Guardarsi intorno oggi non fa piacere. Dopo il fallimento di ribellione ad uno stato (o Stato?) che ci danneggia soltanto, viene da farsi alcune domande. Innanzitutto se sul serio vogliamo continuare a farci ridere dietro da mezzo mondo, quello "civilizzato", quello che non ha dittatori al comando, se vogliamo continuare a far demolire la Costituzione Italiana, quelle quattro garanzie che abbiamo, e peggiorare una situazione già tragica. Ormai siamo uno zimbello come Stato (questa volta la S maiuscola è d'obbligo), ma, e qui c'è la nota dolente, non siamo capaci di ribellarci e forse non ne abbiamo nemmeno voglia.
Voglia di cosa? Voglia di prenderci le nostre responsabilità. Siamo tutti molto bravi a giudicare chi ci governa, ma siamo vittime del nostro stesso lassismo, del non-fare, ma del troppo-dire e spesso del dire-sotto-copertura.
In questo siamo vittime della Sindrome del Supereroe. Se ci pensiamo, Batman, Spiderman o Superman agivano sotto copertura: una falsa identità per non dover perdere il piacere della propria esistenza di imprenditore, fotoreporter e giornalista. In due casi su tre si tratta di persone maltrattate, remissive, finte imbranate. Eppure una delle frasi più famose dell'Uomo Ragno sembra contrastare con questa visione della doppia identità: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità".