Questi giorni, una delle notizie che è rimbalzata nell'etere, è stato il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei. Un evento tragico, assurdo, che provoca una certa indignazione, oltre che al fatto che capita a fagiolo, giusto per farci capire come i tagli sulla cultura possano ridurci: in macerie.
Io mi sono stupita delle reazioni di molti alla notizia. Essendo interessata al campo storico, archeologico e artistico, io ero perfettamente cosciente della situazione, e, purtroppo, per me non è stata una grande notizia, anche se mi fa star male il ridurre a cumuli di pietre un luogo che è stato una manna dal cielo per la ricostruzione della storia e dell'arte romana, oltre che per l'economia di una zona depressa.
Ho detto che ero cosciente della situazione, mi aspettavo quasi che crollasse qualcosa prima o poi. A Pompei ci sono stata anni fa, andavo ancora a scuola, ma le anomalie di quel posto erano già chiare. Ricordo sacchi di plastica di reperti archeologici depositati vicino alla Basilica; ovviamente erano incustoditi, ovviamente erano stati aperti e, suppongo, qualche reperto aveva preso un'altra strada, chissà per dove.
Molti altri problemi non li ho colti, non ricordo altri dettagli, un po' perché non mi occupavo io di pagare parcheggi e roba varia, ma ricordo che prendemmo la circumvesuviana.