a dismisura e qualcuno riesce a diventare davvero astronauta o prestigiatore, mentre gli altri, divenuti adulti, devono necessariamente fare i conti con i propri limiti. Oggi è molto comune cercare il successo facile, senza studio, senza sforzi, senza sapere esattamente l'iter corretto per arrivare dove si vuole. Ed ecco che tanti crollano a terra come Icaro, incapaci di fermarsi e rendersi conto che quello che vorrebbero non c'è.
Ci sono due malattie che precludono la realizzazione dei propri progetti: la propria indole e le circostanze esterne, indipendenti dai nostri desideri.